Blog - Crediti


L'audio e i video © del Blog sono realizzati, curati e perfezionati da Lorenzo Doretti, che ha anche progettato l'intera collocazione.
L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

25 giugno 2013

FILM IN USCITA NAZIONALE


USCITA IN SALA IL 26 GIUGNO

Madoka Magica Animazione
Durata 130 minuti circa



USCITA IN SALA IL 27 GIUGNO

La quinta stagione
diretto da Peter Brosens e Jessica Woodworth



La Religiosa
di Guillaume NICLOUX,
con Pauline Étienne, Isabelle Huppert, Louise Bourgoin, Françoise Lebrun
OFFICINE UBU



Salvo
Durata 104 minuti circa



Blood
Diretto da Nick Murphy
con Paul Bettany, Mark Strong, Brian Cox e Stephen Graham
distribuito da Notorious Pictures
Vic Communication



Tra cinque minuti in scena
Regia di Laura Chiosone
Con Gianna Coletti, Gianfelice Imparato,Anna Canzi, Elena Russo Arman, Urska Bradaskija, Luca Di Prospero e con Anna Coletti



DOPPIO GIOCO  La verità si nasconde nell’ombra
diretto da JAMES MARSH
con  ANDREA RISEBOROUGH, CLIVE OWEN e GILLIAN ANDERSON
Moviemax



World War Z
regia di Marc Forster
con Brad Pitt, Mireille Enos
Universal Pictures Italy


Amore Carne
Regia di Pippo Delbono
con Bobò, Irène Jacob, Marie-Agnès Gillot, Margherita Delbono, Sophie Calle, Marisa Berenson, Tilda Swinton
distribuito Tucker Film.


Multiplex
diretto da Stefano Calvagna
Con Federico Palmieri,  Laura Adriani, Lavinia Guglielman, Tiziano Mariani, Gabriele Mira-Rossi, Jacopo Troiani e Francesca Romana Verzano

Prodotto e distribuito da Poker Entertainment

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come al solito ricopio qui la mia abituale rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. Riprendo dalla mia posta e-mail (claudiogfava@gmail.com) indicata anche dal giornale, un commento ricevuto dalla giovane e valente collega Maria Francesca Genovese. Naturalmente il Blog fa precedere automaticamente il suo testo dalla frase: "Claudio G. Fava ha detto".


VISTO CON IL MONOCOLO

ATTRAVERSO YOUTUBE PERISCOPIO SUL MONDO

Ogni generazione coltiva a modo suoi i rapporti con la tecnologia, che avvolge ormai ogni essere umano al pari di una immensa, impalpabile, cortina trasparente e, ciò nonostante, ferrea. Tenuto conto della mia età (a ottobre compirò 84 anni) i miei rapporti con il computer, e con le immense possibilità di semplificazione che il computer offre, sono stati al tempo stesso faticosi, affascinati e affascinanti. Costretto per motivi di salute ad uscire poco di casa ho trovato in Google una sorgente praticamente inestinguibile di informazioni di ogni tipo (spesso se ne ignora l’origine, ma vi seducono per l’esauriente completezza). E quindi ho anche scoperto YouTube che è definita “una piattaforma che consente la condivisione e visualizzazione di video”. Sembra essere proprietà di Google, e appunto dopo quest’ultima e Facebook, il terzo sito più visitato al mondo. E c’è una ragione. La quantità di documenti visuali e sonori che potete rintracciarvi quasi senza sforzo fa letteralmente paura, come una invisibile Biblioteca di Babele percorribile con un breve movimento del mouse. Confesso che da quando l’ho scoperta ci perdo delle ore. E’ sufficiente che mi venga in mente un nome anche poco noto per scoprire che su di lui sono riportati magari più di una intervista o di una trasmissione. Ed evidentemente se si tratta invece di una persona nota l’ammasso di immagini e di voci è quasi intrattenibile così come è altrettanto immenso il contributo volontario di singoli autori di fotografie o di filmini oppure una sistematica elencazione di oggetti specifici (provate, ad esempio, a porre la voce “fazzoletto” e vedrete che cosa ne salta fuori). Spesso ci sono interi film (non so come è risolto il problema dei diritti) ed intere antologie dedicate a grandi personaggi della cultura: ad esempio ho trovato una quantità di materiale sul grande pensatore francese Raymond Aron. Ho trovato anche molto materiale visivo su di me (in alcuni casi ne ignoravo l’esistenza o l’avevo dimenticata) anche se la minuziosa cecità della macchina tende a confondermi con il mio (quasi) omonimo Claudio Fava (senza la G.). E’ un mondo spaventoso ma affascinante dal quale non riesco più a separarmi.



21 giugno 2013

QUANDO MONICA VITTI AVEVA PAURA DI VOLARE

Grazie alla mia rubrica sul Corriere Mercantile ho ricevuto sul mio indirizzo e-mail: (claudiogfava@gmail.com) una lettera che, con l'autorizzazione dell'autrice riporto qui con la mia risposta ed una ulteriore risposta dell'autrice stessa. Il primo intervento era causato dal testo della rubrica del 16/01/2013 in cui facevo cenno della mia collaborazione con Class TV per "fornire" presentazioni televisive di film. Ecco qui l'intero materiale:

