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29 luglio 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come ormai ogni lunedì ricopio qui il testo della mia rubrica domenicale del "Corriere Mercantile". Spero, scrivendo quel che ho scritto, di non urtare la sensibilità di nessuno. Non mi sento abbastanza giovane per condividere l'entusiastico peronismo teologico di Papa Francesco (Primo). E sono abbastanza vecchio per rimpiangere l'esangue e raffinata dedizione bavarese di Papa Benedetto XVI (che palesemente si è arreso, come da secoli un pontefice non si arrendeva). Naturalmente con sole 2.200 battute di computer a disposizione (20/21 righe) ho dovuto omettere molte precisazioni. Ad esempio, Paolo VI non era solo lo scafatissimo Monsignore di Curia che sotto Pio XII, ed insieme a Monsignor Tardini, fu per molti anni ai vertici della chiesa, ma anche un intellettuale tormentato, affascinato dai teologi francesi e imprigionato al Seggio dai momenti più crudi e rabbiosi della lotta politica italiana. E così la complessa personalità di Papa Wojtyła  non può essere imprigionata nelle pochissime righe che ho potuto dedicargli. Infatti fu un protagonista a tutto tondo ma ho la sensazione che, preso da altri problemi, di alcuni stridori della Chiesa abbia preferito non accorgersi: per fare un esempio si pensi ai Legionari di Cristo ed alla figura del suo fondatore,  Marcial Maciel Degollado, solo tardivamente smascherato e, per anni, molto abile  nel porsi al riparo dell’ombra di Giovanni Paolo II.

Altrettanto dicasi per tutti gli altri pontefici, compreso il possente (e discusso) Eugenio Pacelli, ovvero Pio XII. Secondo Alberto Sordi, (che me lo disse una volta, in "camera caritatis", mentre scriveva un libro su di lui) "è stato l'ultimo dei Papi". E penso che Sordi lo credesse veramente... In ogni caso credo che le ultime elezioni siano state compiute da Cardinali tutti nominati o da Giovanni Paolo II o da Benedetto XVI. Capaci, entrambi, di leggere nell'animo degli Episcopati di tutto il mondo e di scegliere fra Vescovi non italiani, nominandone in numero sufficiente da determinare l'elezione degli ultimi papi. Si direbbe infatti che i "Cardinali" stranieri siano da tempo orientati in direzione di una forte riduzione dei poteri romani, tanto è vero che, a quanto è stato scritto, nel precedente conclave fu proprio Bergoglio ad essere il massimo antagonista di Ratzinger. A netta testimonianza del fatto che ormai da molti anni la maggioranza dei Cardinali voleva cambiare la conduzione "curiale" della Chiesa Universale. Prima nel modo "morbido" che condusse a Benedetto XVI. Poi, dopo la "resa" di questo ultimo, in quello più reciso che ha portato a Francesco.

VISTO CON IL MONOCOLO

L'ACUME DEGLI ELETTORI NELLA STORIA DEI PAPI
Mentre appariranno queste righe il viaggio in Brasile del Pontefice sarà agli sgoccioli. Ma sin da ora è evidente che si tratta di un grande successo personale di Papa Bergoglio, ormai consacrato come adunatore di folle forse ancor più di Giovanni Paolo II. Ma quel che è soprattutto evidente è l’accumulo di furbizia e di tempismo che ha contraddistinto gli ultimi Concistori. Ovviamente tutti li ricordano ma vale la pena di riportare qui nell’ordine i Papi dal 1958 ad oggi. In quell’anno muore Pio XII, in carica dal 1939. Dal 1958 al 1963 tocca a Giovanni XXIII. Dal 1963 al 1978 a Paolo VI. Sempre nel 1978 c’è il papato misteriosamente breve di Giovanni Paolo I. Gli subentra, sempre nel 1978, Giovanni Paolo II, che rimane sul Soglio 27 anni e muore nel 2005. Tocca poi a Benedetto XVI sino al 2013 quando “abdica”. Tocca al cardinal Bergoglio che diventa Francesco (“tout court”, non so perché senza numero). I cardinali elettori sono cambiati tutti diverse volte, eppure è evidente la sagacia (un credente direbbe lo Spirito Santo ) nelle scelte. La chiesa di Pacelli era funzionante ma estremamente gerarchica e imbrillantinata di orpelli. I cardinali lo hanno capito e sono ricorsi alla furba bonarietà contadina del bergamasco che inaspettatamente si “inventò” addirittura un Concilio. Poi, per una sorta di colpevole ma funzionante reazione, si accentrarono su un Montini che aveva trascorso tutta la sua vita nella rarefazione diplomatica della Segreteria di Stato. Alla sua morte compirono una sorta di capolavoro pescando in Polonia (terra di contadini e di poeti, entrambi un po’ matti) un Wojtyła, che era stato per entusiasmo attore e per convenienza operaio, e che soprattutto, da straordinario personaggio da palcoscenico, dette un colpo mortale in Russia ad un regime che durava dai tempi della Rivoluzione di Ottobre. Un evidente desiderio di calma e di eleganza intellettuale portò alla scelta del raffinatissimo Ratzinger, presumibilmente distrutto dall’apparato. Per approdare scaltramente a Francesco, sorta di gesuita travestito da salesiano, che dà al pubblico tutto quello che Benedetto XVI non concedeva. I Cardinali sono proprio uno straordinario corpo elettorale...

4 commenti:

Enrico ha detto...

Osservando per motivi di età e con l'occhio dell'ateo rispettoso ma scettico il succedersi dei papi da Roncalli in poi mi pare che i porporati abbiano sempre scelto con oculatezza il papa giusto al momento giusto.Sicuramente Paolo VI e Benedetto XVI non hanno avuto l'appeal mediatico di Giovanni XXIII,di Giovanni Paolo II e di Francesco I.Le masse sono incolte e si entusiasmano coi i papi "alla mano",figuriamoci con il tormentato e ascetico Montini,che talora indossava il cilicio, e con il coltissimo Ratzinger.Francesco I mi pare abbia per ora un successone,una vera boccata di ossigeno per una chiesa in palese difficoltà.Staremo a vedere.

Unknown ha detto...

Ho vissuto soltanto gli ultimi due Papi, più il neoeletto terzo in carica. Di Giovanni Paolo II solo l' ultima parte di pontificato. In tutta sincerità considero un' ondata mediatica e non altro questa di Francesco I , e non mi pare peraltro che si sia ancora parlato di questioni di sostanza, come ad esempio il peso fiscale e politico gravante sullo Stato italiano da parte del Vaticano. L' unico di questi tre Papi per il quale ho avuto simpatie è il tedesco, e convengo con voi sul fatto che fosse un fine intellettuale e un conservatore sincero. Però va detto che per il Monarca cattolico la prestanza da animale politico, se non addirittura mediatico, è di indubbio valore.
Ricordo Papi , specialmente in storia Medioevale, prodigiosi nello spendersi meravigliosamente su questo doppio versante : coltissimi e non secondi a nessuno su questioni dottrinali e di pura teoretica e allo stesso tempo di un' aggressività politica e propagandistica da far invidia al più incolto e barbarico dei conquistatori.

Anonimo ha detto...

Grazie per questo articolo :il breve "excursus" sui papi è di rara sagacia.
Però devo dire che amo Papa Francesco e le sue battute :in questo momento ,secondo me, è prezioso.Speriamo che sia un reale segnale di cambiamento della Chiesa.Lo spero molto.

Rosellina Mariani ha detto...

Ho dimenticato la firma :la risposta precedente è mia.