Ricopio qui le due ultime puntate di "Salvate la Tigre" rispettivamente pubblicate su Film Tv nel n. 42, (in corso dal 21 al 28 Ottobre), e nel n.47, (in corso dal 25 Novembre al 1 Dicembre 2012). Via via che i ricordi vengono evocati forzatamente essi si riducono. Sicchè, fra qualche tempo, sarò costretto a chiudere la rubrica per forzato esaurimento della memoria, salvo che, man mano, non mi vengano in mente nuovi episodi di "salvataggi"...
10) ANGOSCIA
Nel 2003 al Festival Voci nell’Ombra ebbi il piacere di premiare Gabriella Genta, miglior voce caratterista per il doppiaggio di Joan Plowright in “Callas Forever”. E mi ricordai di un debito di riconoscenza. Nel 1980 preparavo a Rai Uno un ciclo, su Ingrid Bergman, per cui mi serviva assolutamente il film con Charles Boyer, “Angoscia” (Gaslight, 1944) di George Cukor, veicolo per mattatori. Lo feci acquistare, il materiale entrò e io “lo misi in Radiocorriere” (allora era impensabile cambiare un titolo annunciato ufficialmente). Una decina di giorni prima di andare in onda il venditore mi comunicò brutalmente che si era sbagliato e non trovava più il doppiaggio italiano. Altre volte accettai il ricatto, questa volta mi rifiutai e chiesi aiuto all’ottimo Servizio Edizioni dell’azienda. Avevamo pochissimi giorni a disposizione e venne trovata una Ditta che accettò di ridoppiare il film e Gabriella Genta di dirigere il doppiaggio a patto di essere lei stessa ad effettuare il cosiddetto “adattamento” (la delicatissima operazione di traduzione del testo originale adattato riga per riga alle esigenze della pronuncia italiana). Si stabilì una sorta di catena di montaggio: entro le otto del mattino arrivava a casa mia (Roma, via dei Gracchi) un fattorino con una parte del testo italiano e di quello originale. Io li leggevo in fretta e furia, li confrontavo, li firmavo e li restituivo. Il manoscritto andava a Gabriella Genta che iniziava immediatamente il doppiaggio. Entro domenica, terminati doppiaggio e missaggio, la copia fu consegnata ai magazzini Rai e lunedì sera andammo in onda regolarmente. Nessuno si accorse di niente. Si badi: la Bergman era stata la Simoneschi e Charles Boyer Emilio Cigoli! Qui furono Ludovica Modugno e Antonio Colonello. A tutti la mia riconoscenza.
11) JEAN-PIERRE MELVILLE: UN’ ANTICA FEDELTA’
Nel mese di agosto evocai in questa rubrica un mio ciclo del 1980 su Rai Uno (l’anno dopo passai a Rai Due), dal titolo “Una pistola e un bacio – L’America spavalda di James Cagney”, in occasione del quale potei recuperare due film inediti in Italia: “The Lady Killer” (1933) e, soprattutto, “I ruggenti anni’20” di Raoul Walsh (1939). A partire dalla presente puntata cercherò di affrontare, nei limiti di quel che mi è rimasto in mente, appunto il ricordo dei cicli dedicati a registi, attori e temi, grazie ai quali, per quasi un quarto di secolo, potei anche recuperare molti film fino a quel momento ignorati dal mercato italiano. Fra tanti, forse il ciclo a cui tengo di più riguarda un regista francese che ho sempre amato molto ed a cui nel 1979 riuscii a dedicare una personale, ovviamente intitolata “Jean – Pierre Melville: un americano a Parigi”, data la sua programmatica simpatia per il cinema hollywoodiano. In quell’occasione, pur costretto dal mercato a rinunciare al suo film di maggiore successo, “I senza nome” del 1970, riuscii in una operazione di cui a più di 30 anni di distanza sono ancora orgoglioso. Importai e feci doppiare (ho già detto di non aver mai avuto la possibilità di usare sottotitoli) il primo, il secondo e il quarto film da lui diretto. E cioè “Il silenzio del mare” (1948), “I ragazzi terribili” (1950) e “Bob il giocatore” (1956). Contribuendo, mi auguro in modo decisivo, a facilitare la comprensione del cammino difficile e solitario di un autore che diresse in tutto 13 film (ma uno, “Labbra proibite”, di fatto lo rinnegò) e che fino a quel momento era quasi sconosciuto al grande pubblico italiano. In particolare “Il silenzio del mare” e “Bob il giocatore” sono due piccoli gioielli su due diversi versanti del cammino di Melville: la Resistenza e il “nero”.
4 commenti:
Da notare fra l'altro che sul canale RaiMovie continua a passare la stessa copia di "Le jene del quarto potere" approntata per la rassegna del 1979, tanto che è rimasta intatta anche la sigla originale:
JEAN PIERRE MELVILLE
UN "AMERICANO" A PARIGI
a cura di CLAUDIO G. FAVA
Qui un fotogramma:
http://i46.tinypic.com/2qv9nie.png
Buone feste.
La citazione del ciclo dedicato a Melville mi ha fatto ricordare la sua partecipazione autoironica al film "Ladri di saponette" di Nichetti. Ce ne potrebbe parlare (del film e del suo cameo)?
Mi soffermo sulle difficoltà che Lei ha incontrato nella messa in onda del film Angoscia. Deve essere stata, non per essere spiritosi, una vera e propria 'angoscia' dover scoprire a pochi giorni dalla visione del film di non avere il doppiaggio d'epoca! Mi domando a questo punto se sarà mai possibile ascoltare il film come lo si sentì al cinema Simoneschi/Cigoli?
La ringrazio degli interessantissimi episodi del suo lavoro in Rai.
Speriamo che ti vengaoin mente altri "salvataggi". Quello del film " Angoscia" dimostra non solo la tua bravura, ma come la passione del proprio lavoro supera tutto!
Grazie " Salvate la tigre" è un'interessantissima rubrica .
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