Blog - Crediti


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L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

9 dicembre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Abituale operazione del lunedì mattina per inserire nel Blog la mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. Dato che, forse più di altre volte, la necessità di costringere il testo entro la gabbia delle 2.200 battute mi ha obbligato ad omettere qualche annotazione particolare, mi sono preoccupato di redigere, appunto nell'interesse stesso del Blog, una precisazione ed una conclusioni finali. 
Cordiali saluti a tutti

VISTO CON IL MONOCOLO

GLI UOMINI POLITICI E IL PASSAGGIO IN TV
Per ovvi motivi ho sempre tenuto la politica fuori dalla rubrica. Oggi faccio quella che potrà apparire un’eccezione, ma in realtà non lo è: solo un (ulteriore) riconoscimento dell’importanza decisiva della televisione nella nostra esistenza. In giornata (dalle 8 alle 20) avranno luogo le elezioni per l’assemblea nazionale e, soprattutto per il futuro segretario del PD. Io non ho mai avuto rapporti di nessun genere con il Club a cui i candidati sono iscritti, per cui le mie osservazioni nascono dal mio lungo passato di spettatore e di piccolo protagonista televisivo. In occasione dell’apparizione di Civati, Cuperlo e Renzi su Sky venerdì 29 Novembre bene ha fatto una vecchia conoscenza come Aldo Grasso (noto critico tv del Corriere della Sera) a recensire l’avvenimento al pari di ogni altra importante trasmissione in rete, dando ad ognuno di essi un triplice voto per “stile”, “linguaggio” e “contenuti”. Chi li ha visti “in scena” avrà colto l’estrema “normalità” televisiva del loro linguaggio e del loro comportamento. Consapevolmente o no essi si sono mossi con la precisione minuta e il calcolato abbandono di persone profondamente modellate dal piccolo schermo degli ultimi decenni. Hanno rivelato l’automatica dedizione degli attori di uno sceneggiato seriale. Il più anziano, Cùperlo (perché sdrucciolo?), anni 52, avrebbe potuto benissimo essere, ad esempio, un raffinato e colto gerarca nazista (ve ne sono stati alcuni) in stile Eugen Dollmann, ambigui testimoni di un impero in decadenza. Dei due “giovinetti” (hanno entrambi 38 anni) l’uno , Matteo Renzi, in preda alla obbligatoria disinvoltura dei toscani, fa pensare, per l’aggressiva scorrevolezza dell’eloquio, ad uno di quei protagonisti delle vendite “totali” di beni di consumo, tipiche un tempo delle grandi televisioni private. L’altro, Pippo Civati, appare totalmente progettato in funzione del piccolo schermo: barba disseminata, capelli controllati, gesti rattenuti. Due hanno accenti settentrionali e Renzi, ovviamente, quello fiorentino, quasi a prendere le distanze, con palese alibi culturale, dalle tonalità romano-meridionali di tanta televisione “bassa”.

Chiunque vincerà avrà comunque vinto il monoscopio.

1 commento:

Rosellina Mariani ha detto...

Grazie per questo articolo : giusto ed ironico nella sua eleganza!