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4 dicembre 2012

L'OSSERVATORE GENOVESE

VISTO CON IL MONOCOLO


Continuo qui la periodica pubblicazione delle puntate settimanali della mia piccola rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. Ecco qui di seguito le tre puntate apparse rispettivamente 18 e il 25 Novembre 2012 e il 2 Dicembre 2012.

11) L'INCREDIBILE CASO DEL GENERALE PETRAEUS

Qualche giorno fa mi ero messo al computer a fare una ricerca sul generale Petraeus, che, nell’ aprile del 2011, ormai borghese, era stato preposto alla direzione della CIA. Ero incuriosito sia della fama di trionfatore della guerra in Afganistan, sia dai comandi che aveva ricoperto (praticamente i più importanti dell’esercito americano) sia dal numero spropositato di nastrini che gli invadevano la divisa (successivamente ho fatto il conto: egli ha complessivamente 86 decorazioni, di cui ben 15 straniere). Il giorno dopo che avevo iniziato le mie ricerche scoppiò in tutti i giornali e le televisioni del mondo il “Petraeus Affair”. Da allora non faccio che ricavare materiale e ho messo insieme un dossier considerevole. Mi limito ad osservare che si tratta di uno dei più straordinari casi di (improbabile) spionaggio emersi da molti decenni da questa parte. Come vecchio lettore di “Spy Stories” sono sbalordito. Non dico il grande Forsyth ma anche un medio sceneggiatore hollywoodiano si sarebbe rifiutato di utilizzare risorse di questo tipo: una specialista di anti terrorismo, Paula Broadwell, già allieva di West Point, che scrive un libro sul generale e ne diventa anche l’amante; il generale che via e-mail le invia dati (forse) segreti e messaggi sessuali. La stessa donna che per gelosia ne minaccia un’altra, Jill Kelley (romanzescamente di origine libanese). E’la regina delle feste di Tampa Bay – ove ha sede un immensa base aerea e il CentCom, il super comando delle guerre di Iraq e Afganistan – la moglie di un famoso chirurgo e anche l’amante del generale John Allen, il quale ha preso il posto che era di Petraeus ed è anche egli cultore (sembra) dell’erotismo elettronico. E poi i sospetti sulla morte dell’ambasciatore americano in Libia e l’ambigua presenza di  Frederick Humphries, agente dello FBI e amico della Kelley, che ha iniziato le indagini (si pensa ad un libro di Mark Riebling, “The Secret War Between the FBI and CIA”) a testimonianza del fatto che tutto questo incredibile caso, inizialmente basato su un tradimento coniugale, sembra una mescolanza di idiozia palese e di follia segreta, di cui vorremmo tanto conoscere la vera natura e le vere motivazioni.

12) QUEL GRAN GENIO DI GIANNI BRERA
Gianni Brera, o più esattamente Giovanni Luigi Brera, nacque a San Zenone al Po nel 1919, in una data fatidica per tutta la sua generazione, e cioè l’otto settembre, e morì il 19/12/1992 in un incidente automobilistico sulla strada che collega Codogno a Casal Pusterlengo. Fra qualche settimana ricorrerà il ventesimo anniversario della sua morte e molti giornali italiani si sono ricordati di rievocare il suo straordinario talento giornalistico ed il suo gusto compiaciuto per le acutezze e i complessi risvolti filologici della nostra lingua. Ci vorrebbe una pagina intera per rievocare quel che ha rappresentato Brera nel giornalismo italiano, e non solo in quello sportivo. Straordinario inventore di neologismi e di soprannomi calcistici ne coniò a decine l’uno più clamoroso dell’altro: Bonimba per Boninsegna, Puliciclone per Pulici, Stradivialli per Vialli (cremonese), Baron Tricchetracche per Causio, Rombo di Tuono (o, per evocare la pronuncia sarda, Giggirriva) per Riva, Accaccone e Accacchino per Helenio ed Heriberto Herrera (come dire: due grandi H e due piccoli H) e via citando. Praticamente innovò in toto (ma era inimitabile) il lessico dei giornalisti sportivi, fermo a quello imperativo e burocratico del ventennio. Si pensi a “contropiede” (ora si preferisce dire, in stile ferroviario, “ripartenza”), “uccellare”, “incornare”, “goleador”, “rifinitura”, “libero”(ormai usato nelle principali lingue europee), via via sino alla Dea Eupalla, sorta di Decima Musa protettrice del bel gioco. Brera piombò nel giornalismo sportivo come un fulmine lombardo a ciel sereno, lasciando tramortiti centinaia di professionisti che da allora spesso cercano vanamente di eguagliarlo, in preda alla goffaggine quando cercano di attingere al suo vocabolario. Non era infallibile: la sua avversione verso gli “abatini” (Rivera, Mazzola Sandro, Bulgarelli, forse la parte più elegante del nostro calcio) rimane incomprensibile così come è difficile accettare la sua fissazione che per motivi fisico-etnici gli italiani potessero giocare solo in contropiede. Ma è certo che per tanti lettori come me egli è stato un perenne motivo di fascinazione, come forse nessun altro scrittore italiano.

