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30 settembre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Cari amici ecco la solita puntata settimanale della mia rubrica sul "Corriere Mercantile". Quello dell'organizzazione internazionale del calcio è un tema su cui vorrei tornare perchè mi sembra ricco di allusioni e, al tempo stesso, di conseguenze, ai rapporti culturali europei da un secolo a questa parte. Per ora, se proprio ne avete voglia, leggetevi questo primo brano: 

VISTO CON IL MONOCOLO


SE IN QUESTO MONDO FUNZIONA SOLO IL CALCIO
La realtà del mondo è sostanzialmente scoraggiante. In Italia poi, c’è da mettersi le mani nei capelli (vale anche per i calvi). Una situazione politica inestricabilmente convulsa, una situazione economica che peggiora ogni giorno, un panorama di famose Società nostrane che vengono vendute l’una dopo l’altra all’estero, rendendo tragicamente inutile quell’inatteso, gran brillio che contraddistinse l’Italia del miracolo economico, negli anni ’50 e ’60. In particolare la vita (si dovrebbe dire: la morte) quotidiana sta raggiungendo vette spaventose di ferocia: mariti e fidanzati uccidono le compagne cedendo ad  una violenza incessante, mai conosciuta in precedenza con la stessa criminale diffusione. E basta vedere una puntata di un telegiornale nazionale per provare il fortissimo desiderio di fuggire all’estero. Eppure in questa nazione tribolata, in questo continente sconvolto, in questo universo incontrollabile ci sono alcuni organismi che riescono a funzionare quasi perfettamente. È quel che si potrebbe dire di tutti gli organismi sportivi nazionali e internazionali, ma in particolare di quelli calcistici. Quel che non riescono ad ottenere le fedi religiose e politiche è realizzato quotidianamente da chi amministra un giuoco, più forte e più coinvolgente di tanti partiti e di tante Chiese. Si pensi ai due fondamentali enti sportivi che regolano il calcio europeo e quello mondiale, cioè l’UEFA e la FIFA. Hanno saggiamente sede entrambe in Svizzera, l’UEFA a Nyon (ad una ventina di chilometri da Ginevra) e la FIFA a Zurigo. Pensate a quel che riescono a far realizzare ogni settimana, ed in particolare alla domenica, in tutto il mondo: migliaia di partite, per ognuna delle quali le diverse organizzazioni devono provvedere a che vi siano campi adeguati, arbitri ufficialmente designati ed organismi sia operativi che giurisdizionali: a livello nazionale ed a quello internazionale. La cosiddetta “giustizia sportiva” ha ritmi di lavoro sconosciuti, e non solo in Italia, dalla giustizia vera e propria. Un mondo intero funziona perfettamente per un giuoco e non per la vita reale. Probabilmente questa è la condanna più dura che si possa formulare per la nostra civiltà.
(TITOLO ORIGINALE "Il vero O.N.U. è la F.I.F.A"

1 commento:

Rosellina Mariani ha detto...

Questo articolo fa molto pensare su quanto sia irrazionale ( e ingiusta)la vita... eppure.... quanto i singoli individui salvano la vita!
Grazie