Ringrazio il lettore per le gentili parole sulle mie presentazioni. Non so se, come lui dice, “Il diario di un curato di campagna” sia “il film di maggior significato e spessore (…) per identificare i caratteri romanzeschi del cinema francese del dopoguerra”. Non dimentichiamo che dietro il film c’è il romanzo (1936) di Georges Bernanos (1888-1948). Personaggio estremamente complesso e figura essenziale di quella parte della narrativa francese che, dalla prima guerra mondiale all’immediato dopo-guerra della seconda, fu di esplicita vocazione e professione cattolica. Ebbe rapporti ora stretti ora tempestosi con L’”Action Française”, movimento monarchico e conservatore di Charles Maurras, ma dopo la disfatta scelse il campo gollista. Secondo una giusta osservazione contenuta in Wikipedia, nel romanzo “convergono due diverse sensibilità spirituali: quella del curato d’Ars (Jean-Marie Baptiste Vienney) e quella di Santa Teresa del Bambin Gesù” (santificati entrambi da Pio XI nel 1925). Infatti come il curato d’Ars “il giovane prete protagonista del romanzo è divorato da un forte zelo apostolico, totalmente dedito alla santificazione del gregge a lui affidato”, d’altro canto il testo si ispira a Santa Teresa nel seguir la via dell’”infanzia spirituale”. Come si vede pertanto un moto estremamente personale e doloroso di uno scrittore riversato da Bernanos nel film. Al contrario dietro “Un condannato a morte è fuggito” si collocano è vero, da una parte l’idea ascetica del modo di far cinema sempre perseguito da Bresson, ma dall’altra germogliano in modo complesso i coraggiosi sviluppi della lotta clandestina durante la seconda guerra mondiale, ribaditi da mille particolari del film che qui sarebbe troppo lungo analizzare (si veda la figura del drammatico personaggio, eroe della Resistenza gollista, dalle cui memorie il film è tratto). Pertanto con uno spettro molto più ampio di osservazioni e di echi. Per quel che riguarda l’evoluzione (involuzione?) del cinema francese dagli anni ’30 a metà degli anni ’60 mi riservo di studiare meglio l’argomento e di risponderle molto più in la a ragion veduta.
Per l’ultima domanda, riguardante le recensioni in DVD di film francesi mi dispiace dover confessare che io posseggo poco materiale visivo sul mio passato (salvo le video cassette sulla rubrica di TMC “Forte Fortissimo” e quelle riguardanti le numerose trasmissioni su Rai Tre effettuate a fianco di Gloria De Antoni e Oreste De Fornari). Forse Salvatore Biosa potrà trovare qualche cosa di interessante nel materiale “libero” che, indipendentemente da ogni mio intervento e controllo, circola senza sosta in internet, a dimostrazione del fatto che esiste un mondo parallelo al nostro mondo e che non sappiamo mai quale dei due è quello vero.
3 commenti:
Grazie per la risposta.... ovviamente continuerò a seguirla con estremo interesse in futuro.
Se poi volesse darmi il suo parere anche su un film con un grande Jean Gabin (che a me è piaciuto ma che in Italia non si vede mai e che perciò quasi nessuno conosce) quale è "DES GENS SANS IMPORTANCE" (anno 1956) noto da noi con il titolo di "Appuntamento al KM 424" di Henri Verneuil, Le sarei oltremodo grato.
Cordialmente.
Se si possono fare richieste allora io vorrei saperne di più su Niagara del 1953 di Henry Hathaway. Non è un poliziesco ma è un bellissimo trhiller dal finale particolare con Marilyn Monroe in tecnicolor.
E' incredibile quante persone amanti della cultura e del cinema hai raccolto intorno al tuo blog!
Aspetto altri tuoi raffinati pareri! grazie
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