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18 aprile 2012

L'ITALIA CHE MI LASCIA PERPLESSO



Ci sono ovviamente molti accadimenti che mi lasciano perplesso nell’Italia di oggi (e di ieri), come capita, presumo, ad ognuno di noi. Due cose mi hanno particolarmente colpito nelle cronache di questi ultimi giorni. L’una è quella che chiamerei “L’affaire Morosini” (detto in francese fa pensare un po’ al caso Dreyfus e un po’ ad un regolamento di conti fra corsi). L’altra riguarda due risvolti del mondo nostrano dei motori.
Il primo dei due risvolti concerne la Fiat. Due giorni fa l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha festeggiato con esplicita gioia l’inaugurazione dello stabilimento serbo di Kragujevac (è una città di 190 mila abitanti a circa 120 Km di autostrada da Belgrado). Lo stabilimento non rappresenta solo “il punto di arrivo di oltre 3 anni di intenso lavoro” ed è “l’inizio di un nuovo ciclo e di una nuova vita per l’impianto”. Nella fabbrica verrà prodotta – sono previsti 2400 nuovi posti di lavoro – la nuova 500L, che, secondo il responsabile del Centro Stile della Fiat, rappresenta un grande passo avanti verso un modello di World Car che verrà anche esportata negli Stati Uniti. Il Centro Stile ha sede a Mirafiori, dove, sia detto incidentalmente, avrebbe dovuto essere prodotta la 500L. Che ora, come si è detto, vedrà la luce in Serbia, anche in seguito ad un piano di investimenti di un 1 miliardo di euro: 250 milioni coperti dal Governo serbo, 350 dalla Fiat e 400 da un opportuno finanziamento della BEI, la Banca europea per gli investimenti. Alla cerimonia di inaugurazione partecipavano, oltre ad alte autorità serbe, come abbiamo detto anche il famoso amministratore delegato della Fiat che, con il programmatico maglione e la barba saltuariamente biancastra, sembra sempre di più un barbone di lusso. 
Non c’è dubbio che con questa ulteriore, ultima operazione la Fiat ha fatto un ulteriore passo verso il disperato tentativo di far dimenticare che l’ultima lettera della sua sigla significa “Torino”. E’ un processo probabilmente inevitabile per salvare la Società dal pericolo di una tragica sparizione, in un mondo che assorbe sempre meno le troppe automobili prodotte. Ma è anche un momento di totale fuga verso l’esterno, anche antropologicamente ribadita dalla presenza di Marchionne che è nato in Italia, è andato in Canada all’ inizio dell’adolescenza e, a quanto ho capito, è ora cittadino svizzero con residenza in Svizzera. Ripeto. E’ un momento, forse inevitabile, del forzato adattamento della Fiat ad un mercato mondiale sempre più difficile. Ma mi fa anche pensare con grande nostalgia all’elegante e snobistica presenza di Gianni Agnelli, così internazionale nell’accento e così torinese nei fatti. 
L’altro avvenimento concernente il mondo dei motori è l’acquisto della Ducati, nota marca italiana di motociclette, da parte della Audi, che produce ampiamente in proprio ed ha già incamerato il marchio Lamborghini. Dal canto suo l’Audi appartiene al 99,50% alla Volkswagen (forse sbaglio ma non riesco mai a dimenticare che è una fabbrica voluta e creata per soddisfare un preciso desiderio di Hitler, il quale voleva appunto una”macchina per il popolo”). L’Audi controlla anche i marchi Bentley, Bugatti e SEAT. Come si vede la conquista tedesca dell’Emilia motoristica è oramai quasi perfezionata.
Io personalmente sono quanto più lontano possibile dal mondo dei motori possa esistere in Italia. Non ho più la patente da decenni e non guido stabilmente da più di mezzo secolo. Non ho mai possedute motociclette ed ho guidato solo una volta una Vespa, credo nel 1949. Inoltre, mentre seguo con febbrile e colpevole devozione, il mondo del calcio, in quello delle corse di Formula1 mi imbatto casualmente solo durante i telegiornali. Eppure, non so per quale residuo di infantile nazionalismo, la duplice “fuga” all’estero della Fiat e della Ducati, mi ha lasciato un sapore di amaro in bocca, assai consono all’atmosfera di casta frustrazione che si addice al Governo “tecnico” da cui siamo retti. 
Cambiando argomento un altro motivo di perplessità nei confronti della mia Patria (è una parola sempre meno usata, abitualmente si dice il Paese, come se si trattasse di andare a fare una gita in campagna) è rappresentata dal cordoglio ossessivo che si è scatenato dopo la morte del povero calciatore PierMario Morosini. Tutto, dalla sospensione del campionato di calcio alle onoranze funebri in un quartiere di Bergamo, ha assunto i sapori e i colori di una catastrofe nazionale. Si badi. Ho partecipato al dolore di tutti per la sparizione del giovane calciatore, pugnalato dal suo stesso cuore nel corso di una partita. Ho appreso con tristezza che i genitori erano già morti, che un fratello disabile si era suicidato e che della famiglia restava soltanto una sorella, disabile anche essa. Ma il tono generale della partecipazione pubblica e privata è stato sbalorditivo, quasi che Morosini fosse stato ucciso in un attentato e non colpito dalla micidiale tristezza dell’ esistenza, che incombe su tutti noi e che non riusciremo mai ad evitare. Speriamo che l’avvenimento serva almeno a predisporre controlli sanitari più rigorosi anche nei campionati meno importanti ed a predisporre l’uso di un defibrillatore in tutti i campi di calcio d’Italia. Ma i fatti di cronaca che veramente mi colpiscono e mi addolorano sono, ad esempio, le uccisioni di bambini ad opera di automobilisti pazzi, non di rado ladri e drogati, i quali assassinano e non hanno neppure l’umano risvolto di fermarsi per portare aiuto. 
Forse sbaglio? Credo di no ma ritengo che, comunque, sia uno sbaglio lodevole. 

1 commento:

Rosellina Mariani ha detto...

Con questo articolo mi hai ricordato la grande eleganza e signorilita' di Gianni Agnelli che ebbi occasione di conoscere (seppure molto superficilmente)in occasione di appuntamenti velici in Sardegna. Il leggero inchino che fece a me ,che allora ero giovanissima ,e l'educazione con cui mi fece passare avanti perchè potessi vedere meglio il varo dell'Azzurra ( mitica barca che partecipò all'America's Cup, mio fratello, Vittorio,architetto e velista, era nel team che la disegnò )mi colpì allora e non smetto di chiedermi perchè ora si preferisce l'arroganza e la maleducazione . E' così gentile l'educazione e non costa niente!
Per quanto riguarda il povero Morosini sono perfettamente d'accordo con te .
Grazie come sempre