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2 settembre 2011

A DOMANDA RISPONDE

Ringrazio Antonio Sabino per la sua cortese lettera a proposito della telefonata di Pupi Avati. Evidentemente tutto quel che riguarda i tentativi di Pupi per farsi strada nel cinema sono stati nelle mie domande forzatamente abbreviati per non rendere eccessivamente lunga, e un po' faticosa per lui, una confessione che doveva riguardare tutta la sua esistenza. Chiari, Tognazzi e Vianello sono stati richiamati, per la verità, da una mia intrusione vocale che Pupi non aveva per nulla provocato. Una delle spiegazioni per la loro adesione alla repubblica di Salò, che credo non sia controversa, può esser data dal fatto che la R.S.I. riuscì nel nord, dove durò più a lungo, a rimettere in funzione i distretti militari e ad inviare alle potenziali reclute specifici annunci di leva (l'ho visto io capitare a giovani ovviamente più anziani di me). Era perciò molto difficile riuscire a sfuggire alle ricerche. Invece il Regno (del sud) che cercava di rimettersi in ordine recuperando via via il potere dagli inglesi e dagli americani, non ci riuscì e probabilmente non ci provò neppure (so che in Sicilia ci furono espliciti rifiuti, nel '43/44, di accettare la conscrizione. Il che fra l'altro causò il fatto che fra i pochi soldati disciplinatamente rimasti nei loro reparti dopo l'8 settembre furono forzatamente scelti quelli inviati a combattere, prima nel "Raggruppamento Motorizzato" chiamato successivamente "C.I.L.- Corpo Italiano di Liberazione- " e poi nei cinque gruppi di combattimento (in realtà erano delle Divisioni e ne avevano anche i fregi) allestiti verso la fine del 1944 con divise ed armi inglesi. Il mio amico Tatti Sanguineti sta conducendo una interessantissima ricerca su uno degli attori prima menzionati. Più largamente le segnalo che l'ottimo documentarista Claudio Costa (romano nonostante il cognome ligure-romagnolo) sta proseguendo un interessantissimo lavoro di ricerca di superstiti combattenti della guerra di liberazione. Essendo essi pressapoco novantenni è chiaro che i superstiti sono pochi e molto difficile da trovare. In maggioranza mi sembra siano della Repubblica Sociale Italiana ma diversi hanno militato sino alla fine nelle regie forze armate.
Grazie ancora per i complimenti e molti saluti.

2 commenti:

Il Secondo Anonimo ha detto...

L'intervista a Pupi Avati è bellissima, come tutte quelle comparse su questo blog.
Mi ha divertito (e anche fatto molto piacere egoistico) il giudizio che ho sentito su "Impiegati", film che mi è particolarmente caro, direi quello che per ragioni che non riesco a razionalizzare (non sono mai stato impiegato alla Findus, che ho scoperto essere l'antefatto), mi emoziona di più della filmografia a me nota di Avati.
Forse ci sento una nota di sarcasmo supplementare a insaporire la consueta delicatezza, non so.
Sembra quasi che l'asse, dall'Emilia si sia spostato per un attimo verso l'Appennino Toscoemiliano.
Di sicuro non è solo il fatto - è una mia sadica fantasia - che mi dà l'impressione di essere un film nel quale Luca Barbareschi recita sé stesso senza saperlo mentre gli altri lo sanno.
Adorabile Nik Novecento... ma è vero che andava senza copione?

Sta di fatto che amo molto questo film e lo ricordo benissimo anche se è tantissimo che non lo rivedo.

Mi è molto piaciuto anche il rilievo che ogni uomo aspira a "dire chi è", molto bello.

Lo Chef Fava sempre strepitoso, si muove per l'intervista con l'eleganza di un prestigiatore baffuto.

Devo però fare una critica a questo blog: dissemina così tante sollecitazioni e solleticazioni intellettuali che, a seguirle tutte uno non riuscirebbe a far più altro.
Adesso per esempio verrebbe da ripartire per una panoramica retrospettiva della visione dei film di Kazan.
Spero di fare in tempo prima della prossima portata

Antonio Sabino ha detto...

Grazie a lei per l'attenta e interessantissima risposta e per le indicazioni utili per approfondire la questione.