Blog - Crediti


L'audio e i video © del Blog sono realizzati, curati e perfezionati da Lorenzo Doretti, che ha anche progettato l'intera collocazione.
L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

24 marzo 2014

L'OSSERVATORE GENOVESE

Cari amici,
inevitabile puntata della mia rubrica domenicale. Confesso di essermi abbandonato ad un subitaneo moto di nostalgia per le mille e mille parole di Jack London assorbite in gioventù.


VISTO CON IL MONOCOLO

LA LEZIONE INSUPERABILE OFFERTA DA JACK LONDON
Come promesso volevo occuparmi di Papa Francesco, poi ho letto l’elenco di “Forbes” sugli uomini più importanti del mondo nel 2013 e ho visto che occupa il quarto posto dopo Putin, Obama e Xi Jinping. A questo punto ho deciso di riflettere ancora una volta prima di abbandonarmi a valutazioni che forse potrei rimpiangere, e mi è venuto istintivo pensare che durante tutta la mia carriera non ho praticamente mai provato quel turbamento del foglio bianco, quell’incertezza fondamentale su cosa e come scrivere che colpisce tante persone che dello scrivere fanno la loro attività fondamentale. Al tempo stesso ho sempre provato una grande ammirazione per quelli che scrivevano tanto e senza molte incertezze. Da Victor Hugo, che in piedi davanti ad uno “scriviritto” dava vita a creature enormi come “I Miserabili”, a Zola, che ogni mattina si metteva allo scrittoio come un impiegato per produrre la prevista quantità di cartelle. Ma fra tutti, quello che mi ha sempre impressionato, è uno scrittore che ho molto amato da ragazzo e per il quale conservo ancora un posto speciale nel mio cuore. E cioè Jack London. In soli quarant’anni di vita (1876-1916) è riuscito ad accumulare esperienze e attività per venti persone diverse. È stato strillone, pescatore di ostriche, lavandaio, cacciatore di foche, pugile, cercatore d’oro. I suoi studi sono stati abbastanza irregolari, ma dopo i vent’anni incomincia a scrivere. Alimenta il suo straordinario talento naturale con disordinate letture che ne fanno un socialista convinto (quando ce n’erano pochi negli Stati Uniti) e, pur quasi sempre in preda ad un profondo alcolismo, riesce a guadagnare molto denaro collaborando a riviste di successo e pubblicando un numero notevole di libri. I romanzi sono almeno 20, le raccolte dei racconti 19, 6 i libri di saggi, generalmente politici, gli articoli moltissimi: fra i titoli che hanno affascinato intere generazioni ricordo “Il richiamo della foresta”, “Il lupo dei mari”, “Zanna bianca”, “Prima di Adamo”, “Il tallone di ferro”, il semi-autobiografico “Martin Eden” (forse  London ne imitò il suicidio ?), “Radiosa Aurora”, “La peste scarlatta”, “Il vagabondo delle stelle”. Una lezione insuperabile per chi voglia far mestiere di scrivere.

3 commenti:

Rita M. ha detto...

Concordo in pieno: Jack (chiamo sempre per nome i miei autori preferiti) è uno scrittore straordinario. Fra tutte le sue opere (davvero tante!) preferisco Martin Eden (ma me ne mancano ancora alcune...): solo grazie a questo emozionante romanzo, fra l'altro, ho scoperto un meraviglioso poeta inglese ingiustamente misconosciuto in Italia: A. Ch. Swinburne (tra i preferiti del giovane protagonista). Peccato che il cinema, a differenza di altri scrittori, non lo abbia "sfruttato" a dovere (a parte la saga, spesso apocrifa, dei vari "Zanna bianca"). Grazie per averne parlato!

Rosellina Mariani ha detto...

Grazie per aver ricordato Jack London. Ho amato moltissimo "Il richiamo della foresta", "Il lupo dei mari"...e naturalmente "Zanna bianca" Hai ragione:una scrittura straordinaria!

Enrico ha detto...

Fra i miei preferiti il libriccino di racconti "Storie di boxe".Approfitto dello spazio per dirle che ho apprezzato molto il suo intervento radiofonico.Grazie