Problemi del doppiaggio
Vorrei rispondere ad alcuni post ricevuti dopo la pubblicazione nel blog degli ultimi brani. Comincio da quelli più lontani. Dopo la pubblicazione di “I miei primi sottotitoli” (22 settembre) è giunto un post firmato “M.” (credo di sapere chi è) in cui da un lato si riconosce l’utilità divulgativa del doppiaggio, dall’altro si evoca l’implicita, estrema difficoltà di rendere possibile la “traduzione”in italiano di una battuta all’origine pronunciata in un'altra lingua. Ovviamente questo è il problema fondamentale del doppiaggio. E cioè l’implicita complessità dell’operazione di adattare i movimenti labiali di una lingua a quelli di un altra lingua (ovviamente questo quando la bocca del personaggio doppiato è in primo piano, o comunque visibile. Ad un personaggio voltato di spalle si può, compatibilmente con l’inquadratura, fare dire quello che si vuole). Gli esempi ricordati dallo scrivente – il tipico giuoco fra “butt” e “boat”e fra “schifo” e “moto schifo”- evocano l’altro grande problema del doppiaggio, e cioè l’estrema difficoltà di adattare ad un idioma i giuochi di parole concepiti in un altro idioma. Chiaramente è un ostacolo di fondo come lo è la presenza contemporanea di più lingue, o di specifici dialetti, nel testo che si deve adattare in italiano. L’unica possibile soluzione è la sottotitolazione, che per una sorta di radicata pigrizia concettuale da noi piace poco in televisione e per nulla al cinema. Mi rendo conto che il problema del doppiaggio è un problema di grandi proporzioni nel passato e nel presente del cinema in Italia. Conto di ritornare sull’argomento ai primi di novembre quando, tagli permettendo, dovrebbe aver luogo a Genova la XIV° edizione del Festival del doppiaggio “Voci nell’ombra” di cui sono da sempre il direttore artistico. E che ora è giunto a Genova dopo esser nato a Finale Ligure ed essere successivamente trasmigrato a Sanremo e ad Imperia.
Simenon interessa sempre
Veniamo ora ai post giunti dopo la mia telefonata a Romolo Ansaldi del 29 settembre. “Riccardo P.” trova “discutibile ma comprensibile la passione per Céline” (concordo). Egli si augura anche che la collezione di Ansaldi rimanga in Italia e non vada a Lugano. Ansaldi mi ha confermato che avendo a Genova un figlio e nipotini intende conservare il suo tesoro simenoniano nella nostra città. Céline piace molto anche a “Rosellina Mariani”, la quale ha chiesto persino scusa per un errore di battuta e che ringrazio per le sue lodi (Rosellina è una competente programmista Rai che regge la rubrica “Cinematografo”). Ringraziamenti anche a “Mirko” e “Corrado”. In quanto alla domanda di quest’ultimo circa i libri di Simenon scritti sotto pseudonimo e pubblicati in Italia lo invito a vedere più sotto, quando si parla appunto del libro intitolato “Simenon in Italia”. Infine “P.P.” mi chiede se Ansaldi “da buon genovese” avrà stimato certamente un valore della sua raccolta. Ansaldi è troppo un buon commercialista per non avere nettamente l’idea di quanto possa valere la sua collezione ai prezzi correnti. Ma avendo ribadito che non ha intenzione di vendere non mi ha mai parlato di cifre.
Riprendo il discorso per quel che riguarda “Simenon in Italia” di Marco Biggio & Andrea Derchi pubblicato dalla casa editrice spezzina “Edizioni Cinque Terre”. Prima edizione novembre 1998, seconda edizione gennaio 2004, terza edizione febbraio 2010. Il prezzo di questa più recente edizione è di 20,00 euro. Gli autori, nelle quasi trecento pagine del testo, ricco di molte immagini, (alcune credo rare, di copertine di edizioni italiane dei romanzi di Simenon), fanno praticamente un riassunto totale delle varie e numerose pubblicazioni grazie alle quali sono stati diffusi da noi romanzi e racconti del grande scrittore belga. Si occupano quindi anche delle opere scritte da Simenon sotto pseudonimo (almeno 191 romanzi e 1.076 racconti!) limitatamente a quelle edite in Italia, coerentemente con il titolo del volume. La rinvio a quel che scrivono Biggio & Derchi. Poiché la casa editrice spezzina è, ritengo, piccola ed animata da un insegnante intraprendente, Salvatore Di Cicco, posso presumere che non sia facilissimo trovare il libro nelle varie librerie (come è noto il problema fondamentale dell’editoria non è tanto la stampa in sé ma semmai, la diffusione dei testi in giro per l’Italia). Poiché il libro è molto utile per qualsiasi appassionato simenoniano mi sembra opportuno indicare qui il sito internet in cui cercare la casa editrice, e cioè: www.edizioni5terre.com Vi troverete anche indicati i sistemi più facili per ordinare e comprare il libro. A questo proposito vorrei precisare che pochi giorni fa Ansaldi mi ha gentilmente inviato una e-mail con allegate le riproduzioni dell’edizione originale francese e della traduzione italiana di un romanzo sotto pseudonimo intitolato nell’originale “Les Coeurs vides” (da noi “I cuori vuoti”). Anche qui, come, a quanto pare in molte traduzioni italiane di testi “camuffati” di Simenon la copertina è sostanzialmente la stessa (un uomo che punta la pistola contro un altro signore elegantemente vestito) ma quella italiana capovolge “a specchio” le immagini originali. In Francia l’uomo con la pistola è a destra e l’uomo minacciato a sinistra, in Italia la collocazione dei due personaggi, rigorosamente uguali all’originale, è al contrario: l’uomo con la pistola è a sinistra e l’uomo minacciato a destra. Nella sua e-mail Ansaldi mi dice che le numerose pubblicazioni italiane dei romanzi “inconfessati” di Simenon non sono citate in “Simenon in Italia”. Il che è vero per l’edizione del 2004 ma la manchevolezza è stata ampiamente corretta in quella del 2010. Per ribadire l’importanza dei due testi citati egli precisa che i due volumetti, con le illustrazioni a “specchio” sono di difficile reperimento ed il loro valore oscilla dai 1.000 ai 2.500 euro. Come si vede fare il collezionista non è facile.
Fiction italiana (e straniera)
I post riguardanti la telefonata a Steve Della Casa, pubblicata il 10 ottobre, sono abbastanza numerosi. Riguardano i difetti della fiction italiana, l’assenza da noi di una produzione esplicitamente fantascientifica, la richiesta di Rosellina di parlare di “Film per la televisione” e non di “fiction”, due voci diverse che chiedono una telefonata con Aldo Grasso ed un osservazione di Davide Barranca il quale apprezza molto le interviste agli ospiti “anziani”. Il problema non è tanto che siano anziani gli ospiti ma che sono anziano io (il 17 di ottobre ho compiuto 82 anni, cifra che continua a sembrarmi inverosimile!). Aspetto per vedere se arrivano altri post e poi cercherò di fornire una risposta complessiva ai quesiti avanzati.
2 commenti:
Tanti sentiti auguri di buon compleanno, allora !!!
E continui così !!!
M.
Grazie per la lode! Detta da te, uomo di grande cultura, per anni capostruttura Rai di grande valore(la Rai ancora adesso gode del tuo lavoro)vale il doppio!
Pochi conoscono le difficoltà e la profonda attenzione che richiede il lavoro del programmista( che faccio con grande passione) e quindi grazie!
Rosellina Mariani
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