Sta diventando un'abitudine, e pertanto anche questa volta riporto qui il testo della mia rubrica "Visto con il Monocolo" apparso domenica 21 Aprile nel Corriere Mercantile. Ancora per qualche tempo non potrò occuparmi molto del Blog, a causa di tre impegni che tuttora mi preoccupano. E cioè la redazione definitiva di due libri diversi e la preparazione di un ciclo di mie presentazioni in video per la rete Class TV (darò più precisazioni al momento opportuno). Come sempre riporto in testa al brano il titolo definitivo con cui è apparso sul giornale, e in coda quello posto da me originariamente all'inizio del brano (come vedete l'intento è lo stesso, ma uno dei titoli è più breve e l'altro è più lungo).
VISTO CON IL MONOCOLO
UN PO' MARADONA E UN PO' BORGES...
Mentre scrivo sono in
corso due processi diversi. Da un lato l’involuzione quasi totale della
Repubblica italiana alle prese con le trappole infinite di una difficilissima
elezione presidenziale. Ma quando mi leggerà il lettore, forse il
problema sarà già risolto o avrà acquistato altre dimensioni. L’altro processo,
sempre in evoluzione, è invece quello che riguarda la progressiva presa di
potere di Papa Francesco I (la numerazione è abitualmente trascurata ma gli
spetta di diritto). 80.000 spettatori in piazza San Pietro durante i giorni
feriali e 150.000 per l’Angelus domenicale sono ormai una vetta popolare
conquistata senza fatica dal pontefice argentino. Che continua ad imporsi per l’amore
subitaneo che gli ha tributato la gente e per il modo di vivere furbescamente
semplificato e allegramente articolato (si veda il duplice scambio di zucchetti
bianchi con la folla). Ma a volte penso che, da europei, abbiamo trascurato un
elemento di base per valutare il suo modo di vedere il mondo e di inserirsi
nella società. Anche se di recente origine astigiana (o i genitori o i nonni)
egli è pur sempre argentino, vale a dire cittadino di un paese alimentato
dall’immigrazione italiana e spagnola ma al tempo stesso orgogliosamente
autoctono nello sfrenato orgoglio nazionalistico. Di cui è un tipico prodotto
il cosiddetto peronismo, vale a dire quella apparentemente contraddittoria
mescolanza di stimoli destra e di sinistra, che in Europa non siamo mai
riusciti a capire completamente e che credo sia rimasta profondamente confitta
nelle vene della nazione, nonostante Peron e la moglie siano morti da anni. Ho
trovato su questo tema un bellissimo aneddoto. Un giornalista britannico
intervistava Peron sulle tendenze politiche degli argentini e questo rispose:
“…Abbiamo un 30% di socialisti, un 20% di conservatori, un 30% di radicali…”
“Ma i peronisti?” Lo interruppe il giornalista: “…Ma no, peronisti lo sono
tutti quanti” rispose Peron. Mi chiedo se nella tenue mescolanza di elementi
tradizionali e di elementi innovatori tipica di questo Papa, non agisca una
forma di insolita convivenza che è proprio frutto del suo essere argentino (un
po’ Maradona, un po’Borges).
(titolo originale: TUTTI GLI ARGENTINI SONO UN PO' MARADONA E UN PO' BORGES)
2 commenti:
L'aneddoto su Peron è bellissimo! Per quanto riguarda Papa Francesco io credo che, a prescindere da qualsiasi considerazione ecclesiastica, questo Papa è capace di trasmettere (da bravo sudamericano) quell'amore per la vita come solo un sudamericano sa fare. E credo che questo sia uno dei motivi per cui la gente si appassiona a lui. Essendo nata e vissuta 10 anni in Brasile ,paese che mi ha lasciato addosso questo amore per la vita,non posso dimenticarmi che il saluto fra due brasiliani che si incontrano è l'abbraccio, non una stretta di mano e questo la dice lunga sull'essenza di quel popolo!
Grazie per questo bell'articolo.
Per una volta preferisco il titolo ufficiale alla sua scelta (tanto, quel che conta è la consueta bontà dell'articolo: interessante l'idea del "peronista Francesco").
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