Blog - Crediti


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1 luglio 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Secondo tradizione ricopio qui la mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. Prometto che per un po' non farò più accenni a YouTube. In compenso credo di poter comunicare che il mio libro è (praticamente) finito e che quindi dalla settimana prossima disporrò di più tempo per il Blog.
State in guardia perché questa è una esplicita minaccia.
Molti saluti a tutti.

VISTO CON IL MONOCOLO

IN AMERICA DEL SUD LA PRUSSIA SI CHIAMA CILE

Non vorrei tediare i lettori, ma vorrei tuttavia riferire di una mia ulteriore esperienza, sempre su YouTube (vedi rubrica scorsa) che mi ha fatto impressione. Quasi per caso sono finito su un sito dell’esercito cileno, per passare via via ad altri siti affini e similari (confesso di nutrire fin da ragazzo un intermittente interesse per quelli che sono chiamati “Militaria”, spesso oggetto di mostre periodiche e di riviste specializzate). E ne ho ricavato un impressione enorme, che mi ha costretto a riflettere. 
Ho trovato materiale del 1992, quando il generale Pinochet aveva abbandonato la presidenza della Repubblica da 2 anni ma conservava il comando delle forze armate. Ma altro contemporaneo (2012 e 2013) che, pur in condizioni politiche profondamente diverse, nella sostanza è eguale. Struttura, divise, portamento dei reparti che sfilano sono sostanzialmente gli stessi. E testimoniano, in un modo ormai raro nel nostro mondo, della sopravvivenza di tradizioni militari che fanno delle forze armate cilene (e quindi del Cile in senso lato) qualcosa di unico al mondo. In effetti nel 1886 arrivò in Cile dalla Prussia (e quindi in realtà dalla Germania ormai unificata) il primo istruttore militare. E da allora, per una ventina di anni, furono gli ufficiali tedeschi a modellare le forze armate cilene. Il risultato paradossale è che tutto questo appare visibile ancora oggi. Le sfilate del 2013 sono uguali a quelle, ad esempio, del 1992, e così via nel tempo. Si direbbe che in un secolo e mezzo non sia cambiato nulla: portamento, scatto fisico, “parademarch”(che prevede anche l’uso di una specie di “passo dell’oca” a gamba rigida) elmetti di tipo teutonico, al punto che in occasioni ufficiali sono ancora usati quelli cosiddetti “a chiodo”, abbandonati dai tedeschi già nel 1915. Perfino le marce militari sono di palese influenza germanica: una marcia si chiama “Aleman” (in spagnolo: tedesco), un’altra “San Petersburg”, una terza è palesemente quella di Radetzky, una quarta è addirittura Lily Marleen adattata alla bisogna. Solo le parate russe e nordcoreane (non quelle tedesche!) suggeriscono lo stesso piglio violentemente militare. Da esse si apprendono molte cose sul Cile.


1 commento:

Rosellina Mariani ha detto...

Aspetto con gioia questa "minaccia"!