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21 aprile 2012

A DOMANDA RISPONDE

Rispondo qui ai post dei lettori ricevuti negli ultimi giorni. Raduno in un unico capitolo quelli inviati da Rosellina Mariani che mi offre il piacere di ricevere un’amplissima corrispondenza. Andando nell’ordine il 30 marzo mi scrive alludendo ad un mio precedente intervento: “Aspetto la risposta sulla tua grande cultura, intanto me la godo!”. E’doveroso precisare che la mia “grande cultura” non esiste: come quella di tanti giornalisti è formata da furbesche intercettazioni di occasionali motivi di cronaca e di moda. Inoltre va detto che da quando sono costretto, per feroci motivi di salute, a muovermi con una certa fatica mi riduco in genere a documentarmi attraverso il computer. Anch’io (per fortuna non sono il solo) finisco col dipendere da “Google” e da “Wikipedia”, come tanti liceali di oggi, pigliando per buono tutto quello che mi viene procacciato grazie allo spaventoso reticolato mondiale di internet. E’ la pura verità. Rosellina mi scrive anche che è contenta di ascoltare me e Steve Della Casa  parlare a Hollywood Party. Steve è un caro amico che con me è sempre affettuosissimo. Ci fu un periodo di alcuni mesi, circa 6 anni fa, in cui rimasi ricoverato all’ ospedale di San Martino di Genova. Steve, che percorre molto spesso la linea ferroviaria Torino – Roma e viceversa, aveva la gentilezza, quando arrivava alla Stazione Brignole, di saltare su un taxi, di venire a trovarmi all’ospedale e poi di riprendere un taxi, di tornare alla stazione e di ricominciare il viaggio (verso Torino o Roma) che in questo modo, data la lentezza dei treni italiani, diventava letteralmente interminabile. Mi fa piacere che Rosellina abbia apprezzato “Odio Implacabile” e che aspetti notizie su Schoendoerffer: un giorno o l’altro mi deciderò a scrivere il necrologio che egli ampiamente merita. Probabilmente riuscirò a trovare nel mercato dei Dvd francesi sia la “317°Section” che “Le crabe tambour”. Infine ringrazio ancora Rosellina che ci ha regalato un frammento di un suo brevissimo ma garbato incontro con Gianni Agnelli. 
Venendo ad altri corrispondenti, ringrazio Amarilli Bilitis, dal nome e dal cognome romanzescamente multinazionali che si compiace di trovare il mio nuovo post nel Blog. 
Sempre in data 10 aprile Rear Window (con il suo nostalgico logo raffigurante James Stuart che brandeggia la sua super macchina fotografica in “La finestra sul cortile”) mi dice di aver acquistato e gustato qualche mese prima “Odio implacabile” e che si ripromette di includere nella sua lista desideri di “Amazon” anche “Stasera ho vinto anch’io”. Come è evidente successivamente lo ho “recensito” nel Blog.
Ad “Anonimo” che il 12 aprile 2012 mi scrive a proposito di Bossi e mi chiede cosa vuol dire “Biribissi”, sono costretto a fare un’ammissione. Nonostante l’età avanzata conservo un gusto ginnasiale per i giochi di parole. Si dà il caso che, fra l’800 e il’900 vi sia stato uno scrittore di libri per ragazzi che si chiamava Paolo e portava l’impegnativo cognome Lorenzini. Vale a dire lo stesso di Carlo Lorenzini che, con lo pseudonimo di Carlo Collodi scrisse quel grande libro di favola che è “L’avventura di Pinocchio”. Carlo Lorenzini era lo zio di Paolo Lorenzini, il quale appunto si firmava anche “Collodi Nipote”. Il libro più noto di Paolo è una sorta di parodia de “Il Viaggio al Centro della Terra” di Jules Verne, centrata su due ragazzi che si chiamano appunto Sussi e Biribissi (che è appunto il titolo del libro) e che compiono anche essi un viaggio “cosmico” partendo dalle fogne di Firenze. Mi sono lasciato tentare dalla vaga assonanza tra Bossi e Sossi ed ecco perché ho aggiunto Biribissi.
In data 20/4/2012 PuroNanoVergine cita “Day of the Fight” come opera di esordio di Stanley Kubrick. E’ un documentario su un pugilatore medio leggero, di origine irlandese (si chiama Walter Cartier) che deve affrontare il pugile nero Bobby James. Dura 16 minuti ed è dello stesso anno di un altro documentario di Kubrick, “Flying Padre” centrato su un parroco cattolico del New Mexico costretto ad incontrare i suoi fedeli, sparpagliati in un immenso territorio, volando su un Piper Club che pilota lui stesso. Bisognerebbe fare un ulteriore ricerca per stabilire  quali dei due documentari, pur dello stesso anno, è apparso prima dell’ altro ed è quindi l’opera di esordio di Kubrick. Successivamente egli diresse nel 1953 un film di fiction di 72 millimetri, “Fear and Desire” ed un documentario sui marinai sindacalizzati di 30 minuti, intitolato “The Seafarers”. “Fire and Desire” ha come protagonista lo stesso Frank Silvera che sarà anche l’interprete principale del successivo film di Kubrick, “Il bacio dell’assassino” di 67 minuti che appunto ha al centro un pugile sfortunato che corre in aiuto della vicina di casa. Nel 1956 un Kubrick ormai maturo affronterà il lungometraggio con “Rapina a mano armata” ( The Killing) che lo rivelò al mondo, e in particolare ai critici americani che parlarono di un secondo Orson Welles.
Sempre PuroNanoVergine mi fa osservare che, abitando lui vicino alla sede milanese della Lega ha dato un’occhiata alla targa di Via Carlo Bellerio che porta una generica indicazione:”Patriota”. In effetti egli fu amico e sodale di Mazzini, il quale ebbe anche trasporti sentimentali verso una Giuditta Bellerio che non so se fosse la sorella di Carlo.
Per quel che riguarda Schoedoerffer ho già ringraziato Giulio Fedeli, che non vedo e non sento da decenni, il quale mi ha scritto un appassionato e informato post a proposito del regista e scrittore che entrambi abbiamo amato.

