Ribadendo un' abitudine che ho preso ormai da molte settimane riporto qui il testo della mia rubrica settimanale sul Corriere Mercantile: questa è apparsa domenica 28/04/13. Confesso che nello scriverla ho provato un certo tremore, perché ero consapevole di correre un duplice rischio: da un lato di sembrare pomposamente senile e dall'altro di risultare esageratamente addolorato. Ma quel che ho scritto, per banale che sia, è una testimonianza autentica di un moto dell'animo (e del cervello) che ho provato e che provo tuttora. Come sempre il giudizio tocca ai lettori.
VISTO CON IL MONOCOLO
L’ITALIA
INFLIGGE TROPPI CHOC AD UN VECCHIO GIORNALISTA COME ME
L’anno scorso ad
ottobre ho compiuto 83 anni. Sono ormai completamente assestato in quel magico
decennio che va dagli 80 ai 90, entro il quale muoiono quasi tutti, quelli che
quando la vita era più corta morivano fra i 60 e i 70 anni. E se ripenso alla
mia vita fondamentalmente banale mi rendo anche conto che l’Italia mi ha
sottoposto a troppi shock. La mattina del 26 luglio 1943 (sono sfollato tra
Gavi e Novi) la mamma al mattino mi scuote per un braccio e dice: “svegliati,
svegliati, è caduto Mussolini”. La sera dell’8 settembre sempre lei mi dice “è
finita la guerra!” ed io, con improvvisa lucidità, rispondo: “non è finita,
continuerà e sarà peggio di prima” (ci sono vissuto di rendita per decenni). Il
pomeriggio del 14 luglio 1948, dopo la notizia dell’attentato a Togliatti vedo
dalle finestre di casa, in Via XX Settembre, una folla immensa comporsi come un
gelido fiume di carne: sotto i miei occhi si svolge l’ultimo tentativo di colpo
di stato bolscevico (fallito) in Europa. 30 giugno 1960: sto chiuso tutto il
giorno nella protetta redazione del Corriere mercantile in Via De Amicis a
tradurre dall’inglese una storia a fumetti che riassume le vite di Nixon e di
Kennedy da pubblicare nei giorni immediatamente precedenti le elezioni
americane del novembre. Torna Manlio Fantini, sconvolto: ha passato tutto il
pomeriggio in Via XX Settembre, gli scontri per l’annunciato Congresso M.S.I. sono
stati così ampi e violenti che porteranno il 19 luglio alla caduta del Governo
Tambroni. E io non mi sono accorto di niente. Dalla fine di quel decennio sino
agli inizi degli anni’80 l’Italia attraverserà il più terribile momento di
terrorismo collettivo che l’Europa abbia conosciuto. Anche qui l’ho attraversato
passivamente, in fondo senza rendermi conto di nulla, occupato com’ero a
comprare film e ad individuare Beautiful per sostituire Capitol. Ai giorni
nostri provo l’ultima emozione: vedere un Papa a cui se ne affianca un altro,
vivi entrambi, ed un vecchio Presidente che viene rieletto con amorosa
disperazione. Otto Papi ho visto in vita mia: da Pio XI (che mi ha dato un
colpetto sulla testa) sino a Francesco I, a cui non riesco proprio ad
abituarmi, con un grande rimpianto per la cauta e timida eleganza di Benedetto
XVI. Troppi shock ho ricevuto dall’ Italia ed io sono stanco, proprio stanco.
(Battute 2328)