Blog - Crediti


L'audio e i video © del Blog sono realizzati, curati e perfezionati da Lorenzo Doretti, che ha anche progettato l'intera collocazione.
L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

4 agosto 2008

GIOCHI DELLA MEMORIA (1)







A rileggerlo nei giorni scorsi (luglio 2008) il mio blog mi è parso insieme autoritario e impositivo, sfuggente ma autocelebrativo e, per dirla tutta insieme, noiosetto. Ho pertanto deciso – la vertigine della solitudine è anche il brivido della dittatura – di renderlo più vario e soprattutto più autobiografico. Cominciando da subito. Ecco il perché del titolo che rimarrà lo stesso per ogni puntata, con l’aggiunta del numero progressivo. Come prima notazione vorrei parlare di Agostino Saccà, del quale i giornali si sono occupati molto nei giorni scorsi. Com’è noto, in seguito ad una complessa manovra politica all’interno del Consiglio di Amministrazione della RAI – con astensioni di qualcuno, fuoriuscite di altri, eccetera - Saccà è stato allontanato dall’incarico importantissimo che ha ricoperto in questi anni, e cioè di responsabile della produzione di Fiction. Da diversi anni, e cioè da quando la RAI produce molto (contrariamente a quello che accadeva ai miei tempi), allestire sceneggiati a puntate ed eventualmente singoli “made for tv” è diventato uno strumento di potere notevole, che consente mille sfumature aziendali ed extra-aziendali. In seguito allo scandalo scoppiato a causa delle sue telefonate con Berlusconi – intercettate e poi rese pubbliche grazie a un meccanismo che a tutti i livelli si manifesta sistematicamente solo in Italia – la posizione di Saccà è diventata delicata e oggetto di complesse trattative giudiziali ed extra-giudiziali. Per farla breve, grazie ad una neo-formata maggioranza di consiglieri è stato allontanato dal suo incarico (gli hanno affidato la sezione commerciale, molto meno importante) e la responsabilità della Fiction è stata data a Fabrizio Del Noce, che ha conservato la Direzione di RAIUNO, accumulando un potere che non credo abbia precedenti alla RAI. Senza volere entrare in una polemica che non mi compete, confesso che la sorte di Saccà mi incuriosisce, stimolando un sapore di affetto da parte mia. Infatti io l’ho conosciuto molto bene lavorando a fianco a fianco con lui per diversi anni. Le cose andarono così: quando il craxiano Pio De Berti Gambini fu allontanato da RAIDUE, dopo anni di direzione, venne a prendere il suo posto un altro socialista, Gigi Locatelli, che fin lì aveva diretto (bene, dicevano molti giornalisti) il TGDUE. Nella rete, invece, non si mostrò mai a suo agio e soprattutto non sembrava in grado di fornire quella operosità continua e ininterrotta che per un simile incarico televisivo è indispensabile. Al suo fianco era stato nominato vice-direttore appunto Agostino Saccà, un socialista calabrese con un passato di giornalista di partito, che era da tempo alla RAI parcheggiato in qualche ufficio della direzione generale, come usava allora (e forse anche adesso), con le persone che avevano come caratteristica principale una specifica provenienza politica. Non credo che Agostino avesse mai avuto responsabilità di programmazione e/o di produzione, ma aveva una caratteristica positiva: era intelligente, furbo, operoso, e imparava in fretta, possedendo tutte le qualità ed i difetti di un socialista calabrese, costretto quindi a farsi strada con tenacia e con astuzia. A fianco di una direttore, che la programmazione normale annoiava (ebbe varie fortune, fra cui l’imprevista esplosione di “Quelli della notte”), Saccà fu costretto dagli avvenimenti a cimentarsi ogni giorno con le infinite scadenze di un palinsesto nazionale. Qui non ho il tempo di spiegare che cosa significhi esattamente programmare una Rete: bisogna ricordare che nulla è casuale e che qualsiasi spostamento, cambiamento, annullamento di uno o più programmi, implica una ferrea necessità di sostituzione con materiale presumibilmente affine e soprattutto della stessa “pezzatura”. Per fare un esempio banale, se si tolgono dodici puntate di una rubrica settimanale di quarantacinque minuti, bisognerà contestualmente trovare altre dodici puntate della stessa durata in grado di sostituirle senza traumi eccessivi. E tutto il palinsesto è di fatto un gioco di domino che si prolunga per mesi e per anni. Di colpo, Agostino si trovò a dover risolvere mille problemi. Ed io fui costretto ad avere continui rapporti con lui, perché la mia Struttura fra film, telefilm, sceneggiati d’acquisto, soap operas, eccetera, forniva di fatto il 60% del palinsesto totale. Tempo dopo, Saccà mi disse che non avrebbe mai dimenticato l’esperienza che avevamo vissuto insieme e che per lui quel periodo era stato come un “master”, che lo aveva preparato alle responsabilità più ampie che avrebbe poi incontrato nel corso della carriera. Devo dire che egli fu sempre estremamente ricettivo, accogliendo volentieri ogni suggerimento ed utilizzando senza falsi pudori una mia esperienza aziendale che ammontava ormai ad almeno quindi anni. Non vorrei sembrare eccessivamente vanitoso, ma mi ricordo che una volta mi testimoniò la sua ammirazione. Chiamato all’ultimo momento a tappare dei buchi nel palinsesto che si aprivano intorno alle 14:00 del pomeriggio, non avendo, per colmare il vuoto improvviso, nessuna serie abbastanza lunga e abbastanza adatta all’ora di programmazione, mi inventai un ciclo di film adatti al pomeriggio palesemente raffazzonato. Frugai cinicamente nei magazzini e allestii una serie di film che non avevano nulla in comune, ma che tolleravano un'intestazione (ed una sigla che io feci comporre) che suonava: “Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori”. E poiché l’esperienza mi insegnava che un titolo di ciclo serve molto bene a contrabbandare film disparati, non mi stupii di avere avuto successo anche quella volta ed accolsi come normale l’ammirazione di Agostino.

2 commenti:

Davide Barranca ha detto...

Caro Signor Fava,
autoritario e impositivo non sono proprio i due aggettivi che mi vengono per primi in mente a proposito dei suoi interventi! Ci dia dentro e continui, anche in questo deserto di commenti...
Un caro saluto,

Davide Barranca

Annalisa ha detto...

Caro Claudio G.! ;o)))

Mi chiamo Annalisa e sono una tua concittadina, che ti segue da sempre e che già si stava chiedendo a quali importanti Lidi fossi approdato, ormai lontano dalla TV.
Ed eccoti qua, a raccontarci le tue preziose esperienze in RAI, i gustosi retroscena ignoti ai più, aneddoti e curiosità che disegnano uno spaccato della società dell'epoca.
Ricordo non senza nostalgia quando eri tu a condurre e organizzare i reportage dal Festival del Cinema di Venezia e di come - disponendo di poche immagini di repertorio - 'le facessi girare con astuzia'. ;oD

Ti ringrazio per l'arguzia e l'intelligenza delle tue battute, seconde solo a quelle di Zio Woody e parenti strette di quelle di Gioele Dix.

Un saluto affettuoso,
Annalisa