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9 agosto 2012

RISPOSTA A SIMONE STARACE


Rispondo volentieri a questo gentile lettore (dal cognome impegnativo) che mi invia frammenti di un press-book su Andy Griffith. Tanta gente ha imparato a conoscerlo, guardando la televisione, nei panni astuti e bonari dell’avvocato Matlock probabilmente non sospettando che il bonario protagonista si era rivelato al cinema nel 1957 nei panni di un cantante popolare di grande successo, che in realtà disprezzava il suo pubblico. Ancora una volta siamo di fronte ad uno di quei paradossi insiti nel “congelamento” delle immagini, tipico degli archivi cinematografici e televisivi. In certo senso esiste solo il presente, che inghiotte voracemente il passato, sia vicino che lontano. Un’altra osservazione stimolata dalla presenza di Andy Griffith, riguarda il suo accento di origine e quello, forzatamente neutro, del doppiaggio italiano. Griffith, originario della South Carolina, aveva, e soprattutto se necessario sfoggiava, un forte accento del sud degli Stati Uniti. Il cosiddetto “Southern Drawl”, che costituisce una delle presenze fonetiche più forti nel concerto complessivo degli accenti e delle cadenze dell’inglese americano. Il suo accento era in qualche modo implicito nei due personaggi di cui parliamo. Lonesome Rhodes, il cantante girovago dell’ Arkansas e l’avvocato Matlock, di Atlanta (Georgia) sembra fossero fortemente caratterizzati dal tono della voce. Il che rappresentava un implicito passaporto ad uso degli spettatori (pensate all’accento napoletano di Totò o a quello romano di Fabrizi o a quello cremonese di Tognazzi). E’ uno di quei particolari decisivi che il doppiaggio non consente di far sopravvivere. Lo dico con la consapevolezza di esser da circa 15 anni il direttore artistico di quello che forse è il più noto Festival italiano in materia (probabilmente i tagli ai bilanci dei Enti Locali hanno ghigliottinato la manifestazione). Ed è questa impossibilità di conservare sapori e coloriture del testo originale l’arma più forte che si può usare contro l’abitudine di doppiare i film stranieri (a favore vi sono, ovviamente, l’uso fortemente radicato in Italia e la possibilità di rispettare la stesura di un testo originale che, forzatamente, le didascalie non possono recuperare). 
Mi sembrava interessante riportare questi particolari ad uso degli spettatori del film di Kazan. Fra l’altro ultimamente mi sono chiesto se una personale del regista greco-turco-americano potrebbe interessare i “clienti” del Blog.
Resto in attesa di eventuali suggerimenti al riguardo. 

4 commenti:

PuroNanoVergine ha detto...

La personale su Kazan interessa e come (del resto è difficile, se non impossibile, trovare in questo blog qualcosa che non sia interessante ;-)).

Principe Myskin ha detto...

Mi associo: W la Personale W il Blog!

Rear Window ha detto...

Circa la personale su Elia Kazan anche io mi associo a chi mi ha preceduto, e ringrazio per questo interessante e condivisibilissimo post...

Rosellina Mariani ha detto...

Evviva una personale su Elia Kazan!