"L'ha detto lei nel suo articolo...vorrei proprio saperlo....
Io ho provato molto piacere nel leggerla e nel vedere la sua firma.
Sono una "vecchia" giornalista  che da Roma si è trasferita a Genova...ero al settimanale OGGI ai tempi in cui parlando di cinema si diceva...lo ha detto G:Fava...,
E non esistono fantasmi del passato ma ricordi delle persone di valore.
Io ho un piccolo ricordo di lei...piccolissimo anche se ci siamo incontrati per anni a ogni occasione cinematografica.
Un ritorno da Cannes, in aereo, dove con molta riluttanza era salita anche la Vitti, e io avevo paura quanto lei, l'aereo era pieno di amici romani che dicevano a tutte e due...ma insomma basta, paura di che cosa....
Arrivati a Roma, appena scesi dall'aereo lei mi è venuto vicino e mi ha detto...non dia retta, hanno tutti, tutti, paura...eccome...
Non so perché non l'ho mai dimenticato .Forse perché stimavo molto il suo modo di spiegarci il cinema...insomma trovarla sul Mercantile mi ha fatto piacere e ora andrò sul canale 27.
Molti auguri e un cordiale saluto.  
Germana Monteverdi"

"Cara Amica,la ringrazio della sua lettera gentile e della sua testimonianza. Che, in effetti, mi ha fatto venire in mente il viaggio da Cannes con la Vitti terrorizzata oltre ogni limite (non so perché ma mi sembra che a bordo ci fosse anche Mariangela Melato).Le faccio presente che ormai da molti anni (posso uscire con una certa fatica) alimento un Blog (Clandestino In Galleria, frase che è sufficiente formulare in google) seguito da un piccolo gruppo di fedeli lettori.Sarei contento se ad essi si aggiungesse anche lei.La prego di accogliere i migliori saluti.
P.S.Le sarei grato se mi autorizzasse a pubblicare nel Blog la sua lettera e la mia risposta. In caso affermativo mi scriva due righe di conferma.
         Claudio G. Fava"


"Certo, può pubblicare quello che vuole!!!!  grazie della sua risposta e passo a blog...Mariangela non la ricordo in quel volo.....quanto mi è dispiaciuto...un saluto
 Germana Monteverdi"

