Come d'abitudine appongo qui di seguito la puntata domenicale della mia rubrica "Visto con il Monocolo" per il Corriere Mercantile. Mi auguro che l'argomento, pur nella sua futilità, possa interessare a qualcuno. Approfitto dell'occasione per far presente che sto terminando uno dei due libri che ho in preparazione e che spero di consegnarlo all'editore entro giugno. Dopo essermi liberato di questo piccolo incubo portatile potrò occuparmi di nuovo, e di più, del Blog e dei suoi affezionati lettori. Molti cordiali saluti a tutti.
QUEL CHE CONTA OGGI E' APPARIRE IN TELEVISIONE
Ho conosciuto qualche giornalista, volenteroso ma tendenzialmente ignorante, che iniziando a scrivere, diceva ai colleghi: “Mi manca l’incomincio”. Confesso di trovarmi quasi nella stessa situazione perché, quasi per caso, ho scoperto che tramite internet si possono scoprire moltissime cose su due “disturbatori professionisti”, i quali da anni appaiono in televisione con misteriosa e micidiale regolarità. L’uno è il più noto Gabriele Paolini nato a Milano nel 1964 (padre generale e mamma cantante lirica) che si è definito “il profeta del condom”, ha un suo sito, irrompe di continuo in programmi televisivi, soprattutto nelle dirette giornalistiche, ha collezionato molte denunce e condanne a diversi anni di carcere (ma c’è stato veramente?), è citato nei Guinness dei primati e una volta è stato preso a calci in diretta dal giornalista Fraiese. Da diversi anni è affiancato da un concorrente (con cui non si parlano da tempo): si chiama Mauro Fortini, romano, lo si vede ormai quotidianamente in tutti i telegiornali (è quell’uomo di mezza età, dall’aria addolorata, che spesso tiene in mano un taccuino palesemente inutile ed è sempre a ridosso dell’intervistato). Anche lui è largamente ritrovabile in internet, si scopre che, contrariamente a Paolini, non vuole disturbare e si propone soprattutto di apparire anche lui nel Guinness dei primati. Dice di aver collezionato fino ad oggi 38mila apparizioni e in 12 anni di non aver mai avuto un mese di buco (a casa, con due televisori e vecchi videoregistratori ormai fuori commercio, colleziona tutte le immagini che lo riguardano). Sembra essere di condizioni modeste ma non lavora e grazie, ad una sistematica ricerca compiuta ogni mattina presso i palazzi del potere, è più aggiornato lui sui movimenti degli uomini politici che gli stessi giornalisti veri (molti dei quali lo consultano periodicamente per essere informati in tempo).
Sono entrambi due esempi spaventosi di ciò che la televisione ha modellato nel mondo da quando è diventato un complemento inevitabile della nostra esistenza. Quel che conta non è essere, fare, parlare o scrivere. Ma apparire. Essere “dentro il video”. Confesso che mi fanno un po’ paura tutti e due.
Claudio G. Fava
(battute 2.197)
(titolo originale: QUEL CHE CONTA IN QUESTO MONDO E' APPARIRE IN TELEVISIONE)
3 commenti:
Hai ragione la televisione dell'apparire è pericolosissima e crea mostri come questi che hai citato . Quanti miei colleghi si dimenticano chi intervistano pur di apparire loro che intervistano? Brutta scuola di giornalismo.
Grazie per l'articolo
Conoscevo lo squinternato Paolini,non l'altro."Ognuno sarà famoso per quindici minuti" mi pare sentenziasse Warhol (il non eccezionale film con De Niro "Quindici minuti,follia omicida a New York" sviluppava il tema).Oltre al tremendo Paolini mi viene in mente un tizio credo brasiliano soprannominato "El besuquero" che si infiltrava in tutte le manifestazioni pubbliche (sportive,politiche ecc...) e improvvisamente,sbucando dal nulla, scoccava un bacio sulla guancia al politico o al famoso di turno badando bene d'essere a tiro di telecamera.
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