Tempo fa, non potendo andarci di persona, ho inviato alla sezione di Francesistica della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università della mia città (Piazza Santa Sabina 2, 16124 Genova) un DVD con una breve lezione sul tema del doppiaggio. Conteneva specifici riferimenti al film di Jean-Luc Godard “A bout de souffle” (“Fino all’ultimo respiro”, 1960) del quale esemplificavo le particolarità dell’adattamento e le differenze fra il testo francese originale e quello adottato nella versione italiana. Il DVD venne fatto vedere agli studenti e, a quanto sembra, piacque. Anche in funzione del relativo successo mi è stata chiesta un’ulteriore lezione su François Truffaut e sul suo lungometraggio di esordio “I quattrocento colpi” (“Le Quatre Cents Coups”, 1959). Sempre grazie all’amichevole ed efficiente cortesia di Lorenzo Doretti ho registrato a casa mia una lezione sul tema, nella quale sono stati inseriti i brani (tratti da due DVD in commercio) del film di Truffaut sopra citato e di “Baci rubati”, un altro dei suoi lungometraggi in cui si seguono ancora le avventure di un personaggio chiamato Antoine Doinel. Il quale esordisce appunto, ancora ragazzo, ne “I quattrocento colpi”: ritornerà diverse altre volte nella filmografia di Truffaut, sempre interpretato da Jean-Pierre Leaud. Questi in pratica finirà, pur dimostrando palesemente una certa riluttanza, con l’identificarsi con il suo personaggio, pur cercando di foggiarsi uno stile autonomo meno pesantemente condizionato dall’eredità del suo primo film (che è anche il primo lungometraggio del regista).
La mia lezione in DVD dura quasi un’ora e, dopo lunga riflessione, ho deciso di riportarla nel blog. Mi rendo conto che potrebbe destare qualche perplessità l’uso dei brani di film prima citati, ma vorrei ricordare che non ho né chiesto né ottenuto denaro (come del resto Doretti) per questa prestazione, e che pertanto il mio è un (piccolissimo) regalo alla Facoltà di Lingue dell’Università di Genova, mosso da un evidente intento didattico. Fra l’altro, i frammenti di film riportati sono trascritti nella lingua francese originale, visto che si rivolgono a una sezione di Francesistica. Per cui una ipotetica concorrenza potrebbe esercitarsi, di fatto, solo se il blog venisse visto e ascoltato in Francia. Particolare che mi lusingherebbe, ma che non ha nessun riscontro nella realtà. Ecco dunque il video mostrato agli studenti giovedì 9 dicembre 2010. Non escludo che i loro eventuali commenti possano pervenirmi e in questo caso essere poi riportati sul blog. Approfitto dell’occasione per ringraziare le operose professoresse universitarie della sezione di Francesistica ed in particolare Micaela Rossi, la quale spinge la gentilezza sino a venire a casa mia a ritirare i DVD, e Nancy Murzilli. Spero, nel DVD, di non essere riuscito troppo noioso perché quando parlo o scrivo di Truffaut tendo ad avere l’incontinenza e l’ingenuo entusiasmo del tifoso. Non mi sono riascoltato, quindi giudico a memoria, e perciò spero di apparire abbastanza chiaro e abbastanza persuasivo. Se non è così, fatemelo sapere con doverosa crudeltà.
Ecco a voi l’intervento parlato e recitato.
7 commenti:
Chiaro, persuasivo, incantevole, interessante, smemorato (su Trenet :-)), indimenticabile.
La ringrazio per l'ennesima lezione di cinema e per l'emozione
nel sentir parlare di Truffaut, della sua vita, della sua opera,
della vita-opera che ha proiettato
nei suoi film.
p.s. forse, come consiglio di lettura agli studenti, poteva
proporre l'intervista di Truffaut
ad Hitchcock.
Gent.mo dr. Fava, mi permetta di non essere d'accordo con Lei quando afferma che Trenet sarebbe stato il più grande cantante/compositore francese del 900. A mio parere infatti tale qualifica spetta di diritto a Georges Brassens, che anche Lei da profondo conoscitore della cultura francese sono sicuro apprezzerà. Sono stato invece molto stupito nell'apprendere dell'antisemitismo di Godard, aspetto sottaciuto dalla critica nostrana ancora oggi prevalentemente di sinistra. La ringrazio e La saluto cordialmente.
Grazie .
Ricordo la serie di Truffaut alla TV in bianco e nero della metà dei 70 (curata da lei?): oltre a tutto Doinel mi piacque lo struggente "Le deux Anglaises et le Continent".La sigla della serie era una versione "Disco" di "Que reste-t-il de nos amours".Se abbiamo avuto il "Lubitsch touch" c'è stato sicuramente un "Frolement de Trouffaut" lungo tutta la sua opera.Consiglio,fra gli scritti,"I film della mia vita".
Un po' di nostalgia per autori come lui,e per quel tipo di Cinema.
"Une photo/vieille photo/de ma jeunesse"
Grazie per la lezione, quando oltre alle conoscenze ed all'esperienza si percepisce la passione e l'amore per l'arte, studiare ed apprendere diventa un piacere.
morto nell'84 naturalment, non nel '54...;)
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