Blog - Crediti


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17 agosto 2012

ANCHE NEL BLOG SI SALVA LA TIGRE


L’anno scorso Aldo Fittante, direttore del noto settimanale FilmTv, mi invitò ad allestire una mia rubrichetta mensile a carattere retrospettivo. Gli proposi di cercare di ricordare qualcuna delle operazioni di “recupero” e di “innovazione di mercato”, che avevo operato nel campo del cinema durante i miei 24 anni di Rai. Mi suggerì il titolo, “Salvate la tigre”, che, come molti ricorderanno, è un film del 1973 diretto John G. Avildsen con una grande interpretazione di quello splendido attore che fu Jack Lemmon (1925-2001). Il titolo mi piacque e varammo la rubrica, che da allora va in onda regolarmente (con qualche possibile ritardo) il primo martedì del mese. Concordammo con il direttore una durata di 1.800 battute al pezzo (come è noto i computer vi calcolano immediatamente le battute di uno scritto, con gli spazi e, volendo, anche senza gli spazi). Ho lasciato, anche in questa riproduzione del testo, l’indicazione del numero delle battute. E’ una ovvia civetteria professionale di chi, grazie a decenni e decenni di professione, riesce a calcolare gli spazi quasi al millimetro, riducendo, per scrupolo, di qualche battuta il conto complessivo.
Ho avuto ora da Fittante l’autorizzazione a pubblicare nel Blog alcune puntate di “Salvate la tigre”, naturalmente in ordine di tempo. Provvedo adesso a farlo con le tre puntate iniziali, apparse a cominciare dai primi di novembre 2011. E via via riporterò le altre, lasciando passare un discreto periodo di tempo da una pubblicazione all’ altra.
Vorrei ricordare che nella prima puntata della rubrica, come potrete controllare qui sotto, sono ripresi gli stessi dati sull’origine del titolo e dei testi di cui si fa cenno anche all’inizio della presente introduzione. Ma da un lato è apparso inevitabile per non iniziare in modo oscuro la pubblicazione di questo pezzo. Dall’altro conservare la prima puntata nella sua interezza era un obbligo non rinunciabile. Come si vede la misurazione riguarda il testo propriamente detto mentre la breve introduzione in corsivo è misurata a parte.
Mi auguro che questa pubblicazione interessi ai lettori, pur nella sua sostanziale modestia. Ho pensato, soprattutto, ai cinefili che mi scrivono. Amanti, come amò dire Pietrino Bianchi, della “chose cinématographique”. Se qualcuno vuol scrivermi la sua impressione (spero non troppo negativa) gliene sarò grato.

Faccio presente ai lettori che la rivista costa 1 euro e 80 centesimi. La redazione di FilmTv è situata in via Settala, n.2, 20124 Milano. Il telefono è 02/36.53.78.00. Il fax è 02/36.53.78.14. Infine l’e-mail è: segreteria@film.tv.it . La rivista è distribuita da Parrini&C ed è trovabile in tutte le edicole.

Ecco le prime tre rubriche, così come sono state pubblicate. 

1) Salvate la Tigre

Il titolo è un utile suggerimento di Aldo Fittante, che rievoca il film di John G. Avildsen ( 1973) ed è implicitamente un omaggio al grande Jack Lemmon. Nella rubrica  cerco di recuperare tutti i titoli che, grazie all’opera intensa in 24 anni di Rai, sono riuscito ad immettere nel mercato italiano (se non altro in quello televisivo) oppure, in caso di mutilazioni, a restituire “in integrum”. Fu una felice alternativa all’oscuro, continuo e asfissiante lavoro di programmazione quotidiana.

