Blog - Crediti


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15 aprile 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come al solito, e quindi come quasi ogni lunedì, riporto qui il testo della mia rubrica "Visto con il monocolo" apparso sul Corriere Mercantile di domenica 14 aprile. Non penso che sia particolarmente bello ma indubbiamente implica la necessità, per poter avere il taglio prescelto, che chi scrive sia genovese. Il che in astratto riduce di molto il numero degli autori potenziali presenti sulla piazza.
Spero che i miei lavori in corso terminino presto e che io possa di nuovo disporre di tempo da dedicare al Blog.
Molti cordiali saluti a tutti.

VISTO CON IL MONOCOLO

IL GUSTO BIPOLARE DELLA COMICITA' GENOVESE

Sono sempre stato persuaso che esista, nell’eredità genetica ligure, una vocazione all’humor che non ha paralleli in Italia. Si pensi ad un personaggio fatidico come Govi (genovesissimo anche se di famiglia emiliana), molto più vicino nella mimica e nella vocazione grottesca ad un comico francese come Raimu che ad uno dei tanti attori romani e napoletani della tradizione italiana. E’ stata ora annunciata una collana di dieci DVD per raccogliere le parodie e le imitazioni più famose di Crozza (innumerevoli: dalla B di Bersani alla Z di Zichichi). Ho sempre desiderato di inserirlo in una delle numerose telefonate a personaggi vari (da Giulio Anselmi a Minoli, da Pupi Avati a Folco Quilici ad Aldo Grasso e via citando) che ho posto nel mio Blog “Clandestino in Galleria”. Ma ho sempre rinunciato a provarci, ammaestrato anche dalle parole affettuose di sua moglie Carla Signoris (anch’essa registrata nel Blog). Maurizio in genere non concede interviste (ma lo ha fatto con Gian Antonio Stella) e io non ci ho provato, anche se con me è sempre stato gentilissimo e amichevole (si può essere amici anche fra genoani e sampdoriani). Ma resta nel fondo una grande realtà italiana contemporanea: la nostra mitologia fantastica è dominata da due genovesi che entrambi hanno battuto le vie dell’humor, per approdare poi a sfondi e cammini completamente diversi. Appunto: da un lato Crozza e dall’altro Beppe Grillo. E’ innegabile che in entrambi la vocazione alla divagazione ironica sia poi esplosa, dopo un periodo di esperienze similari (più accademiche quelle del primo, più cabarettistiche quelle del secondo) in dimensioni totalmente diverse ma ciascuna a modo loro egualmente esplosive. Quel che è sicuro è che in entrambi fermenta una tradizione comico-satirica molto nostrana e regionale (si pensi alle invenzioni para-francesi di un ligure ponentino come Dapporto). Non so a quali conclusioni possano portare entrambi (quelle di Grillo sono sicuramente più esplosive e potenzialmente più pericolose, quelle di Crozza a modo loro egualmente demolitorie). Ma è certo che tutti e due (non lo scrivo per patriottismo cittadino) sono entrambi italianissimi ma in certo modo estranei all’Italia.

2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Credo che anche tu alimenti la tradizione comico satirica della tua regione. Penso all'ironia quasi sempre presente nei tuoi articoli e alle battute di cui è piena la tua conversazione quando ho il privilegio di goderne!
Grazie per questo articolo

Enrico ha detto...

Mi ha fatto ricordare una piccola barzelletta che Dapporto raccontò in TV quand'ero bambino (il programma si chiamava "Il Rotocarlo").La raccontò in italiano,tedesco e francese,con il suo caratteristico aplomb.
-Ci sono due ciliegine che vanno in bicicletta (e subito partiva con "Il y a deux petites cerises...): incontrano una pera che pesca,le chiedono : "Pesca?" e lei "No,pera"-