3 commenti:

Rosellina mariani ha detto...

Grazie delle risposte! Però , per me,( e so con certezza di non essere la sola ) la tua grande cultura esiste e come!

Rosellina Mariani ha detto...

Steve Della Casa è un grande uomo di cinema, critico, direttore di Festival.... Penso che prendere quel taxi sia , da parte sua,un gesto sublime ( e in questo sono d'accordo con Celine che in un mondo orrendo gli esseri umani sono capaci di azioni sublimi come gli angeli)e non fa che aumentare la mia stima per lui.
Quando ci incontriamo mi saluta con un " Ciao bionda!" questo saluto rivela affetto fraterno, stima e voglia sempre di ridere che condivido in pieno .E' per questo che mi ha fatto piacere sentirvi insieme

Giulio Fedeli ha detto...

Non ci vediamo e sentiamo da molto tempo, mon cher Claude, poiché - fra l'altro - la dea della salute è stata ed è piuttosto severa nei miei riguardi. Ma ora che le nostre strade sono tornate a incrociarsi, spero che ci si legga spesso. Ho tante domande da rivolgerti. E coltivo il desiderio che - qualora le giudicassi interessanti anche per i tuoi ottimi lettori - ricevano pubblica risposta.
Provo a partire con la prima: CHE NE E' DI DINO BASILI ?
Io lessi per puro caso il suo nome molti anni fa in libreria sulla copertina di un libro il cui titolo mi incuriosì subito: "Mele a spicchi". Lo acquistai e mi si disvelò un mondo di sublime intelligenza e ironia condensate nel genere letterario dell'epigramma. Ricordo bene che avete lavorato contemporaneamente in RAI, e hai sempre avuto per lui molta stima (a un Mystfest di Cattolica, deliziasti - citandolo - tutti noi che ti ascoltavamo.
Con dispiacere devo confessare di non averne più sentito parlare. So che ha pubblicato altri libri, ma sono di difficile (impossibile?) reperibilità. Bref:
non essendo probabilmente una figura molto nota, potresti tu scrivere l'elogio di Dino Basili, suscitando così un rinnovato interesse nei confronti di un uomo che immagino tanto intelligente quanto schivo e riservato ?
Grazie!
Giulio Fedeli.