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3 luglio 2012

8 - Alcuni film americani che conviene avere visto - L'ultima minaccia

OTTAVA PUNTATA DELLA RUBRICA IN CUI SI "RECENSISCONO" OPERE CINEMATOGRAFICHE DEL PASSATO PROSSIMO
"L'ultima minaccia" (Deadline U.S.A.) di Richard Brooks

Fra i film americani del dopoguerra lo splendido "L'ultima minaccia" di Richard Brooks è una sorta di piccolo monumento al giornalismo ed al cinema "Liberal" degli anni '50. Un Bogart ed una Barrymore da non perdere. I film che hanno per sfondo i giornali e i giornalisti sono numerosi e molti di quelli più noti sono americani. Citerò un elenco apparso in internet: parte dagli anni quaranta per arrivare ai giorni nostri, numerandoli, presumibilmente in ordine di importanza, dall'1 al 20, e io li citerò, invece, in ordine di data. Eccoli: "La signora del venerdì" di Howard Hawks (1940) che è una delle variazioni sul tema di "The Front Page"; "Quarto potere" di Orson Welles (1941); "L'asso nella manica" di Billy Wilder (1951), "L'ultima minaccia" di cui parlo oggi nel Blog; "Piombo rovente" di Alexander MacKendrick (1957), "Sbatti il mostro in prima pagina" Marco Bellocchio (1962); "Prima Pagina" (appunto dalla commedia "The Front page") di Billy Wilder (1974); "Professione reporter" di Michelangelo Antonioni (1975); "Tutti gli uomini del Presidente" di Alan J. Pakula (1976); "Un anno vissuto pericolosamente" di Peter Weir (1982); "Salvador" di Oliver Stone (1986); "Benvenuti a Sarajevo" di Michael Winterbottom (1997); "Sesso e potere-Wag the Dog" di Barry Levinson (1997); "Insider- Dietro la verità" di Michael Mann (1999); "Good Night, and Good Luck" di George Clooney (2005); "Zodiac" di David Fincher (2007); "La giusta distanza" di Carlo Mazzacurati (2007); "Frost-Nixon" di Ron Howard (2008); "Fortapàsc" di Marco Risi (2009); "State of Play" di Kevin Macdonald (2009). In totale sono 20 film, di cui quattro italiani e gli altri sedici nord americani. Come si vede non vi sono film francesi, tedeschi o inglesi e, naturalmente, italiani, anche se tutte le fonti consultabili sembrano essere nord americane e quindi strettamente legate al continente. Spero di aver tempo in futuro di fare una ricerca: ho trovato un'altra fonte di un autore americano, specializzato nella storia del giornalismo, che vale la pena di conoscere meglio. In ogni caso, come si vede, nell'elenco è incluso "L'Ultima minaccia" discutibilmente collocato, nell'ordine di valori contenuto nell' originale, proprio in fondo, al 18° posto. In realtà il film (il titolo originale è "Deadline U.S.A.", "Deadline" significa "termine non prorogabile" oppure "linea insuperabile" e anche "ora di scadenza") è uno splendido ritratto di un quotidiano "progressista", "The Day" dei primi anni'50. E' un quotidiano molto americano, ossessionato dalle notizie e dalle battaglie per la libertà, mentre non sembra siano previsti supplementi letterari o umanistici. Si dice che Brooks abbia inteso ispirarsi alla vicenda del quotidiano "New York World" che Joseph Pulitzer, noto per le battaglie civili e politiche, aveva reso famoso. Howard Good, nel suo libro "Journalism Ethics Goes to the Movies" sembra sostenere che Brooks aveva lavorato per il "World" e che quindi il suo film è una testimonianza del passato. Si dice anche che il figlio di Pulitzer lo avrebbe venduto ad un concorrente, si suppone per molto denaro, un po' come succede nel film di Brooks. Come è noto Joseph Pulitzer (1847/1911 di padre ebreo e di madre cattolica) era un immigrato ungherese divenuto un giornalista principe negli Stati Uniti. A lui si deve l'idea della prima scuola del giornalismo al mondo e, in accordo con le sue volontà, nel 1917 fu istituito il premio che porta il suo nome, ormai celebre ovunque. Il suo fu un giornalismo d'assalto. Puntava molto sul recupero e l'integrazione degli immigrati, forse non era così puro come quello di Garrison nelle parole di Hutcheson, ma fece del New York World il primo quotidiano in tutta la nazione, con una tiratura di 600 mila copie, rispetto alle 15 mila di quando Pulitzer lo aveva acquistato. Per avidità di denaro le figlie del fondatore vendono "The Day" ad un concorrente che intende chiuderlo per eliminare alla radice un rivale. Il ritratto di un giornale d'epoca, dalla struttura della redazione alle vicissitudini e incertezze della professione, è centrato sulla strepitosa figura del direttore impersonato da Humphrey Bogart. Il film è pieno di invenzioni e di riferimenti, come era giusto aspettarsi da uno sceneggiatore e romanziere pieno di talento quale