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11 novembre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come al solito al Lunedì ecco la rubrica della domenica del "Corriere mercantile". Questa volta la puntata riguarda la "Cancellieri di Ferro" e non so se tutti saranno d'accordo (meglio così, sia detto incidentalmente). Dopo la rubrica provvederò a rispondere ai numerosi post giunti in questo ultimo periodo. Intanto cordiali saluti a tutti.

VISTO CON IL MONOCOLO

QUEL SORRISO UN PO' COSI' DEL MINISTRO CANCELLIERI
Non so come finirà questa lotta (un po’ goffa) sulle colpe teoriche della Signora Cancellieri Annamaria. Ma mi pare giusto dire che fra i protagonisti politici di questi ultimi anni è quella che mi è apparsa la più simpatica. Io ho abitato a Roma 25 anni e so quanto possano essere antipatiche certe donne (le impiegate ministeriali che escono dall’ufficio nell’orario di lavoro e vanno a fare altezzosi acquisti gastronomici, oppure  le borghesucce lamentose che sembrano perennemente colpite da catastrofi apocalittiche). Ma so anche quanto possano essere autentiche certe popolane ricche di buon senso e certe medio-borghesi pacate ma ferme nel carattere. È appunto la sensazione che comunica la signora Cancellieri, di cui fino adesso sapevo soltanto che era stata Prefetto a Vicenza, a Bergamo a Brescia, a Catania e per un anno, prima di andare in pensione, a Genova, dove sembra che se la sia cavata benissimo. Così come ebbe risultati positivi da Commissario straordinario a Bologna e a Parma. Ha giusto settant’anni (è nata a Roma il 22 Ottobre del 1943), l’atteggiamento ed il sorriso sono tipicamente capitolini ma privi del potenziale supplemento di beffa così fortemente avvertibile in tanti romani. Può darsi (non sono in grado di dirlo) che abbia avuto qualche gentilezza eccessiva verso la famiglia Ligresti, ma dà comunque la sensazione di appartenere a quella minoranza di servitori dello Stato che lo Stato lo servono veramente. Paragonate il suo sorriso a quello di tanti altri suoi colleghi o avversari, e poi tirate le somme: Monti sembra sempre in procinto di presiedere distrattamente una seduta di laurea, Enrico Letta ha il volto precocemente invecchiato del primo della classe che ha imparato il francese a Strasburgo, in piena Alsazia, Alfano è costretto dalla conformazione del volto a sorridere troppo spesso, Epifani esplica il sorriso faticosamente benevolente ereditato dalla CGL, Rosy Bindi dà sempre l’impressione di essere fortemente irritata perché ha dovuto troncare a metà la recita dell’Ave Maria.

Rispetto a loro Anna Maria Cancellieri emana la stessa bonomia persuasiva che fu tipica di Aldo Fabrizi e la stessa astuzia romana a fin di bene di Marisa Merlini.

1 commento:

Enrico ha detto...

Pochi dubbi da parte mia sull'onestà di intenti,nel caso specifico, della Cancellieri.Ma leggendo le registrazioni delle telefonate non ho potuto che ricordare due piccole frasi "Il generone romano" (che ho capito non trattarsi di un'accozzaglia di corpulenti burini bensì di un unico parente acquisito "che conta") e "A Fra' che tte serve?".Indegna la liquidazione percepita dal figlio (e patetica la difesa "cuoredimamma" "è tanto bravo").Insomma butto la Cancellieri nello stesso pentolone degli altri politici.Magari la estraggo prima dell'ebollizione del brodo.