VISTO CON IL MONOCOLO
QUEL SORRISO UN PO' COSI' DEL MINISTRO CANCELLIERI
Non so come finirà
questa lotta (un po’ goffa) sulle colpe teoriche della Signora Cancellieri
Annamaria. Ma mi pare giusto dire che fra i protagonisti politici di questi
ultimi anni è quella che mi è apparsa la più simpatica. Io ho abitato a Roma 25
anni e so quanto possano essere antipatiche certe donne (le impiegate
ministeriali che escono dall’ufficio nell’orario di lavoro e vanno a fare
altezzosi acquisti gastronomici, oppure le borghesucce lamentose che sembrano
perennemente colpite da catastrofi apocalittiche). Ma so anche quanto possano
essere autentiche certe popolane ricche di buon senso e certe medio-borghesi
pacate ma ferme nel carattere. È appunto la sensazione che comunica la signora
Cancellieri, di cui fino adesso sapevo soltanto che era stata Prefetto a
Vicenza, a Bergamo a Brescia, a Catania e per un anno, prima di andare in
pensione, a Genova, dove sembra che se la sia cavata benissimo. Così come ebbe
risultati positivi da Commissario straordinario a Bologna e a Parma. Ha giusto
settant’anni (è nata a Roma il 22 Ottobre del 1943), l’atteggiamento ed il
sorriso sono tipicamente capitolini ma privi del potenziale supplemento di
beffa così fortemente avvertibile in tanti romani. Può darsi (non sono in grado
di dirlo) che abbia avuto qualche gentilezza eccessiva verso la famiglia
Ligresti, ma dà comunque la sensazione di appartenere a quella minoranza di
servitori dello Stato che lo Stato lo servono veramente. Paragonate il suo
sorriso a quello di tanti altri suoi colleghi o avversari, e poi tirate le
somme: Monti sembra sempre in procinto di presiedere distrattamente una seduta
di laurea, Enrico Letta ha il volto precocemente invecchiato del primo della
classe che ha imparato il francese a Strasburgo, in piena Alsazia, Alfano è
costretto dalla conformazione del volto a sorridere troppo spesso, Epifani
esplica il sorriso faticosamente benevolente ereditato dalla CGL, Rosy Bindi dà
sempre l’impressione di essere fortemente irritata perché ha dovuto troncare a
metà la recita dell’Ave Maria.
Rispetto a loro Anna
Maria Cancellieri emana la stessa bonomia persuasiva che fu tipica di Aldo
Fabrizi e la stessa astuzia romana a fin di bene di Marisa Merlini.
1 commento:
Pochi dubbi da parte mia sull'onestà di intenti,nel caso specifico, della Cancellieri.Ma leggendo le registrazioni delle telefonate non ho potuto che ricordare due piccole frasi "Il generone romano" (che ho capito non trattarsi di un'accozzaglia di corpulenti burini bensì di un unico parente acquisito "che conta") e "A Fra' che tte serve?".Indegna la liquidazione percepita dal figlio (e patetica la difesa "cuoredimamma" "è tanto bravo").Insomma butto la Cancellieri nello stesso pentolone degli altri politici.Magari la estraggo prima dell'ebollizione del brodo.
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