RINGRAZIAMENTI A PIER E RISPOSTE SPECIFICHE
Ringrazio Pier Luigi Ronchetti per le parole affettuose, e saluto sua moglie che è all'origine di tutto il pezzo su "l'ispettore Barnaby". Per quel che riguarda gli altri post mi pare curiosa e significativa la testimonianza di Enrico, con precisazione finale sul "Theremin", che evoca i cortesissimi poliziotti inglesi. Mi riservo di rispondere al più presto ad "Anonimo" a proposito del "CSI". Sono anche io un fruitore abbastanza sistematico dei telefilm polizieschi americani, sin dal momento in cui comprai in America "Miami Vice", insieme a Fuscagni che dal canto suo aveva già comprato a suo tempo "Murder She Wrote", che in Italia si chiamò la "Signora in Giallo". Credo che una parte della grande tradizione poliziesca del cinema americano si sia da tempo parzialmente trasferita nella produzione televisiva. "CSI" ne è un esempio tipico, anche perchè il successo di questa serie iniziale, ambientata a Las Vegas, ha dato vita a due "Spin Off", quello di "Miami" e quello di "New York". Uno dei due ha avuto ed ha un successo ancora maggiore. Cercherò di approfondire il tema in una prossima occasione, avvertendo sin da adesso che tutte e tre le serie ,con un numero molto alto di interpreti, tendono a creare una certa confusione nella memoria dello spettatore, anche se i sistemi di analisi criminali conservano la loro fascinazione tecnica. Infine per quel che riguarda il problema del doppiaggio sollevato da "Anonimo (ms)" ho bisogno di spazio per una risposta approfondita. Si tenga conto del fatto che da 14 anni sono il direttore artistico del primo, e forse più importante, Festival Italiano appunto dedicato al doppiaggio ("Voci nell'Ombra"), e perciò mi sono molto occupato dell'argomento, dopo aver fatto larga esperienza in materia alla Rai. Chiarirò tutto nel mio prossimo intervento proprio su questo tema.
Ringrazio Pier Luigi Ronchetti per le parole affettuose, e saluto sua moglie che è all'origine di tutto il pezzo su "l'ispettore Barnaby". Per quel che riguarda gli altri post mi pare curiosa e significativa la testimonianza di Enrico, con precisazione finale sul "Theremin", che evoca i cortesissimi poliziotti inglesi. Mi riservo di rispondere al più presto ad "Anonimo" a proposito del "CSI". Sono anche io un fruitore abbastanza sistematico dei telefilm polizieschi americani, sin dal momento in cui comprai in America "Miami Vice", insieme a Fuscagni che dal canto suo aveva già comprato a suo tempo "Murder She Wrote", che in Italia si chiamò la "Signora in Giallo". Credo che una parte della grande tradizione poliziesca del cinema americano si sia da tempo parzialmente trasferita nella produzione televisiva. "CSI" ne è un esempio tipico, anche perchè il successo di questa serie iniziale, ambientata a Las Vegas, ha dato vita a due "Spin Off", quello di "Miami" e quello di "New York". Uno dei due ha avuto ed ha un successo ancora maggiore. Cercherò di approfondire il tema in una prossima occasione, avvertendo sin da adesso che tutte e tre le serie ,con un numero molto alto di interpreti, tendono a creare una certa confusione nella memoria dello spettatore, anche se i sistemi di analisi criminali conservano la loro fascinazione tecnica. Infine per quel che riguarda il problema del doppiaggio sollevato da "Anonimo (ms)" ho bisogno di spazio per una risposta approfondita. Si tenga conto del fatto che da 14 anni sono il direttore artistico del primo, e forse più importante, Festival Italiano appunto dedicato al doppiaggio ("Voci nell'Ombra"), e perciò mi sono molto occupato dell'argomento, dopo aver fatto larga esperienza in materia alla Rai. Chiarirò tutto nel mio prossimo intervento proprio su questo tema.
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