20 giugno 2013

RISPOSTA AUTOBIOGRAFICA (IMBARAZZATA MA DOVEROSA) A LUIGI LUCA BORRELLI

Rispondo subito a Luigi Luca Borrelli (post di commento alla mia rubrica del Mercantile pubblicata nel blog il 17/06/13) perché quel che scrive mi riguarda, anche personalmente, e in qualche modo rievoca una notevole parte della mia vita personale e professionale.
Mi rendo conto che una presentazione “vecchia maniera” possa risultare poco adatta ad una generazione “abituata ad una rapidità nel flusso formativo e visivo che per ovvi motivi in nostri padri non hanno conosciuto”. Curiosamente è una generazione che predilige, o comunque tollera, tempestosi dibattiti televisivi in cui per decine di minuti diverse persone gridano contemporaneamente, intasando in modo irreparabile i microfoni di studio.
Mi fa piacere che lei gusti le “presentazioni/introduzioni” di Vieri Razzini. Che, dopo la pensione, ha cominciato a lavorare sistematicamente nel campo del DVD d’autore, diventando in certo senso una garanzia per i suoi spettatori. Per un certo periodo Vieri ha lavorato nella struttura di Rai Due da me diretta prima di passare a Rai Tre dove, a fianco e insieme a Enrico Ghezzi, ha trovato una sua migliore collocazione. Se ricordo bene quando era a Rai Due mentre si trovava in viaggio di lavoro negli Stati Uniti comprò, su input mio e del Direttore di Rete Pio De Berti Gambini, la soap-opera “Capitol”, che fu il primo prodotto del genere ad essere programmato in Italia. A Rai Due dovetti sempre occuparmi anche delle soap-opera: oltre a Capitol ci fu “Quando si ama”, che andai a comprare in America e poi a Milano, e “Beatiful”, che fu una mia scoperta al MIP di Cannes e che poi, rivenduta dai proprietari direttamente a Mediaset, incredibilmente dura ancora oggi in America, e di riflesso in Italia. 
Ma quel che conta è il cinema, che io programmai per ventiquattro anni, prima, a partire dal 1970, nella Rai “unificata”, poi dopo la riforma inizialmente, per cinque anni a Rai Uno, e successivamente, sino al 1994, a Rai Due. Più di due decenni durante i quali curai non soltanto la programmazione ordinaria, ma molti grandi cicli, sia di attori che di registi, e, nel caso di Age e Scarpelli, di sceneggiatori (nella Rai dell’epoca questi due straordinari personaggi non erano considerati con molto rispetto perché avevano cominciato a lavorare con e per Totò!). Fra i molti protagonisti del cinema che ho recuperato e, spesso, ho contribuito a far conoscere meglio al grande pubblico italiano, c’è sicuramente Jean-Pierre Grumbach (in arte Jean-Pierre Melville, pseudonimo scelto durante gli anni di guerra in onore del grande scrittore americano Herman Melville). Egli, nato nel 1917 e morto nel 1973, era tempestosamente amato e/o contrastato in Francia ma di fatto poco conosciuto o addirittura ignorato in Italia. Nel maggio del 1974 io pubblicai un lungo e, in certo senso, devoto articolo su Melville ne “La Rivista del Cinematografo” (lo riproposi, nel 1979, in un’antologia di miei scritti intitolata le “Camere di Lafayette”). In certo senso risale, a quell’articolo, almeno in parte un risorgere d’interesse da parte di alcuni critici italiani. Ne fu idealmente la prosecuzione un ciclo di film che io organizzai e poi presentai in video a Rai Uno, intitolato ovviamente “Un americano a Parigi” (l’amore per il cinema hollywoodiano era una delle caratteristiche più evidenti della vita e dell’opera di Melville). In quell’occasione riuscii a recuperare in Francia ed a far doppiare per l’Italia (la sottotitolazione mi era rigorosamente proibita) i suoi primi tre film, che il nostro mercato aveva sempre ignorato. E cioè il suo piccolo capolavoro di esordio “Il silenzio del mare” (Le silence de la mer, 1947-1948) e “I ragazzi terribili” (Les enfants terribles, 1950), frutto di una inattesa collaborazione con Jean Cocteau, “Bob il giocatore”, (Bob le flambeur 1956), commedia drammatica, fra il “nero” e il crepuscolare, che di Melville è uno dei risultati più curiosi. Naturalmente (eravamo, se ricordo bene, nel 1979) fu difficile, se non impossibile, ottenere i diritti sui i film più recenti e, tipicamente, su quello che fu forse l’unico, grande successo di pubblico (soprattutto in Francia) di Melville, e cioè “I senza nome” (Les cercle rouge, 1970). Comunque riuscii a portare il ciclo a compimento, e le assicuro che allora (con un mercato rivoluzionato dall’avvento improvviso delle televisioni private ed un numero limitato di collocazione di cinema a disposizione) era un bel risultato. E so ben io di quanta e quale fatica (anche amministrativa) fosse il frutto. In ogni caso il ciclo contribuì ad una migliore conoscenza in Italia di Melville e provocò un indubbia “ricaduta” pubblicistica, a partire da un “Castoro” di Pino Gaeta.
A dover ripercorre la mia carriera e, in fondo, spiegare chi sono (a ottobre, se ci arriverò, compirò 84 anni) mi sento un po’ imbarazzato. Ma rendendomi conto che non c’è nessuna malevolenza nel fatto che lei mi conosca poco, o punto, le fornirò alcune altre informazioni. Per 24 anni ho scelto e programmato film alla Rai (per gli ultimi 13 anni anche telefilm, sceneggiati e soap-operas, ma questo è un altro discorso) ereditando ma lanciando al massimo livello l’idea di cicli specifici, dedicati ad un tema o a un personaggio (regista o attore/attrice). C’è tutta una generazione, che va adesso dai 40 ai 70 anni che, in un’epoca senza documenti portatili (i VHS e poi di DVD) che ha imparato a conoscere molto cinema, soprattutto americano, grazie alla mia mediazione ed alle mie presentazioni (queste ultime furono quelle che invogliarono Maurizio Nichetti ad offrirmi la parte di un critico cinematografico televisivo in “Ladri di saponette”). Molto cinema americano, dunque, molto cinema italiano, e anche molto cinema francese, a causa del quale ricevetti una decorazione abbastanza importante (è l’unica che io posseggo), per cui sono “Officier des Arts et des Lettres”.
Potrei continuare a parlare di me, ricordando le migliaia di articoli pubblicati dalla fine degli anni ’50 ad oggi ma non vorrei esagerare. Il fatto che lei mi conosca a causa del Morandini (Morando è un mio amico da oltre mezzo secolo ed ho visto bambine le figlie, una che fa la costumista a Roma e l’altra che lavora col padre al dizionario) mi suggerisce un’idea. Qualche tempo fa pubblicai mensilmente in “Film Tv” una rubrica il cui titolo era stato scelto da quello che ne era allora il direttore, Aldo Fittante, e cioè “Salvate la Tigre”. Nella rubrica ogni volta evocavo un titolo (o più titoli) di film per i quali ero intervenuto alla Rai: li avevo importati in Italia oppure avevo operato una “restitutio in integrum, eccetera”. Ho deciso che ne spedirò le fotocopie a Morando in modo che possa apportare qualche precisazione in alcune voci del vocabolario.
Mi auguro di non essere stato eccessivamente lungo e le porgo i migliori saluti.

18 giugno 2013

FILM IN USCITA

FILM IN USCITA IN ITALIA A PARTIRE DAL 20 GIUGNO 2013


Stoker
Regia di Chan-wook Park
Durata 100 minuti circa
TWENTIETH CENTURY FOX
Ufficio Stampa: Roberta Avolio  Cell. 338-3674679


DREAM TEAM (Les Seigneurs)
Diretto da Olivier Dahan
con José Garcia, JeanPierre Marielle, Franck Dubosc, Gad Elmaleh, Joey Starr, Ramzy , Omar Sy
Medusa Film
Durata 97 min
Valentina Guidi +39 335 6887778
Mario Locurcio +39 335 8383364


Passioni e Desideri (360)
di Fernando Meirelles
con Anthony Hopkins, Jude Law, Moritz Bleibtreu e Rachel Weisz
Bim Distribuzione
durata 110 minuti


L’uomo d’acciaio
Regia di Zack Snyder
«continua
Durata 143 minuti circa.


