Rispondendo a Rita M. (un suo contributo è pubblicato in data 24 marzo) ho totalmente dimenticato di rispondere a una sua domanda a proposito di Sam Peckinpah in generale e de “La croce di ferro” (1977) in particolare. E’ un regista (nato nel 1926 e morto nel 1984) che mi è sempre piaciuto molto fin dai tempi di “La morte cavalca a Rio Bravo” e “Sfida nell’Alta Sierra” (entrambi del 1961). Non credo di poter dir di lui cosa particolarmente nuove: la secchezza, la fredda e fantasiosa violenza dei suoi film hanno colpito me all’epoca come tanti altri spettatori. In particolare “La croce di ferro” (tratto da un romanzo tedesco “La carne paziente” che ho letto più volte) restituisce la guerra della parte tedesca con una spietata precisione e fa capire quanto regista americanissimo sia in grado di essere sempre lo stesso, anche uscendo (rarissimamente) dai confini degli Stati Uniti. Fra l’altro una minima annotazione curiosa. Molti anni fa assistetti a Padova ad un convegno organizzato da un fedelissimo estimatore di Peckinpah (un giovanotto romano che ho totalmente perso di vista). Era riuscito a fare venire alcuni degli attori che avevano lavorato con il regista. E parlando di lui (lo chiamavano rispettosamente “Mr. Peckinpah”) scopersi che il suo nome si pronunciava in modo particolare. In effetti la “a” finale veniva pronunciata come “o”: Mr. Peckinpoh. Non l’ho mai dimenticato.
4 commenti:
Grazie per la cortese risposta!
Warren Oates,Ben Johnson,Ernest Borgnine e William Holden che si avviano beffardi al massacro finale del "Mucchio Selvaggio" rimarrà per me uno dei momenti più emozionanti passati nel buio della sala.
E allora ho sempre pronunciato male l'indimenticabile regista di "Il mucchio selvaggio"! Grazie per la precisazione!
Finalmente sono riuscita ad acquistare "Visto con il monoloco"! Fra 3 giorni arriva!
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