Abituale recupero, al lunedì, della mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. L'accusa di essere un "Laudator temporis acti" è una di quelle in cui più facilmente si incorre superata una certa età. Sarei curioso di sapere quali sono le opinioni dei lettori. Cordiali saluti a tutti.
VISTO CON IL MONOCOLO
FORSE È VERO /CHE È
MEGLIO IL PASSATO?
Circa venti secoli fa
Orazio, fra le tante cose geniali, diede anche origine ad un’espressione
divenuta immortale. Un vecchio, egli scrisse, è assediato da molte insidie, opera
timidamente, rimanda tutto e diventa “laudator temporis acti, se puero”. Cioè
loda il tempo andato, quando era fanciullo, e depreca quello presente, sempre
deludente. Ci cadono tutti i vecchietti, ed io come gli altri. Ma mi chiedo
spesso se non abbiamo ragione a lodare il bel tempo che fu, in presenza dello
sfascio totale che ha investito l’Italia di oggi quasi ad ogni livello (e, per
venire a Genova in particolare, al dramma della AMT, che mentre scrivo queste
righe, sta formalmente arrestando la città intera). Forse è per questo che ho
cominciato a pensare al passato con maggior lucidità. Nel dopo guerra (io ho
assistito a comizi di entrambi) De Gasperi e Togliatti divisero l’Italia con
un’asprezza totale, contrapponendosi con una durezza che, vista adesso,
restituisce ai due uomini una nobiltà shakespiriana: l’uno decisivo per il
dopoguerra italiano, l’altro appesantito da un passato terribilmente ambiguo.
Ma entrambi, a rivederli adesso, attori di primo piano di una immensa tragedia
mondiale. Per venire più vicino a noi, ripenso a due uomini politici genovesi,
che nello stesso modo furono nettamente contrapposti: Gelasio Adamoli (sindaco
dal 1948 al 1951), Vittorio Pertusio (sindaco dal giugno 1951 al maggio 1960 e
poi dal febbraio 1961 al febbraio 1965). Visti allora sembravano lodevoli ma
modesti politici di provincia. Ripensati adesso acquistano una statura
straordinaria, per quello che hanno rappresentato e per quello che sono
riusciti a fare a Genova. Adamoli, (nato a San Potito Ultra, Avellino,
cresciuto a Teramo, laureato a Genova e divenuto profondamente genovese
nonostante un volto che faceva pensare ad un attore messicano d’epoca) si
impegnò molto per la ricostruzione della città, e in particolare del Carlo
Felice. Pertusio, avvocato brillante e simpatico, fu in realtà un amministratore
di alto livello (si pensi alla Sopraelevata, che bene o male ha salvato la
città, o a Corso Europa). Entrambi, rivisti adesso sembrano quasi due giganti.
O sono laudatore del
tempo passato?
3 commenti:
La scorsa settimana sono venuta a Genova, come sai, e tornando all'aeroporto sono stata accompagnata da un tassista molto simpatico e intelligente che raccontava un pò le magagne di questa Italia che tanto amiamo, ma che ci sembra ormai invivibile e piena di difetti.
Il tassista faceva delle analisi molto lucide su alcuni uomini politici ed a un certo punto mi ha detto: " Signora , ma secondo lei sono rimbambito che i "normali" politici di ieri mi sembrano , in confronto con quelli di oggi, "straordinari" politici?!" Quello che dici nel tuo articolo è un pensiero allargato...
Grazie e complimenti per la presentazione di " The boxer" su ClassTv! Sintetica e limpida!
Qualcuno ha scritto "La nostalgia si nutre di amnesie più che di ricordi".Sarà.Personalmente vorrei vivere andando avanti e indietro come un pendolo fra il volo di Berruti alle Olimpiadi di Roma (estate 1960) e il gol di Rivera in Italia-Germania 4-3 (estate 1970)
È una riflessione che mi faccio anch'io possibile che 30-40 anni fa si diceva che i politici non sapessero fare i politici mentre oggi a distanza di anni sembrano statisti? Allora ci sarebbe da capire se i politici di oggi sono tanto peggiori di quelli del passato da farli risultare dei grandi o se siamo davvero incontentabili e dunque ogni epoca ha i suoi "buoni politici"????
Grazie dell'articolo.
Saluti
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