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17 novembre 2012

RITORNA “SALVATE LA TIGRE”



Riprendo qui la pubblicazione di alcune delle puntate della rubrica “Salvate la tigre”di cui sono titolare sul settimanale FilmTv. Pertanto provvedo a riportare la quarta, la quinta e la sesta puntata pubblicate a suo tempo sulla rivista. Mi auguro che la cosa possa interessare i cinefili più attenti. Approfitto, con una certa civetteria professionale, per riportare anche i numeri di battute di ogni frammento. L’accordo con la redazione di “FilmTv” è che ogni puntata consti di 1800 battute. Come potrete vedere riesco quasi sempre a restare praticamente nei limiti.

4) Salvate la tigre

Il mio amico Enrico Lancia (grande intenditore di doppiatori, dotato di un favoloso orecchio) mi ha segnalato un piccolo avvenimento “cinefilico” di cui mi ero completamente dimenticato. Una domenica sera ha rivisto in una vecchia registrazione “Ribalta di Gloria” (Yankee Doodle Dandy, 1942) di Michael Curtiz. Ed ha avuto la sorpresa, assolutamente inaspettata, di riconoscere la mia voce che riassumeva brevi sequenze trasmesse in originale o che traduceva titoli di giornali americani. Me lo ha scritto e mi è venuto in mente quel che era successo (me ne ero completamente dimenticato). Lavoravo ancora a Rai Uno quando progettai e poi  misi in onda un fortunato ciclo inteso a rivalutare James Cagney, attore apparentemente monocorde ma in realtà capace di molte sfumature, consacrato come “duro” ma anche eccellente ballerino e uomo di commedia. Recuperai e proiettai molti film, naturalmente nelle copie integrali stampate apposta, diversi dei quali inediti  (uno di essi fu sicuramente “Lady Killer” del 1934). “Ribalta di gloria” è la biografia laudativa di George Michael Cohan (1878-1942),  popolarissimo attore e compositore di canzoni di grande successo (circa 1.500, si calcola, e fra di esse il famoso “Over There”, che divenne una sorta di inno nazionale durante la prima guerra mondiale). Molti dei doppiaggi forniti erano manchevoli (perché, non so). Invece di adottare il solito criterio Rai di tagliare brutalmente le immagini non coperte da doppiaggio finii nell’ufficio di un montatore dalle parti di Piazzale Flaminio: qui registravo per ogni brano “scoperto” un riassunto e le traduzioni prima citate. Fu un esperimento nuovo e probabilmente mai tentato in precedenza alla Rai. Non credo abbia avuto seguito. Chissà dove sono finite le copie dei film con la mia voce..?

(Battute 1.793)

5) Salvate la tigre

In Francia si stanno preparando ben cinque libri per commemorare Coluche. Il quale, nato a Parigi il 28 ottobre del 1944 e morto a Opio, nelle Alpi Marittime in un incidente di macchina il 19 Giugno 1986, continua a godere Oltralpe di una grande popolarità. Figlio di un imbianchino laziale e di una fiorista francese egli divenne un giovanotto estremamente parigino, in possesso di un tagliente e naturale humor proletario. Fatalmente approdò allo spettacolo leggero, francesizzò in Coluche il nome nativo Michel Gèrard Joseph Colucci, e iniziò una carriera salutata da un enorme successo personale. Paradossalmente si candidò alla Presidenza della Repubblica e fondò una catena di mense per i poveri, “Les restos du coeur”, tuttora in funzione. Il suo personaggio beffardo, rivestito di una “salopette”blu e di una T-Shirt gialla, divenne famoso . Lavorò in almeno 26 film, oltre che in alcune mini serie televisive, tutti di intenzioni comiche. Salvo uno, “Tchao Pantin” (1983) di Claude Berri (quello de “Il vecchio e il bambino”) volutamente ed esplicitamente drammatico. A Rai Due seguivo da tempo, attraverso stampa e televisione, la sua carriera e mi accorsi dell’inatteso talento concentrato in questo suo film “nero” di vocazione e di coloritura. Nel mercato italiano non interessò a nessuno, io lo comprai, lo feci doppiare e poi lo trasmisi. Coluche interpretava un ex poliziotto alcolizzato che lavorando in una stazione di servizio vendicava la morte di un piccolo “dealer” e veniva ucciso a sua volta. Naturalmente dotato, come tutti i comici di talento, per il versante drammatico Coluche ritagliò un grande personaggio, al punto di ricavarne un “César” per la migliore interpretazione (al suo fianco un altro premio toccò a Richard Anconina). 
Sono contento di aver avuto occhio!

(Battute 1.795)

6) Salvate la tigre

Questa piccola operazione che sto per descrivere è stata resa possibile solo dalla confluenza in un'unica persona (cioè io!) delle competenze che riguardavano sia il mondo del cinema cosiddetto Theatrical che quello della fiction di produzione. Da mesi avevo deciso che volevo dedicare un ciclo e rendere quindi un grande omaggio a quel personaggio straordinario che è stato Katharine Hepburn, al tempo stesso grande attrice drammatica e grande attrice brillante. Perciò da tempo controllavo filmografie varie e “lo stato dei diritti” dei singoli titoli, operazione noiosissima ma ineluttabile. A questo punto mi accorsi che esisteva un’opera drammatica interpretata dalla Hepburn di cui a rigori si davano notizie nelle biografie più puntigliose ma che al tempo stesso sfuggiva ad una somma globale. La sintesi mi fu resa possibile per l’abitudine forzatamente professionale a dover controllare sia gli elenchi della produzione cinematografica che di quella televisiva. In sostanza la Hepburn nel 1975 aveva interpretato per la Tv, a fianco di Laurences Olivier, un grande pezzo di teatro intitolato “Love among the Ruins” (Amore tra le rovine). Ma poiché era prodotto per la televisione veniva scartato dagli elenchi propriamente cinematografici. E nessuno dei cinefili aveva mai provveduto a saldare due elenchi non comunicanti. Si trattava, in verità, di un piccolo gioiello diretto da George Cukor, centrato su un anziana attrice denunziata dal suo giovane fidanzato e difesa da un famoso avvocato che da giovane era stato un suo innamorato. “Grande romantica commedia che riunisce per la prima volta due autori leggendari. Debutto in televisione di Cukor a 76 anni. Premi Emmy a tutti e tre” dice il dizionario del mio amico Morando, che gli concede ben quattro stellette. Adesso ne rivendico il merito!

(Battute 1.809)

2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Fai proprio bene a rivendicare il merito sia di Coluche che di Cukor .
Sono solo due delle chicche che hai regalato alla Rai nei tuoi prolifici anni di capostruttura!
grazie

Rita M. ha detto...

Questo racconto delle sequenze prive di doppiaggio da Lei "riassunte" per la Rai mi ha fatto ricordare che una cosa simile avvenne, alla fine degli anni Settanta, credo, nel bel mezzo di un altro film (Incantesimo di G. Sidney, con Tyron Power), ma, in effetti, non ricordo se quella voce sia stata maschile o femminile: è stato comunque Lei ad occuparsene?Grazie sempre per i Suoi contributi