Blog - Crediti


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4 maggio 2010

Per piacere, intercettate! - Age, Scarpelli e Vincenzoni: attenti a quei tre!!! - audio

Com’è noto, il 28 Aprile scorso è morto Scarpelli, seconda e decisiva componente della famosa ditta Age&Scarpelli, che fu la più importante impresa specialistica in forniture di sceneggiature di tutto il cinema italiano. Age era morto il 12 Novembre 2005 e la ditta si era già divisa da più di vent’anni. Age era il più dolce e affettuoso dei due, un goliardo perbene sino alla fine. Scarpelli era più aguzzo e istintivamente polemico, da disegnatore satirico figlio di un padre che proprio in questo campo era stato famoso. Alla finedegli anni ’70 io dedicai ai due, su RAIUNO, un ciclo di film del Lunedì sera, che allora erano un veicolo sicuro di successo. Probabilmente era una delle prime volte che alla RAI accadeva qualcosa di simile, tanto più per due sceneggiatori considerati “leggeri” perché avevano esordito con Totò. Io ero (e sono) persuaso che Age e Scarpelli fossero i massimi specialisti italiani della scrittura per il cinema, al livello dei più celebrati colleghi stranieri, francesi e americani. E penso che la mia decisione di allora (faticai un po’ a convincere il mio capo-struttura del tempo, Paolo di Valmarana, che mi lasciava imperversare col cinema americano, ma che riteneva il cinema italiano un suo dominio riservato) fosse giusta e motivata. Age me ne fu sempre grato, Scarpelli, almeno in apparenza, un po’ meno, forse per qualche pregiudizio politico. Solo negli anni ’90 cambiò opinione su di me e divenne addirittura affettuoso. Ciò premesso, vorrei ricordare che un altro grande del mestiere, e cioè Luciano Vincenzoni, dopo la morte di Scarpelli mi ha telefonato dicendomi, addolorato: “Claudio, ma è possibile? Sono io, autore del soggetto, che ho portato Age e Scarpelli da Monicelli per la sceneggiatura de La grande guerra. Così come sono io che li ho portati da Leone per il testo definitivo di Il buono, il brutto e il cattivo. Ed ho lavorato con loro in altre occasioni e nessun giornale lo ricorda. Perché debbo essere totalmente cancellato?”. Essendo io l’autore della prefazione del suo straordinario libro di memorie intitolato “Pane e Cinema”, dalla lettura del libro ho ricavato una somma di dati sulla vita professionale di Vincenzoni che basterebbero per dieci sceneggiatori, non per uno. Non ho potuto che dargli ragione ed ho approfittato per chiedergli di concedermi una telefonata da inserire, grazie alle magie tecniche di Lorenzo Doretti, nel Blog. Ho dovuto spiegargli di cosa si trattava (non è molto pratico di internet) e il giorno dopo ho fatto la telefonata. È durata circa tre quarti d’ora e secondo me e secondo Doretti il risultato è stato strepitoso, come sempre quando Vincenzoni rievoca il suopassato professionale. Ascoltate e ditemi voi se non è un pezzo di bravura assolutamente ineguagliabile!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Semplicemente fantastica!
Matteo

Principe Myskin ha detto...

Questa conversazione mi è piaciuta moltissimo.
Innanzitutto perché non sapevo assolutamente nulla di cose che stanno dietro a film che ho amato molto e di molte delle persone che hanno dato loro vita. Non sapevo nulla, di cose raccontate qui magistralmente.
E poi, in subordine, per due motivi rigorosamente intimi e personali. Il primo è che sentir parlare del ciclo su Age e Scarpelli per me ha funzionato come una madelaine. Mi è tornato in mente che mia nonna mi lasciava eccezionalmente stare alzato il lunedì dopo Carosello proprio per vedere quella serie lì, ed era la prima volta. Mia nonna, merciaia che da ragazzina aveva dovuto interrompere gli studi perché rimasta orfana, ma non si era arresa. Era molto appassionata, tra le altre cose, anche di cinema. Tirate giù le saracinesche e preparata la cena, il rituale del film del lunedì mi è rimasto impresso, così come i biscotti che la nonna inzuppava nel vino (un rigoroso cancarone da basso Piemonte), allineando improbabili annotazioni critico estetiche. Lo stesso accadeva, la domenica, con i programmi di Radio 3, che si ascoltavano con la dedizione di frati a compieta. Eccetto durante i secondi tempi delle partite, perché si dovevano seguire le peripezie del Genoa.
Il secondo motivo è che sentir raccontare le peripezie e difficoltà di un autore di cotanta arte aiuta molto a ritornare nelle giuste proporzioni. E a ricollocare lo stallo della propria delirante vocazione letteraria dalla dimensione del tragico a quella del comico, o meglio, al confronto, del ridicolo.

SG ha detto...

Strepitoso!

Vogliamo subito la seconda parte, e poi la terza, la quarta, ecc ecc.

Grazie davvero.

Rosellina Mariani ha detto...

Risentire questa telefonata è meraviglioso fa venire il desiderio di ascoltare il seguito....Grazie