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25 gennaio 2008

Usa: dal Doc al Mock (documentari veri e finti)

In uno dei primi numeri di questa rubrica ho rievocato i film americani di ambiente presidenziale tipici dell’ossessione americana, larvatamente monarchica, nei confronti della massima Autorità degli Stati Uniti, dotata di poteri che non hanno equivalenti, in nessuna struttura statuale europea. Neppure in quella della Francia, ove tuttavia il presidente –anche egli direttamente eletto dai cittadini come in America - ha un diritto di prelazione, tipicamente gollista, per ciò che riguarda la politica estera e la difesa nazionale.
Non è dunque un caso che in queste ultime settimane siano apparsi due film, “Bobby” di Emilio Estevez,e “Morte di un Presidente” l’uno americano e il secondo, significativamente britannico, ancora una volta centrati su due Presidenti. O più esattamente il primo su un candidato alla Presidenza, Robert F. Kennedy - Bobby è un diminutivo famigliare, un po’ come dire “Robertino” - assassinato da un giordano d’origine palestinese, Sirhan B.Sirhan, il 4 giugno 1968 all’Ambassador Hotel di Los Angeles mentre stava festeggiando la vittoria alle primarie (momento decisivo delle elezioni presidenziali americane). L’assassinio, ricordo, avvenne quasi cinque anni dopo quello di suo fratello maggiore John, avvenuto a Dallas il 22 novembre 1936. Il secondo film è centrato invece su un vero Presidente, George W. Bush di cui il regista britannico televisivo britannico Gabriel Range (con la complicità di uno sceneggiatore, Simon Finch, addirittura specializzato in falsi documentari collocati in un futuro prossimo) immagina la morte “avvenuta” il 19 ottobre 2007, a Chicago. Bush sta tenendo un discorso all’Hotel Sheraton mentre in città si svolge un’amplissima manifestazione contro di lui e la sua politica di guerra. E viene ucciso da un attentatore che riesce a fuggire. Si crede di individuarlo in un uomo di origine siriana, e da quel momento si concretizzano le indagini che cercano di provarne la colpevolezza mentre, ovviamente, il vero responsabile è un altro…..In sostanza mentre “Bobby” è un vero documentario, “Morte di un Presidente” è quello che gli americani chiamano un “DocMock. Ove “Doc” sta per “ documentary” e “Mock” significa “finto”, “simulato”. Ricordiamo che “To Mock” significa “deridere, canzonare, schernire”, “Mocker” è uno che si fa beffe o un burlone e che “Mockery” vuol dire “derisione, ironia, scherno”. Ecco perché in inglese si usa anche la parola composita “Mockumentary” che è sempre un falso documentario cinematografico, costruito con le meticolose convenzioni e le false testimonianze che debbono sembrare vere. Queste precisazioni potranno sembrare eccessive, ma si deve tener conto del fatto che nella cinematografia anglosassone il “DocMock” occupa una parte considerevole, rispondendo a due stimoli diversi: quello dell’humour organizzato e quello del documentarismo naturalistico, fusi insieme. La filmografia in materia, sia sul versante comico che su quello drammatico, è amplissima. E non è un caso che proprio in questi stessi giorni, circoli nelle nostre sale un clamoroso esempio di “DocMock” provocatorio, “Borat”, interpretato da Sacha Baron Cohen, attore dal nome tipicamente ebraico, nei panni di un folle giornalista cazako, programmaticamente antisemita…Del resto si pensi a “Prendi i soldi e scappa”ed a “Zelig” e si veda il gusto geniale in materia di Woody Allen….
(da "Clandestino in galleria", "Emme - Modena Mondo", n. 10 del 28 Marzo 2007)

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