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25 novembre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Abituale recupero, al lunedì, della mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. L'accusa di essere un "Laudator temporis acti" è una di quelle in cui più facilmente si incorre superata una certa età. Sarei curioso di sapere quali sono le opinioni dei lettori. Cordiali saluti a tutti.

VISTO CON IL MONOCOLO

FORSE È VERO /CHE È MEGLIO IL PASSATO?
Circa venti secoli fa Orazio, fra le tante cose geniali, diede anche origine ad un’espressione divenuta immortale. Un vecchio, egli scrisse, è assediato da molte insidie, opera timidamente, rimanda tutto e diventa “laudator temporis acti, se puero”. Cioè loda il tempo andato, quando era fanciullo, e depreca quello presente, sempre deludente. Ci cadono tutti i vecchietti, ed io come gli altri. Ma mi chiedo spesso se non abbiamo ragione a lodare il bel tempo che fu, in presenza dello sfascio totale che ha investito l’Italia di oggi quasi ad ogni livello (e, per venire a Genova in particolare, al dramma della AMT, che mentre scrivo queste righe, sta formalmente arrestando la città intera). Forse è per questo che ho cominciato a pensare al passato con maggior lucidità. Nel dopo guerra (io ho assistito a comizi di entrambi) De Gasperi e Togliatti divisero l’Italia con un’asprezza totale, contrapponendosi con una durezza che, vista adesso, restituisce ai due uomini una nobiltà shakespiriana: l’uno decisivo per il dopoguerra italiano, l’altro appesantito da un passato terribilmente ambiguo. Ma entrambi, a rivederli adesso, attori di primo piano di una immensa tragedia mondiale. Per venire più vicino a noi, ripenso a due uomini politici genovesi, che nello stesso modo furono nettamente contrapposti: Gelasio Adamoli (sindaco dal 1948 al 1951), Vittorio Pertusio (sindaco dal giugno 1951 al maggio 1960 e poi dal febbraio 1961 al febbraio 1965). Visti allora sembravano lodevoli ma modesti politici di provincia. Ripensati adesso acquistano una statura straordinaria, per quello che hanno rappresentato e per quello che sono riusciti a fare a Genova. Adamoli, (nato a San Potito Ultra, Avellino, cresciuto a Teramo, laureato a Genova e divenuto profondamente genovese nonostante un volto che faceva pensare ad un attore messicano d’epoca) si impegnò molto per la ricostruzione della città, e in particolare del Carlo Felice. Pertusio, avvocato brillante e simpatico, fu in realtà un amministratore di alto livello (si pensi alla Sopraelevata, che bene o male ha salvato la città, o a Corso Europa). Entrambi, rivisti adesso sembrano quasi due giganti.
O sono laudatore del tempo passato?

3 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

La scorsa settimana sono venuta a Genova, come sai, e tornando all'aeroporto sono stata accompagnata da un tassista molto simpatico e intelligente che raccontava un pò le magagne di questa Italia che tanto amiamo, ma che ci sembra ormai invivibile e piena di difetti.
Il tassista faceva delle analisi molto lucide su alcuni uomini politici ed a un certo punto mi ha detto: " Signora , ma secondo lei sono rimbambito che i "normali" politici di ieri mi sembrano , in confronto con quelli di oggi, "straordinari" politici?!" Quello che dici nel tuo articolo è un pensiero allargato...
Grazie e complimenti per la presentazione di " The boxer" su ClassTv! Sintetica e limpida!

Enrico ha detto...

Qualcuno ha scritto "La nostalgia si nutre di amnesie più che di ricordi".Sarà.Personalmente vorrei vivere andando avanti e indietro come un pendolo fra il volo di Berruti alle Olimpiadi di Roma (estate 1960) e il gol di Rivera in Italia-Germania 4-3 (estate 1970)

Giorgio ha detto...

È una riflessione che mi faccio anch'io possibile che 30-40 anni fa si diceva che i politici non sapessero fare i politici mentre oggi a distanza di anni sembrano statisti? Allora ci sarebbe da capire se i politici di oggi sono tanto peggiori di quelli del passato da farli risultare dei grandi o se siamo davvero incontentabili e dunque ogni epoca ha i suoi "buoni politici"????
Grazie dell'articolo.
Saluti