Cha Cha Cha
Regia di Marco Risi
Durata 90 minuti circa
01 Distribution


Tulpa
Durata 82 minuti circa

17 giugno 2013

A DOMANDA RISPONDE

Rispondo qui ai due post apparsi a commento del mio precedente "A domanda risponde" del 12/06/13.
SG conferma anch'egli quel che pensavo già, e cioè che le parole "leggera", "legera" e "lingera" facciano tutti parte, pressapoco con lo stesso significato, del vocabolario semi-comune di tre importanti dialetti gallo-italici: il lombardo, il piemontese e il ligure (naturalmente non entro nell'argomento, vastissimo, dell'articolazione complessa del dialetto, nelle varie città, cittadine, paesi e paesini delle tre regioni). 
Per quel che riguarda Luigi Luca Borrelli su Gennario Quagliariello mi riservo una risposta non appena avrò letto (il mio libro mi occupa ancora molto in questi giorni) l'amplissimo volume dello stesso Quagliariello su De Gaulle. L'ho appena ricevuto via Amazon e cercherò di smaltirlo al più presto. Mi incuriosisce la ricerca di Borrelli su Francesco Giuseppe. Naturalmente avrà già provveduto per conto suo ma le segnalo comunque la voce di google Libri su Francesco Giuseppe, nella quale sono riportate le copertine di una ventina di volumi. In ogni casoecco un aneddoto a proposito di "Cecco Beppe" (come era chiamato con un sottofondo beffardo nell'Italia sino al 1916; molti non sanno che da quella parola "Cecco" proviene "cecchino" nel senso di tiratore scelto, tipico, almeno inizialmente, dell'esercito Austro-Ungarico). Sull'Imperatore mi ricordo il ritratto che vien fuori dalle memorie dell'Ammiraglio Horthy, il quale fu poi per molti anni il quasi ragionevole dittatore dell'Ungheria. Horthy, come ufficiale superiore della marina Austro-Ungarica, fu per diversi anni aiutante di campo di Francesco Giuseppe. Dai suoi ricordi vien fuori il ritratto di un uomo volutamente molto semplice, che riduceva il cerimoniale al minimo indispensabile, in un palazzo immenso e sontuoso dormiva in un lettino da campo e aveva adottato per tutti i suoi incontri e le sue udienze, una regola molto semplice: orari precisi da rispettare in modo ferreo e nessuna cerimonia per annunciare il visitatore all'imperatore. Ovvero esattamente all'ora fissata bisognava aprire la porta e fare entrare l'ospite senza neppure annunciarlo. Non so perché questo particolare, se vuole minimo, mi è rimasto infisso nella memoria. Non mi illudo che possa esserle utile ma la prego lo stesso di gradire i miei saluti

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come al solito riporto qui il testo della mia rubrica domenicale di ieri 16 Giugno 2013 apparsa sul "Corriere Mercantile". In attesa di contributi più ampi molti cordiali saluti a tutti.


VISTO CON IL MONOCOLO

SU CLASS TV TORNA IL CRITICO COL PAPILLON

Giovedì scorso ho terminato il mio viaggio nel passato. Ho registrato (a casa mia qui a Genova) le ultime tre presentazioni di film -9 in tutto- che andranno in onda a partire da Settembre su Class TV, rete televisiva milanese rintracciabile al numero 27 del digitale terrestre. E’ un esperienza di ritorno all’indietro che faccio per la seconda volta. L’anno scorso registrai complessivamente 10 presentazioni che andarono poi in onda settimanalmente, sempre su Class TV, a partire dal 05/10/2012. Il mio ritorno dopo tanti anni fu gentilmente salutato nei giornali da vecchie conoscenze come Alessandra Comazzi (La Stampa) e Aldo Grasso (Corriere della Sera) e anche in diverse testate da molti altri colleghi. In questo modo, seppure alle prese con un pubblico infinitamente ridotto rispetto a quello di Rai Due e di Rai Uno, rientravo ufficialmente in un mito cinematografico degli anni dai ‘60 ai ‘90, e cioè quello del critico ufficiale che introduceva la visione di un film, secondo un rito inventato, molti anni prima dell’avvento della televisione, nei Cineguf d’anteguerra e nei Film Club del dopoguerra. Era una sorta di utile scocciatura culturale (Paolo Villaggio rese famoso il suo giudizio sull’Incrociatore Potemkin: a volte, secondo gli umori, egli sostiene che sono io il critico in questione, altre volte che è Claudio Bertieri) a cui pagarono il loro tributo intere generazioni di spettatori. Traslocato di peso in televisione ne divenne, in certo modo, un simbolo (per questo molta gente di una certa età si ricorda ancora delle mie presentazioni in video corredate da cravattina a farfalla). A questo punto, al di là del piacere procurato dal cedere ad  una personale vanità mi chiedo se l’esperienza (mia ma anche di tanti altri, come Rondi, Di Giammatteo, Pintus, Razzini, eccetera) si è portati a chiedersi se l’esperimento può essere tollerato dallo spettatore televisivo di oggi. Abituato non ai pochi film settimanali di un tempo ma al torrente in piena della programmazione cinematografica attuale, che tracima in tutte le televisioni pubbliche e private. Avrà voglia e tempo di ascoltarmi (per tre minuti) o gli sembrerò un fantasma del passato?
Vorrei proprio saperlo.