( battute: 494)

Alla fine degli anni Settanta, a Rai Uno, mi ero messo in testa di recuperare per la televisione i più interessanti film inediti interpretati, dal 1929 al 1938, dai fratelli Marx. In particolare “The Cocoanuts”, “Animal Crackers”, “Monkey Business”, “Horse Feathers” e “Duck Soap”. Tutti rimasti allora inediti per diversi motivi, fra cui, quello tardivo ma decisivo, e cioè la proibizione di importarli, emanata nel 1939. Cominciai attraverso l’ efficiente Ufficio Acquisti di Rai Uno una complessa battaglia legale per ottenere i diritti dei film. E ci riuscì solo per uno di essi (non ricordo più quali erano i complessi problemi che impedirono gli acquisti degli altri; ma nel cinema i problemi di diritti sono sempre complessi e a volte inesplicabili). In compenso il film che riuscii a strappare agli aventi diritto (credo fosse la Paramount) era forse il migliore di tutti: ”Duck Soap” del 1933. Per il doppiaggio (mi fu sempre interdetto l’uso dei sottotitoli) l’adattamento, per fortuna, fu affidato a Oreste Lionello, di cui divenni poi ottimo amico al Festival del Doppiaggio “Voci nell’ombra” di cui sono dalla fondazione direttore artistico. Oreste era un uomo geniale - e non soltanto il furbetto del Bagaglino – che aveva un talento creativo come adattatore – inventore (lo ha dimostrato ampiamente con Woody Allen). Uno dei più qualificati per cercare di risolvere in italiano i complicati e spesso folli giuochi di parole tipici del dialogo dei fratelli Marx. Per mio conto completai la mia opera inventando il titolo italiano del film, appunto “La guerra lampo dei fratelli Marx” in cui riuscii ad accoppiare l’idea del “Blitzkrieg” con il nome “in ditta” dei protagonisti che era un decisivo marchio di fabbrica. L’idea fu fortunata ma nessuno me ne ha mai riconosciuto il merito.

(Battute: 1.799)

Claudio G. Fava.

2) Salvate la Tigre 

Nel 1960 apparve un film di Rossellini (anche sceneggiatore con Amidei, Fabbri e Brunello Rondi) che da molti è considerato secondario, “Era notte a Roma”. Qualche anno dopo, il titolo approdò a Rai Uno. Mi accorsi con mio stupore che era stato scorciato di un intero episodio. Inoltre il doppiaggio rivelava  una sorta di follia tutta nostrana. Al centro del film tre ufficiali ormai ex-nemici, un inglese (Leo Genn), un americano (Peter Baldwin) e un russo (l’allora famoso regista Sergei Bondarčuk) che, dopo l’8 settembre fuggono insieme da un collettivo campo italiano di prigionia (ipotesi storicamente poco probabile). Si fidano di una falsa suora (Giovanna Ralli), in realtà una “borsanerista”,  grazie alla quale giungono a Roma, protetti da un gruppo di resistenti, tra cui Enrico Maria Salerno e Renato Salvatori. Alla fine dopo molte peripezie, vengono ospitati e salvati dai padroni di casa in un palazzo principesco romano. Dei fuggiaschi, due parlavano fra di loro in inglese e il terzo russo con tutti, e naturalmente nessuno li capiva. In parte il dialogo originale era stato conservato, senza sottotitoli, e a tratti doppiato in italiano, per cui ne nasceva una totale incongruenza di rapporti e di reazioni, e i tre sembravano vagamente deficienti. Inoltre l’episodio dei principi, a mio parere il più bello di tutti con uno splendido Paolo Stoppa (c’era anche una suocera americana e fascista, che attacca Roosevelt), era stato, come ho detto, tolto di peso. Lo recuperai, sottotitolai tutto quanto era necessario sottotitolare, e riuscii a mettere in onda un film che ho sempre molto amato. Anche il Morandini annota che l’edizione Tv è più lunga di 18’ ma (non l’ho mai detto a Morando, che non poteva saperlo da altra fonte) ancora una volta, nessuno riconosce i miei meriti!

