Blog - Crediti


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22 aprile 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Sta diventando un'abitudine, e pertanto anche questa volta riporto qui il testo della mia rubrica "Visto con il Monocolo" apparso domenica 21 Aprile nel Corriere Mercantile. Ancora per qualche tempo non potrò occuparmi molto del Blog, a causa di tre impegni che tuttora mi preoccupano. E cioè la redazione definitiva di due libri diversi e la preparazione di un ciclo di mie presentazioni in video per la rete Class TV (darò più precisazioni al momento opportuno). Come sempre riporto in testa al brano il titolo definitivo con cui è apparso sul giornale, e in coda quello posto da me originariamente all'inizio del brano (come vedete l'intento è lo stesso, ma uno dei titoli è più breve e l'altro è più lungo).

VISTO CON IL MONOCOLO

UN PO' MARADONA E UN PO' BORGES...

Mentre scrivo sono in corso due processi diversi. Da un lato l’involuzione quasi totale della Repubblica italiana alle prese con le trappole infinite di una difficilissima elezione presidenziale. Ma quando mi leggerà il lettore, forse il problema sarà già risolto o avrà acquistato altre dimensioni. L’altro processo, sempre in evoluzione, è invece quello che riguarda la progressiva presa di potere di Papa Francesco I (la numerazione è abitualmente trascurata ma gli spetta di diritto). 80.000 spettatori in piazza San Pietro durante i giorni feriali e 150.000 per l’Angelus domenicale sono ormai una vetta popolare conquistata senza fatica dal pontefice argentino. Che continua ad imporsi per l’amore subitaneo che gli ha tributato la gente e per il modo di vivere furbescamente semplificato e allegramente articolato (si veda il duplice scambio di zucchetti bianchi con la folla). Ma a volte penso che, da europei, abbiamo trascurato un elemento di base per valutare il suo modo di vedere il mondo e di inserirsi nella società. Anche se di recente origine astigiana (o i genitori o i nonni) egli è pur sempre argentino, vale a dire cittadino di un paese alimentato dall’immigrazione italiana e spagnola ma al tempo stesso orgogliosamente autoctono nello sfrenato orgoglio nazionalistico. Di cui è un tipico prodotto il cosiddetto peronismo, vale a dire quella apparentemente contraddittoria mescolanza di stimoli destra e di sinistra, che in Europa non siamo mai riusciti a capire completamente e che credo sia rimasta profondamente confitta nelle vene della nazione, nonostante Peron e la moglie siano morti da anni. Ho trovato su questo tema un bellissimo aneddoto. Un giornalista britannico intervistava Peron sulle tendenze politiche degli argentini e questo rispose: “…Abbiamo un 30% di socialisti, un 20% di conservatori, un 30% di radicali…” “Ma i peronisti?” Lo interruppe il giornalista: “…Ma no, peronisti lo sono tutti quanti” rispose Peron. Mi chiedo se nella tenue mescolanza di elementi tradizionali e di elementi innovatori tipica di questo Papa, non agisca una forma di insolita convivenza che è proprio frutto del suo essere argentino (un po’ Maradona, un po’Borges).

(titolo originale: TUTTI GLI ARGENTINI SONO UN PO' MARADONA E UN PO' BORGES)




2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

L'aneddoto su Peron è bellissimo! Per quanto riguarda Papa Francesco io credo che, a prescindere da qualsiasi considerazione ecclesiastica, questo Papa è capace di trasmettere (da bravo sudamericano) quell'amore per la vita come solo un sudamericano sa fare. E credo che questo sia uno dei motivi per cui la gente si appassiona a lui. Essendo nata e vissuta 10 anni in Brasile ,paese che mi ha lasciato addosso questo amore per la vita,non posso dimenticarmi che il saluto fra due brasiliani che si incontrano è l'abbraccio, non una stretta di mano e questo la dice lunga sull'essenza di quel popolo!
Grazie per questo bell'articolo.

PuroNanoVergine ha detto...

Per una volta preferisco il titolo ufficiale alla sua scelta (tanto, quel che conta è la consueta bontà dell'articolo: interessante l'idea del "peronista Francesco").