12 giugno 2013

A DOMANDA RISPONDE

Secondo consuetudine e buona educazione mi accingo a rispondere ai post giunti a partire dal 13/05/2013. Se fosse un burocrate fatto e finito direi “mi accingo ad evadere la corrispondenza”, frase che contiene una tonalità, come dire, anti-carceraria che mi è parsa sempre divertente.
Ringrazio Enrico per la precisazione su “robba paccuta” e per l’elenco di film che mi ha inviato, molti dei quali sono prodotti di alta classe tipici di un cinema medio-alto che adesso sembra stratosferico, immagine di un’ Italia totalmente scomparsa nel giro di pochi decenni. Oltre a quelli famosissimi (tipo “I soliti ignoti”, “I mostri”, “C’eravamo tanto amati”, “La grande guerra”, “Una vita difficile”, eccetera) mi fa piacere poter annotare “Audace colpo dei soliti ignoti”, “Fantasmi a Roma”, “L’udienza”, “Quelle strane occasioni”, “Io, io, io…e gli altri”, “Policarpo ufficiale di scrittura”, “Il padre di famiglia”, eccetera. 
Per descrivere un rimpianto senza possibilità di riscatto in genovese c’è un bellissimo modo di dire: “Sun messe dite” a cui si risponde “E vespri cantè”. E cioè “sono messe dette” (cioè: celebrate) e “vespri cantati”. Evidentemente è un risvolto verbale nato in un’epoca di maggior dimestichezza liturgica. Ringrazio Enrico per il saluto e Luigi Luca Borrelli il problema calcistico che mi pone non è di facile risoluzione: penso anche io che dietro le squadre importanti della Bundesliga e della Liga (senza Bund) ci sia molta paccottiglia, anche se vedendo certe partite tedesche e spagnole si ha la sensazione che in entrambi i campionati, al di là del valore reale delle squadre, si giuochi con un abbandono e una felicità che noi abbiamo completamente perso. 
Ringrazio Enrico e Rosellina Mariani per i loro commenti a proposito dei “femminicidi”. 
Per quel che riguarda l’ossessione di apparire in televisione mi ha divertito la citazione riguardante “El besuquero”, che però mi sembra parola più spagnola che portoghese. Chiedo il parere di Rosellina.
Per quel che riguarda la posta del 27 Maggio ringrazio tutti quelli che hanno gustato le “Favole di Framura”. Ho girato a mia moglie i loro commenti. Mi dicono che i commenti (recensioni) possono essere scritti direttamente su Amazon, cliccando su “recensioni clienti” e seguendo poi le direttive.
Passiamo ai post del 30/06/13. Ringrazio Rosellina per la mia “cultura enciclopedica”. Prendo atto delle riserve di Enrico, Giulio Fedeli e Luigi Luca Borrelli a proposito di Gaetano Quagliariello. Ho ordinato il libro, lo attendo e, con il giusto intervallo, vi riferirò le mie impressioni. Su De Gaulle ho letto molto (perfino i due corposi libri di intervista con il figlio, Ammiraglio Philippe De Gaulle) e perciò starò molto attento. Ma non intendo partire prevenuto, come mi sembra facciano i miei lettori.
Venendo ai post del 5/06/13 faccio presente a Luigi Luca Borrelli (vivacissimo in queste ultime puntate) che il libro che sto scrivendo e che contiene parecchi contributi di altri autori è quasi terminato. Per scaramanzia non ne parlerò prima di aver consegnato il testo all’editore. In quanto a Giancarlo Giannini confermo che, non appena avrò un po’ di tempo libero intendo assolutamente realizzare la telefonata promessa. A Rosellina preciso che, in realtà, io ho segnalato il film che Giannini ha recentissimamente diretto e interpretato in America. Ma in senso stretto, non avendolo visto, non ho raccomandato di andarlo a vedere, anche se la segnalazione, in certo senso, può parere quasi una raccomandazione. Sempre a Rosellina ricordo che le segnalazioni dei critici hanno luogo nel periodo in cui si realizza, mensilmente, la cosiddetta Stanza del Cinema. In Luglio, Agosto e Settembre essa è sospesa ed è quindi anche sospesa l’aggiudicazione mensile dei voti. Giusta l’annotazione di Enrico per quel che riguarda Alain Delon e Giancarlo Giannini ne “La prima notte di quiete” diretta da Valerio Zurlini (1972) (fra gli altri attori Adalberto Maria Merli, Renato Salvatori, Salvo Randone, Alida Valli, eccetera). C’è tutta una generazione che è rimasta fulminata da questo film. Il mio amico Natalino Bruzzone, che adesso ha sessant’anni, ne era talmente affascinato che il suo concittadino Antonio Ricci (quello di Striscia la Notizia: sono entrambi albenganesi) lo chiamava: “Natalon Delon”.
Venendo ai post del 10/06/13 ho già risposto a Rosellina per quel che riguarda la paternità di “Derrick” e “Hill Street”. Ringrazio SG per le precisazioni su alcuni titoli di film polizieschi (“Criminal Minds”, “Justified”, “The Mentalist”, eccetera). Naturalmente se ne potrebbero aggiungere molti altri, ad esempio “The District” (con Craig T. Nelson protagonista) che in America è durato solo 4 anni e che in Italia va ancora in onda adesso. Per non fare troppe ricerche ho attinto ad un unico elenco ma evidentemente la “fornitura” americana è molto più ampia e, quasi sempre, di buono, se non di ottimo, livello. Ma forse, proprio per questa ragione, è un pochino pericoloso, come una sorta di immensa antologia di messaggi subliminali? Me lo chiedo ogni tanto. Penso che Rita M. dimostri buon gusto attenendosi a molti piccoli classici del passato. Non c’è dubbio che in questi ultimi decenni la produzione televisiva sia diventata estremamente più esplicita e violenta di quanto non lo fosse un tempo. Pensi ai diversi seriali ambientati all’interno di servizi specializzati nei rilievi scientifici sulle vittime di crimine: più passa il tempo e più la macchina da presa si muove su corpi umani dilaniati dai proiettili e sventrati dagli anatomisti della polizia (si tratta, e vero, di manichini costruiti in laboratorio, ma la perentoria violenza dell’immagine resta).
Vedo infine con piacere che SG spiega ad Enrico che cosa vuol dire “ligéra”. Proviene dal gergo che descriveva la malavita milanese di molto tempo fa. Ho la sensazione che sia diffusa anche in altri dialetti gallo-italici ma non è ho le prove. Per ricorre a quello della mia città ricordo che in genovese “legera” (o leggera) significa, al femminile anche se si tratta di un uomo, vagabondo, mascalzoncello, persona di costumi discutibili. Sembra che non sia citato nel famoso vocabolario ottocentesco del Casaccia ma io l’ho sentito usare più di una volta (quello li è “una” legera).

