Claudio. G. FAVA
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14 maggio 2009
LA GENIALE E FRAGILE ETNOLOGIA DI GIANNI BRERA
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3 commenti:
Vado cercando la piacevolezza della lettura,e raramente rimango appagato.Certamente sulle pagine di Giovannibrerafucarlo (ho un libriccino "Il calcio azzurro ai Mondiali" Campironi Editore del 1974,letto e riletto alla vigilia degli infausti Mondiali di Germania che contiene le teorie "etnocalcistiche" da lei sapientemente rievocate.Sicuramente il tempo e il benessere hanno allineato i futbolisti italiani alla prestanza fisica dei nordici.Rimane intatto tuttavia l'incanto delle pagine che descrivono il match Italia-Brasile del 1938 o la sfida fra Guillermo Stabile "El Filtrador" e Zamora "El Divino",sui campi di allora.
Caro Enrico,
con il suo commento mi ha fatto venire in mente un piccolo aneddoto che riguarda Stabile. Quando da ragazzo andavo da solo in gradinata (con mio padre andavo in tribuna numerata) a vedere il Genoa (che dal 1945 aveva ripreso il suo nome inglese) c'era sempre qualche vecchietto che mi attaccava in dialetto un bottone a proposito del centravanto argentino. Glielo traduco qui: "...Quando è arrivato, sono andati col piroscafo a prenderlo a Gibilterra. A Genova è arrivato Giovedì (in dialetto si dice "Zéuggia"), al Sabato ha giocato e ha fatto due goal" - qui il vecchietto faceva una pausa e poi aggiungeva - "O ciamavan El Filtrador". E poi concludeva: "L'anno dopo gli hanno rotto una gamba e non è mai più stato lo stesso". Su questo particolare della gamba non ho informazioni precise, ma mi ricordo nitidamente la frase.
Cordiali saluti
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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