fu Richard Brooks. Vero nome Ruben Sax, nato il 18/05/1912 e morto l'11/03/1992,scrittore di vaglia – fra i suoi libri "The Brick Foxhole", da cui venne tratto "Odio implacabile" di Dmytryck, "The Boiling Point" e "The producer", in italiano "Il produttore", sensibile ritratto indiretto di Mark Hellinger – sceneggiatore e poi regista. Dal film di esordio, "La rivolta" ("Crisis" – 1950) all'ultimo, "La febbre del gioco" ("Fever Pitch" – 1985) passano 35 anni e almeno 24 film. Oltre all' "Ultima minaccia" vorrei ricordare "Il seme della violenza" ("Blackboard Jungle" – 1955), "L'ultima caccia" ("The Last Hunt" – 1956), "Pranzo di nozze" ("The Catered Affair" – idem), "Qualcosa che vale" ("Something of Value" – 1957), "La gatta sul tetto che scotta" ("Cat on a Hot Tin Roof" – 1958), "Il figlio di Giuda" ("Elmer Gantry" - 1960), "La dolce ala della giovinezza" (" Sweet Bird of Youth" – 1961), "I professionisti" ("The Professionals" – 1966), " A sangue freddo" ("In Cold Blood" – 1967), "Il genio della rapina" ("$" – 1971), "Stringi i denti e vai" ("Bite the Bullet" – 1975). Al centro del "L'ultima minaccia" due interpreti straordinari: Humphrey Bogart, cioè Ed Hutcheson il decisivo direttore di "The Day", e Ethel Barrymore, la Signora Margaret Garrison vedova del fondatore del giornale. Bogart ( 1899-1957) era ormai al coronamento di una lunga e decisiva carriera . Dal 1928 al 1956 lavorò in più di 70 film, allineando dalla fine degli anni'30 molte opere di grande successo ed alcuni autentici simboli dell'immaginario cinematografico: da "Il mistero del falco" ("The Maltese Falcon" - 1941) di John Huston a "Casablanca" (idem – 1942) di Michael Curtiz, da "Acque del Sud" ("To Have and to Have Not"- 1944) a "Il grande sonno" ("The Big Sleep"- 1946) entrambi di Howard Hawks, da "Il tesoro della Sierra Madre" ("The Treasure of the Sierra Madre" – 1948) a "L'isola di corallo" ("Key Largo"- 1948) entrambi di John Huston, da "La città è salva" (" The Enforcer" – 1950) firmato da Bretaigne Windust ma diretto in realtà da Raoul Walsh a "La regina d'Africa" ("The African Queen" – 1951) ancora di John Huston, Bogart si impose come un attore decisivo giocando su due pedali non sempre complementari: il fascino divistico e la pienezza dell'esperienza attoriale. Dopo "L'ultima minaccia" sino al suo ultimo film, "Il colosso d'argilla" ("The Harder They Fall" – 1956) di Mark Robson, realizzato a pochi mesi dalla morte, Bogart riuscì ad inserire alcuni altri titoli destinati a diventare notissimi, come "L'ammutinamento del Caine" ("The Caine Mutiny"- 1954) di Edward Dymytrick, "Sabrina" (idem – 1954) di Billy Wilder e "Ore disperate" ("The Desperate Hours" - 1955) di William Wyler. Ethel Barrymore (1879-1959), sua "complice" nel film, sorella di John e Lionel Barrymore (la cosiddetta Famiglia Reale dello spettacolo americano), inizialmente in prevalenza attrice di teatro, dagli anni' 40 si dedicò largamente al cinema lasciandoci alcune decisive interpretazioni ed il ricordo di un livello di recitazione non facile a trovarsi. Guardate con attenzione alcuni suoi duetti con Bogard. Nel "L'ultima minaccia" figurano naturalmente molti altri attori: da Kim Hunter, che è Nora moglie del direttore, a quel grande caratterista che fu Ed Begley (1901- 1970) e che qui è un impagabile capo redattore. Il mafioso Tomas Rienzi ( pudicamente mutato in Rodzic nella versione italiana) è Martin Gabel. Intorno a loro si muove una piccola antologia di caratteristi da Paul Stewart a Joe De Santis, da Jim Backus a Audrey Christie che varrebbe la pena di ricordare meglio e più a fondo. Il doppiaggio italiano è una piccola antologia dei migliori specialisti d'epoca: Emilio Cigoli dà la voce a Bogart, Giovanna Scotto alla Barrymore, Renata Marini a Kim Hunter, Mario Besesti a Begley. Fra le altre voci si trovano Pino Locchi, Stefano Sibaldi, Giorgio Capecchi (Martin Gabel), Gualtiero De Angelis, Laura Gazzolo, Giulio Panicali, Sandro Ruffini, Cesare Polacco. Un vero "parterre de rois". Per scrupolo un' ultima notazione: secondo alcune fonti, non so quanto attendibili, il giovane fattorino del giornale, che si vede all' inizio del film e che scambia poche battute con un redattore e una redattrice, sarebbe addirittura James Dean, rigorosamente "non credited". Non so quanto questa notizia sia credibile e la riporto perché indubbiamente curiosa. P.S. Il DVD che abbiamo utilizzato è a cura di "A&R Entertainment". La produzione, naturalmente, è della "20th Century Fox". L'abbiamo comprato su ebay.it. Il costo: euro 11,39 comprese le spese di spedizione.