11 giugno 2013

PRECISAZIONI

PRECISAZIONI SU DERRICK


In attesa di rispondere (con il solito A Domanda Risponde) ai vari interventi che riguardano i miei contributi più recenti sul Blog, sento il dovere di precisare una cosa. Rosellina Mariani, nel suo commento alla mia rubrica sul Corriere Mercantile che riguarda i telefilm polizieschi mi impresta il merito di aver portato in televisione "Derrick", "Hill street giorno e notte", "Miami Vice" e "Hunter". In un periodo di circa 13 anni la loro collocazione in palinsesto e la loro programmazione è dipesa da me. Infatti nella rubrica ho scritto "Ho contribuito a programmare". Ma i meccanismi di acquisizione sono stati diversi per ognuno di essi. "Derrick" è stato segnalato e fatto comprare da un amico, Piero Castellano, che lo scovò in uno dei primissimi MIP di Cannes. Piero allora lavorava a Rai Due mentre io a Rai Uno mi occupavo solo di film e non di telefilm. Quando poi divenni Capostruttura a Rai Due fra le mie varie competenze rientrarono anche i telefilm, di cui all'interno della struttura Piero Castellano continuò ad occuparsi con la sua abituale solerzia. Del magazzino faceva ormai parte, in modo decisivo, "Derrick" che io contribui a far acquistare ad ogni nuova produzione (in genere ne venivano girati 11 all'anno, ovvero 1 al mese più un mese di ferie). All'epoca andai a Monaco di Baviera e su "Derrick" girai un documentario; durante la lavorazione appresi, fra l'altro, che gli interni generalmente erano realizzati non in studio ma in un appartamento (ogni volta diverso) affittato per un mese. In quanto a "Hill street" quando arrivai a Rai Due me lo trovai già acquistato e doppiato, per merito di qualcuna delle eccellenti funzionarie che nella rete si occupavano di telefilm. Non era ancora stato trasmesso e, siccome il titolo originale era "Hill street blues" io, temendo che la gente lo prendesse per un programma musicale, feci a tempo a chiamarlo "Hill street giorno e notte" per suggerire un sottofondo più drammatico (in realtà non servì a niente perché tutti continuarono a chiamarlo solamente Hill Street). Degli ultimi due mi assumo completamente la responsabilità: Miami Vice lo vidi e lo feci comprare subito durante uno dei miei viaggi annuali a Los Angeles per un grande mercato internazionale chiamato "May Screening", cioè le "Proiezioni di Maggio". "Hunter" l'acchiappai al volo durante un mercato in Europa, ma non mi ricordo esattamente dove. In America era in onda da anni ma per un problema di diritti non era mai stato posto in vendita in Europa. Per cui, acquistandolo, mi trovai a disposizione un gran numero di episodi, così da garantire una programmazione a lungo termine. Ci tenevo a fornire queste precisazioni per non dare l'impressione di volermi appropriare di meriti non miei.

10 giugno 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come ogni lunedì pubblico il testo della mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. Mi auguro che il tema dei telefilm polizieschi io sia riuscita a svilupparlo abbastanza bene, cosa non facile avendo a disposizione soltanto 2.200 battute.
Approfitto dell'occasione per assicurare tutti quelli che mi hanno scritto ultimamente che cercherò di rispondere a tutti, riservando loro il maggior spazio disponibile.
Molti cordiali saluti a tutti.

VISTO CON IL MONOCOLO

L'ARTE IMITA LA VITA O VICEVERSA?

Credo onestamente di avere qualche responsabilità. Sono un lettore di romanzi polizieschi sin dalla primissima adolescenza quando, sfollato nella campagna di Novi Ligure, venni iniziato da un amico più anziano ai gialli Mondadori. Da allora ho continuato a leggere libri e, da dirigente Rai, ho anche contribuito a programmare in televisione molti seriali polizieschi, da “Derrick” a “Miami Vice”, da “Hill Street giorno e notte”, ad “Hunter” e via citando. Come appassionato sono lieto del crescente interesse che la produzione televisiva (in gran parte americana, ma non solo) riserva ai “thriller” seriali. Ma al tempo stesso non posso liberarmi da un vago ma tirannico senso di colpa. Vedo che i televisori traboccano sempre più di opere di genere. Fra quelli tuttora in corso c’è NCIS, sia sulla Rai che su FoxCrime. Il quale nasce da una tale ossessiva ricerca della specializzazione che l’acronimo significa Naval Criminal Investigative Service, ovvero rispecchia (non so se esista davvero) un servizio di polizia criminale della Marina Militare degli Stati Uniti. Poi c’è “Major Crimes” che è, come si dice, uno spin-off (cioè una derivazione) di “The Closer”. Poi ancora “The Glades”, con un ispettore che indaga sullo sfondo delle Everglades, zona paludosa della Florida. Poi ancora “Bones” (cioè Ossa) con una antropologa forense che fa inchieste sugli scheletri. E ancora in vita (forse per poco) “Criminal Minds”, cioè “Menti Criminali” su Rai Due. Senza contare i titoli, terminati di recente o ancora in corso, dovuti al talento di quell’ abilissimo e fortunato produttore di cinema e TV che è Jerry Bruckheimer: “Senza Traccia”, “Chase”, “Cold Case”, “The Forgotten”, “Hostages” (per documentarmi ho attinto, lo confesso,  a “Serialmente” di Arnalda Canali su Sette).
Come si vede un accerchiamento quasi ossessivo di prodotti spesso di alto livello, ma altrettanto spesso durissimi e spietati. In un mondo reale, che ci ossessiona ogni giorno con crimini d’ogni specie e di ogni tipo di forsennata violenza, i quali  sembrano rimbalzare dalla vita agli schermi e viceversa. Sarà vero, come dicevano un tempo le mamme, che il degradarsi della vita sia (almeno in parte) colpa della TV?