(Battute: 1.798)

Claudio G. Fava

3) Salvate la Tigre

Un recupero, minimo ma che ho sempre rivendicato, è quello che operai su un film di René Clement di cui pochi si ricordano: “Il giorno e l’ora” (Le jour et l’heure, 1963) ambientato, come molti del regista, durante la Seconda Guerra Mondiale. La cosa accadde, presumo, quando ero ancora a Rai Uno dove mi occupavo solo di film ed avevo quindi molto più tempo per singoli interventi. Il racconto riguarda un pilota americano (Stuart Whitman) abbattuto durante un bombardamento e salvato da un gruppo di partigiani francesi. Il loro capo (Michel Piccoli, ancora confinato in parti secondarie) non sapendo come proteggerlo, lo confida, in abiti borghesi, a Thérèse, una riluttante professoressa di inglese (Simone Signoret), da lui conosciuta casualmente. Il pilota non parla una parola di francese e perciò la donna è l’unico legame con il mondo. Fra i due, dopo il primo imbarazzo, nasce un rapporto amoroso. Fuggono verso la Spagna, alle prese con la Gestapo, resistenti, magistrati, piloti alleati in fuga. Ovviamente Thérèse e il pilota si parlano obbligatoriamente in inglese. In Italia avevano risolto il problema doppiando in italiano tutti i dialoghi originali in francese e in inglese (sottotitolato)! Il risultato finale era che i due sembravano vagamente deficienti: mi ricordo un viaggio in un “metro” affollatissimo, lui vede dei soldati tedeschi e dice, pressappoco, “They are Jerries!” (Sono tedeschi!) e lei, terrorizzata, ribatte “Don’t speak english!”. Tradotto con “Non dica stupidaggini!”. Riuscì a recuperare tutti i dialoghi originali e li  feci sottotitolare. Il film venne trasmesso alla Rai senza particolare successo (non meritava di più), nessuno si accorse di niente e nessuno ne parlò. Eppure, non so perché, sono sempre stato orgoglioso del mio nascosto intervento.

(Battute 1.793)

Claudio G. Fava

4 commenti:

Simone Starace ha detto...

Il discorso filologico su Rossellini è molto interessante, anche perché in effetti si tratta di un film che andrebbe ampiamente rivalutato.
Secondo quanto leggo nel booklet del DVD Medusa, curato da Adriano Aprà, di Era notte a Roma esistono almeno quattro diverse edizioni, rispettivamente di 158, 143, 137 e 123 minuti. Soltanto le prime due (158' e 143') rispettano il plurilinguismo del film, mentre a giudicare da una recensione uscita su "Cinema Nuovo" nel gennaio 1961 sembrerebbe appurato che nelle sale italiane già all'epoca si vide prevalentamente l'edizione più breve (123'), doppiata e tagliata di oltre mezz'ora.
Sempre secondo il booklet, il film sarebbe stato trasmesso in versione integrale (158') su Rai2 nel 1988, ma risultano anche due passaggi precendenti su Rai1, nel 1972 e nel 1975, solo che non è specificato in che versione. Se è quest'ultima l'edizione televisiva cui si riferisce Morandini, più lunga di circa 18 minuti rispetto a quella vista in sala (123'), azzarderei che potrebbe trattarsi del montaggio da 143' (123' + 18' = 141').

Rita M. ha detto...

Rileggerò i Suoi "salvataggi" (sono un'assidua lettrice di Filmtv da sempre) con molto piacere: sempre belli ed interessanti.

Rosellina Mariani ha detto...

Sono una tua "fan"anche degli articoli su Film Tv che compro ogni primo martedì del mese per leggere la tua preziosa rubrica" "Salvate la tigre"

Grazie quindi di questi articoli

Simone Starace ha detto...

Il giorno e l'ora: ho controllato il DVD italiano edito da RHV e l'audio italiano in effetti corrisponde al vecchio doppiaggio cinematografico (cioè quello senza dialoghi in inglese). Naturalmente nel DVD il problema è relativo, perché si può tranquillamente seguire il film in versione originale sottotitolata.