6 commenti:

Rita M. ha detto...

Parafrasando...è il grande cinema, bellezza! Che film! Grandi prove attoriali, sceneggiatura perfetta, impegno: cosa volere di più? E poi l'impagabile Bogey, il volto più incisivo che sia mai comparso sul grande schermo. Grazie per questo nuovo emozionante omaggio al Cinema

Rosellina Mariani ha detto...

Che bella cosa essere ( per pochi giorni) in vacanza fra sole e mare ,aprire il computer e trovare questa chicca che riproponi! Gran bel film, da rivedere subito comprando il dvd!
Curiosa la notizia su James Dean, ci farò caso nel rivederlo!
Grazie per questo regalo

PuroNanoVergine ha detto...

Ho visto più volte in tv (soprattutto nel Blob di Rai3) la sequenza finale con Bogart, ma non conoscevo il film dal quale era tratta: grazie per averlo segnalato.

Se posso vorrei farle due domande.

Ho letto il suo articolo di inizio mese su Film Tv nel quale riferisce della conoscenza / amicizia con il Claude Sautet.
Nelle vostre conversazioni il regista francese le ha mai riportato un giudizio sull'attrice Emmanuelle Beart? (sono un suo ammiratore dai tempi di Un cuore in inverno).
Può, se non sono indiscreto, farne cenno?

La seconda domanda riguarda la serie TV Ellery Queen che viene ora riproposta sul canale del digitale terrestre GIALLO, ma che ricordo venne trasmessa dalla Rai nei primi anni ottanta.
Per caso ne curò lei l'acquisto e la messa in onda?

Grazie molte
Moreno PNV

Salvatore Biosa ha detto...

Utilissime indicazioni (come sempre)..... Pero' sarebbe possibile avere qualche indicazione in più su Robert Bresson e sul capolavoro "diario di un curato di campagna" del quale ho visto -in dvd- almeno trenta volte la Sua deliziosa introduzione?

Rear Window ha detto...

E' un film che non sono mai riuscito a vedere. Ora, dopo questa sua interessante (come sempre) recensione, non posso che ordinare il DVD e colmare questa lacuna!
Grazie per questa sua ottima segnalazione.

Leo Damerini ha detto...

Probabilmente il miglior film sul giornalismo (duro e puro) di sempre.