Claudio G. Fava
(battute 2.200)

5 giugno 2013

STANZA DEL CINEMA

Come ho già fatto in precedenza pubblico qui l'abituale elenco mensile concernente  27 film "usciti" a Genova nel mese di Maggio e i relativi voti dei colleghi del Gruppo Critici Ligure. 
Insieme a questo elenco ne pubblicherò un altro di un tipo a cui attingo per la prima volta. Si tratta dell'elenco dei film usciti in Italia o di uscita imminente, in questo caso dal 29 Maggio al 6 Giugno. Se la cosa interesserà vedrò di aggiornare l'elenco periodicamente. Altrimenti la sospenderò.
Cordiali saluti a tutti.


FILM USCITI IN ITALIA DAL 29 MAGGIO AL 6 GIUGNO


FILM IN USCITA il 29 Maggio 2013 in sala solo un giorno

Akira animazione e azione
Diretto da Katsuhiro Otomo
con Mitsuo Iwata, Hiroshi , Nozomu Sasaki, Mami Koyama, Tesshô Genda, Masaaki , Yuriko Fuchizaki, Tatsuhiko Nakamura, Takeshi Kusao, Kazuhiro Kamifuji.
Nexo Digital.
durata 124 min

FILM IN USCITA il 30 Maggio 2013

Una notte agli studios
Diretto da  Claudio Insegno
con  Giorgia Wurth, Enrico Silvestrin, Claudio Insegno, Beppe Iodice, Francesca Nunzi,  Sandra Milo, Eva Robbin's e con Pino Insegno, Michele La Ginestra e la partecipazione di Daniel Mc Vicar e Luca Ward
Pierluigi Manzo

Tulpa – I demoni del desiderio
Diretto da  Federico Zampaglione
con Claudia Gerini, Michele Placido, Michela Cescon, Nuot Arquint, Ivan Franek, Federica Vincenti, Giorgia Sinicorni, Giulia Bertinelli e Crisula Stafida
AI Entertainment.
REGGI&SPIZZICHINO Communication


Ti ho cercata in tutti i necrologi
Diretto da  Giancarlo Giannini
Con  Giancarlo Giannini, F. Murray Abraham, Silvia De Santis
Bolero Film
Ufficio Stampa Ornato Comunicazione S.r.l

Solo Dio perdona
Regia di Nicolas Winding Refn
Con Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Tom Burke, Vithaya Pansringarm,
Durata 90 minuti circa


Una notte da leoni 3
Diretto da Todd Phillips
con  e Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Ken Jeong, John Goodman, ecc
distribuito da Warner Bros
durata 100 min.


Tutti pazzi per Rose (Populaire)
Diretto da Régis Roinsard
con  da Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Shaun Benson, Mélanie Bernier, ecc
distribuito da Bim Distribuzione
durata di 90 min

Benvenuti a Saint-Tropez
Diretto da Danièle Thompson
con  Eric Elmosnino, Lou de Laâge, Kad Merad, Clara Ponsot, Max Boublil, Monica Bellucci, ecc
distribuito da Made in Italy Film
durata di 100 min

Slow Food Story  documentario
Diretto da Stefano Sardo e interpretato da Carlo Petrini, Azio Citi.
distribuito  da Tucker Film
durata di 74 min.

FILM IN USCITA dal 3 al 5 giugno

Carlo! Documentario
Diretto da Gianfranco Giagni, Fabio Ferzetti
della durata di 76 min.                


FILM IN USCITA 04 giugno

Monicelli. La versione di Mario documentario
Diretto da Mario Canale, Felice Farina, Mario Gianni, Wilma Labate, Annarosa Morri.
della durata di 83 min.

FILM IN USCITA 6 giugno

AFTER EARTH
Regia di M. Night Shyamalan
con Will Smith, Jaden Smith, Sophie Okonedo e Zoë Isabella Kravitz
Warner Bros. Pictures Italia
Durata: 100 minuti

THE BAY  Il panico si nutre di paura
Regia di Barry Levinson
Con Kristen Connolly, Kimberly Campbell, Christopher Denham,
distribuito M2 Pictures
durata di 84 min

Holy Motors
Regia di Leos Carax
Con Eva Mendes, Kylie Minogue, Michel Piccoli, Denis Lavant
durata  115 min

Quando meno te lo aspetti (Au bout du conte - Under the Rainbow.)
Diretto da Agnès Jaoui
con  Agathe Bonitzer, Arthur Dupont, Valérie Crouzet, Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui
distribuito da Lucky Red
durata  93 min

Voices
Regia di Jason Moore
con Anna Kendrick, Brittany Snow e Rebel Wilson
Universal
Durata 112 min.


The butterfly room  sarebbe disponibile il regista Jonathan Zarantonello
Diretto da Gionata Zarantonello
con Barbara Steele, Ray Wise, Erica Leerhsen, Heather Langenkamp,
distribuito in Italia da Achab Film
della durata di 87 min.

