Quesiti per Petacco (e per Silvio Bertoldi)
Rispondo in una sola tornata alla fedelissima Rosellina Mariani ed a chi si nasconde -ma credo di conoscerlo…..- dietro il nome di una piccola società di produzione dalle vocazioni giapponesi (i 47 Ronin, i fedelissimi che vendicano il loro signore, danno vita, come è noto, ad uno di grandi miti della tradizione samurai). Mi fa molto piacere che ad entrambi i corrispondenti sia piaciuta l’intervista con Petacco, al punto che mi chiedono un seguito! Non se se Arrigo ne abbia voglia ma, comunque, prima di muovermi in questo senso voglio ricevere altre richieste affini, e numerose quel tanto che mi permetta di capire se veramente esiste un nucleo abbastanza grande di persone interessate.
Confesso che stavo anche meditando di effettuare una intervista similare con un giornalista che è stato forse uno dei primi divulgatori di storia, sulla stessa linea di Petacco e di quei numerosi colleghi che hanno rievocato fatti recenti e recentissimi di casa nostra (e son molti e validi, da Luciano Garibaldi, a Gian Carlo Venè, a Giuseppe Mayda e via citando). Si tratta di Silvio Bertoldi, nato a Verona il 18 luglio 1920 ed autore di decine di libri ( a partire sicuramente del 1964, se non prima) in buona parte centrati sull’Italia del fascismo, della guerra e del dopoguerra (con diverse divagazioni oscillanti fra il XIX secolo e i giorni nostri). Io ho contato più di quaranta titoli, e forse sono di più. Per farla breve, grazie alla cortesia del collega Dino Messina del “Corriere della Sera” ho ottenuto il cellulare di Bertoldi e l’ho chiamato al telefono. Mi ha risposto lui stesso, con una voce molto giovanile, non, secondo la convenzione, da novantaduenne (anche a me, per telefono, dicono che non ho una voce da ottantatreenne; poi mi vedono di persona, e c’è il crollo). La cosa che mi ha stupito è che, appunto con sicurezza e piglio giovanili, mi ha risposto che non intendeva assolutamente rilasciare interviste, che con cose del genere aveva finito e che non voleva tornare sull’argomento. E’stato formalmente gentile ma fermissimo nella sostanza e, naturalmente, ho dovuto accettare la sua decisione.
Approfitto per chiedere ai lettori ed hai complici abituali del Blog, se vi è qualche persona che desiderano far intervistare da me. Posso raggiungere più facilmente, anche se non li conosco, gente del cinema e giornalisti professionisti, i quali ultimi sono in genere sensibili alla colleganza professionale. Ma accetto richiesta di ogni tipo, riservandomi il diritto di riuscire ad organizzare la telefonata, ipotesi non sempre sicura.
Resto in attesa di eventuali comunicazioni e invio i migliori saluti a tutti.
4 commenti:
Se possibile, sarebbe bella una telefonata con Callisto Cosulich, per parlare del cinema durante e dopo il fascismo, magari commentando in breve il film l'eterna illusione, che Cosulich proiettò (da ufficiale della regia marina) sul ponte dell'incrovciatore Eugenio di Savoia la sera prima di partire per il tragico viaggio in cui vide affondare la corazzata Roma. cari saluti Claudio
Mi piacerebbe una tua telefonata con Carlo Verdone. Secondo me sarebbe molto bella. E mi piacerebbe una tua recensione del film di Kazan "Fronte del porto", quel film (visto da ragazzina )mi fece innamorare del cinema e non solo per la magnifica interpretazione di Marlon Brando, ma perchè rimasi colpita dall'impatto che poteva avere sullo spettatore lo straordinario linguaggio del cinema. Da allora continuo ad esserne innamorata!
Grazie
P.S. ( è vero che la tua voce è molto molto giovane, ma come è del resto la tua testa!)
Mi associo alla richiesta di un Petacco-bis (ricordo da ragazzo, ma anche negli anni a seguire, le pubblicità televisive relative alle pubblicazioni a fascicoli delle opere di Petacco).
Sulle richieste ne avrei una che immagino francamente improponibile (nonostante le frecce che lei ha al suo arco di esperto cinefilo): Emmanuelle Beart (la lingua non dovrebbe essere d'ostacolo, ma non credo, sperando di essere smentito, che possa raggiungerla).
In ordine sparso: Goffredo Fofi, Emanuela Martini, Gloria De Antoni, Enrico Medioli. Grazie mille
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