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24 febbraio 2014

L'OSSERVATORE GENOVESE

Cari amici, 
abituale cerimonia del lunedì mattina con il "recupero" della mia rubrica domenicale sul "Corriere Mercantile". Mi dicono che - fatta salva la differenza fra venti righe di scritto e un' ora di parlato - il tema di fondo, e cioè l'imperscrutabilità dell'Italia sempre incerta fra trionfo e catastrofe, sia affine ai concetti espressi da Maurizio Crozza nel suo intervento al Festival di Sanremo. L'ho cercato al telefono per dirglielo ma ha il cellulare, comprensibilmente, sempre occupato. Riproverò.

VISTO CON IL MONOCOLO
ITALIA CATASTROFICA MA A TEMPO
Consapevole che tutto sembra andare male ho deciso di cedere ad un incongruo accesso di ottimismo, riguardante lo stato dell’Italia e l’Italia dello Stato. In apparenza peggio di così le cose non potrebbero andare: l’Italia sembra andare veramente in liquidazione, anche in senso idrologico. Si pensi al vergognoso cedimento della ferrovia nei pressi di Andora, quasi un simbolo del quieto crollo dell’intera regione. E al fatto che l’Italia intera, dopo essere sopravvissuta per secoli, sembri liquefarsi sotto il peso delle piogge, che però c’erano anche in passato. Dal canto loro i Comuni non riescono neppur più a riparare le buche delle strade cittadine mentre in periferia si ergono gloriosamente gli splendidi resti delle costruzioni romane, a volte felicemente funzionanti. E la cronaca nera non riesce a tener dietro ai crimini più spietati (femminicidi, bambini uccisi sulle strisce, eccetera) mentre i processi per corruzione sono divenuti ormai una litania, ripetitiva e fastidiosamente deprimente. Insomma un bilancio clamorosamente negativo di una repubblica in apparente stato di fallimento. L’unica speranza è che questa sia la parte finale di una terribile congiuntura negativa a cui deve fatalmente fare seguito un momento di grande e insperato successo. É quel che è successo sempre in Italia, almeno nel dopoguerra, fra successivi alti e bassi attraverso i quali siamo perigliosamente arrivati ai giorni nostri. A testimonianza del fatto che l’Italia è un paese meticolosamente imprevedibile, che sembra alternare sistematicamente il successo e la sconfitta al di là di ogni ragionevole previsione. Ad esempio il terrorismo ha infuriato in molti paesi europei. Ma in Germania e in Francia bastarono le poche decine di militanti della “Rote Armee Fraktion” e di “Action directe” per mettere quasi in ginocchio le due più importanti nazioni d’Europa. Parallelamente in Italia ci fu una sorta di vasta esplosione incontrollata di iniziative (brigatiste) totalmente indipendenti nell’intero paese. E, non si sa come, ne siamo usciti sorridendo. In questo strano paese più le cose vanno male e più potranno andare bene. In questi giorni siamo proprio al punto giusto per cambiare tutto ancora una volta.


2 commenti:

rosellina Mariani ha detto...

Speriamo che cambi tutto! Anche se, io che sono un'ottimista cocciuta, questa volta lo sono un pò meno.....
Grazie per questo bell'articolo

Enrico ha detto...

Mi auguro con tutte le forze che lei abbia ragione