Paulette
Regia di Jerome Enrico
Con Bernadette Lafont, Carmen Maura, Dominique Lavanant ecc
Movimax
Durata 87 min

FILM IN USCITA 7 giugno
P.O.E. - Poetry of Eerie
di Autori Vari - Film a Episodi - distr. Distribuzione Indipendente
Alessandra Sciamanna
Ufficio Stampa | Distribuzione Indipendente
mobile: (+39) 334 72 03 546
press@distribuzioneindipendente.it



Invito i lettori a fare attenzione. Fra i Film in uscita il 30 Maggio ce n'è anche uno dal titolo volutamente bizzarro: TI HO CERCATA IN TUTTI I NECROLOGI. Non l'ho visto ma credo che valga la pena di segnalarlo perchè è interpretato ma anche diretto da Giancarlo Giannini. Il quale ritorna così dopo 26 anni a fare il regista (nel 1987 egli esordì con "TERNOSECCO"). Su questo film è già apparso in internet molto materiale: interviste, recensioni, anche video on-line. Il film è stato girato in inglese in America (fra Canada, Texas e Arizona) e a quanto sembra nasce da un progetto accarezzato per anni dallo stesso Giannini e finalmente realizzato. Il tema centrale è tipico di una certa "fantascienza fredda" (stile "LA DECIMA VITTIMA"): un taxista di origine italiana accetta, per pagare un debito di gioco, a rischiare, per venti minuti, di essere ucciso in una caccia spietata. Sembra che il film sia ricco di sequenze di azione che Giannini (anni 71) ha interpretato di persona e senza controfigura. Ha dichiarato: "Mentre giravo ho pensato o esce il film o muoio io".
Per fortuna è rimasto vivo e quindi in grado di essere intervistato. Avevo già preso dei contatti telefonici con Giancarlo, che è sempre gentilissimo, e poi all'ultimo momento lui ha avuto un problema. Appena mi libero dagli ultimi pesi del libro in preparazione lo richiamo e vedo di allestire una lunga telefonata. Credo che ai lettori possa interessare.

3 giugno 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come ogni lunedì riporto qui il testo della mia rubrica apparsa sul Corriere Mercantile 2 Giugno. Come vedrete il tema è quello di una decisiva riforma costituzionale, che ricorre ormai ossessivamente, sia nei giornali che alla televisione. La cosa che mi stupisce, e sulla quale vorrei tornare in seguito, è che ormai le voci favorevoli al semi-presidenzialismo ed al doppio turno di voto si infittiscano, sia a destra che a sinistra. Eppure mi ricordo un tempo, lontano ma non lontanissimo, in cui parlare di repubblica presidenziale suonava come un anatema, come una sorta di indiretto ma determinante richiamo ad una forma strisciante di fascismo. Dietro il presidenzialismo era in agguato la dittatura. Chi ha una certa età ricorda che il povero Randolfo Pacciardi, che aveva comandato il Battaglione Garibaldi delle Brigate Internazionali durante la Guerra di Spagna ed era stato ferito, fu praticamente accusato di golpismo e di fascismo, perché voleva una Repubblica Presidenziale, vicina in questo alle richieste di Edgardo Sogno (che lui, si, se ricordo bene, confessò apertamente in una lunga intervista di avere meditato un colpo di stato, stante il pericolo di una occupazione comunista della cosa pubblica). Che l'accusa di fascismo colpisse uno che aveva combattuto contro Franco e provenisse da gente che, magari, durante gli anni del Regime, era stata prudentemente zitta, rimane un fatto tipico di quel che è la lotta politica in Italia (e, forse, la lotta politica ovunque, senza distinzione di confini e di etnie).

VISTO CON IL MONOCOLO

QUAGLIARIELLO EVOCA L’OMBRA DI DE GAULLE
Io sono affetto da quella che si potrebbe definire una “ignoranza enciclopedica”. Vale a dire che potrei sommare tutti i grumi della mia ignoranza in ordine alfabetico e raggiungere praticamente l’intero scibile umano. Farò un esempio abbastanza crudele. Fino a qualche tempo fa non sapevo neppure chi fosse Gaetano Quagliariello. Sembra il nome di un fantasista napoletano dei primi del’900, invece è quello di un importante accademico, ordinario di storia dei partiti politici presso la LUISS di Roma, ed ora Ministro per le riforme costituzionali nel governo Letta. Ho scoperto anche che è considerato il più importante studioso nostrano di De Gaulle. Non solo ha pubblicato un libro sul Generale (ultima edizione italiana del 2012) ma almeno due testi in francese: “La religion gaulliste” (2007) e “Gaullisme, une classification impossibile. Essai d’analyse comparée des droites françaises et italiennes” (2009). Da vecchio estimatore di De Gaulle mi vergogno della mia ignoranza ma soprattutto mi auguro che questa coincidenza -forse non del tutto casuale, Letta mi sembra informato- porti a felici risultati. Fra i tanti meriti del Generale (e di Michel Debré che collaborò in modo decisivo alla Costituzione del 1958) vi è sicuramente quello di aver introdotto in Francia una forma di semi-presidenzialismo che, attraverso un sistema di elezioni a due turni, consente ai cittadini di scegliere il proprio Presidente e, soprattutto, un Presidente dotato di poteri decisionali essenziali (il Primo Ministro è, nel migliore dei casi,  il suo primo esecutore e comunque non può essere sfiduciato dal Parlamento). E’ un meccanismo che da circa 60 anni ha consentito alla Francia di funzionare senza eccessivi traumi sostanziali, ed ha anche superato la difficile prova della cosiddetta “coabitazione” (il Presidente di un colore ed il Primo Ministro ed il Governo del colore opposto). Altrimenti il meccanismo avido di potere dei partiti avrebbe provocato le stesse conseguenze che si sono verificate in Italia (ed a cui ha cercato di porre riparo, negli ultimi anni, il Presidente Napolitano, forzando le prerogative, squisitamente notarili, del capo di una Repubblica parlamentare).
Speriamo bene.
Claudio G. Fava
(battute: 2.198)