13) FARE RAI E...NON AVER PAURA
Nella puntata di “Visto con il Monocolo” del 3 Novembre scorso, intitolata “Rai non fare, paura non avere”, avevo narrato di un fatto stranissimo che mi era accaduto. Un funzionario di una rubrica domenicale di Rai Uno, “MixerItalia”, mi aveva telefonato per invitarmi ad essere intervistato dalla Rai di Genova a proposito dello uso del cinema in televisione. Poiché è un tema di cui mi sono occupato per 24 anni a Viale Mazzini avevo accettato volentieri. Pochi giorni dopo lo stesso gentile funzionario, imbarazzatissimo, mi ha telefonato per comunicarmi una sconcertante scoperta: gli ex-dipendenti della Rai non potevano essere intervistati, neppure a titolo gratuito. La cosa mi parve tanto assurda che ne ho fatto oggetto di una puntata della rubrica, ne ho inviato per raccomandata una fotocopia al Direttore Generale Gubitosi e, successivamente, avendo ottenuto il suo indirizzo e-mail ad uso personale, gli ho reso noto il mio testo. Era un gesto formale, che con ovvio scetticismo italiano pensavo fosse del tutto inutile. E qui nasce la mia sorpresa. Nel giro di poche ore egli mi ha risposto con un messaggio molto gentile in cui mi spiegava che non aveva ricevuto la raccomandata e che la proibizione era stata emanata per rendere impossibile l’uso sistematico degli ex dipendenti utilizzati nelle rubriche come ospiti continuativi. Il che non dovrebbe riguardare interventi occasionali. E, ha aggiunto, gli dispiaceva se la cosa mi aveva creato un problema, concludendo “se mi dà qualche dettaglio in più me ne occupo.” Stupefatto l’ho ringraziato, spiegandogli come erano andate le cose e dicendogli che intendevo menzionare l’accaduto nella rubrica. Mi ha risposto di nuovo, a stretto “giro di computer”, autorizzandomi a menzionare quel che ritenevo opportuno e di fargli sapere se poteva essermi utile in qualche cosa. 

Quel che è accaduto mi sembra non solo lodevolissimo ma, considerato il tono generale della burocrazia “pubblica” (statale e parastatale) in Italia, anche felicemente fuori dalla norma. Non so come si rivelerà Gubitosi in qualità di Direttore Generale ma certamente l’efficiente cortesia che lui ha manifestato qui ci induce a nutrire le più rosee speranze.



3 commenti:

Enrico ha detto...

Poco prima del Mondiali di Germania del 1974 (per noi infausti) mi capitò fra le mani un libriccino intitolato "Il calcio azzurro ai mondiali" di Gianni Brera,Campironi Editore.Fu una lettura piacevolissima : le epiche gesta dei Leoni di Highbury,Meazza al calcio di rigore col l'elastico dei calzonicini rotto in Italia-Brasile 2-1,Sindelar Cartavelina, Giorgio Sarosi,l'immensa e sfortunata Ungheria dei Mondiali del 1954 e la bellissima prosa di Brera a condire il tutto.

Rosellina Mariani ha detto...

Moltissimi di noi dipendenti Rai guardiamo con grande fiducia al Direttore Generale Gubitosiche si sta dimostrando attento anche ai nostri problemi.
Che nasca veramente una Rai nuova?
Non sai quanto me lo auguro!

lallide ha detto...

Ho letto con piacere il suo articolo sul generale Petraeus. Sono rimasta esterrefatta quanto lei dalla storia incredibile, poco avvincente e succosa di fatti che possono definirsi, appunto, personali, sicuramente più attinenti ad un rotocalco di gossip (alla Corona o Papi) o una Soap-opera d'altri tempi come Beatiful o Dallas, che ad una avvincente e papabile "teoria del complotto"!!!
Ma, chissà. Se lei riesce o riuscirà mai a carpire il reale segreto che si insinua tra le "lenzuola" del nostro generale...Non si dimentichi di comunicarlo anche a noi!!
Grazie.
LmS