Come al solito rispondo alle missive giunte a Clandestino in Galleria dopo gli ultimi articoli, facendo ancora una volta presente ai lettori che, almeno per un mese, avrò ancora poco tempo da dedicare al Blog, preso come sono, dalla confezione di due libri e dalla preparazione di una nuova serie di presentazioni di film per la rete Class TV.
Passo subito al solito, affettuoso contributo di Rosellina Mariani giunto il 26 Marzo in calce al brano “Presentazione libro (solo per genovesi?)”. Grazie degli elogi. La presentazione ha avuto luogo, come preannunciato, al sesto piano della Feltrinelli di Genova, erano presenti due dei tre autori (e cioè Alessio Accardo e Federico Govoni, mentre Chiara Giacobelli non è potuta venire), la saletta era piena e il pubblico mi pare si sia divertito. Ricordo che il libro, edito da “Le Mani” di Francangelo Scapolla, è intitolato “Furio Scarpelli-Il cinema viene dopo” (costo 20.00 euro) è, in qualche modo la continuazione ideale di un precedente volume dello stesso Accardo, e cioè “Age & Scarpelli. La storia si fa commedia” edito nel 2001, con prefazione di Paolo Virzì, dall’ A.N.C.C.I. Questo perché la parte centrale della vita e del lavoro di Age e Scarpelli (che ad un certo punto si divisero) fu comune e dette vita a qualcuno dei più disinvolti e intelligenti film del cinema italiano post-bellico. A parte il blocco dedicato al cinema di Totò fra il 1949 e il 1950, mi limiterò a ricordare nove film del 1951 fra cui “Cameriera bella presenza offresi…”, nel 1952 quattro film fra cui “Totò e le donne” e “Totò a colori”, nel 1953 nove film fra cui “Villa Borghese” di Gianni Franciolini e “Totò e Carolina” di Monicelli. Nel 1954 tre film fra cui “Tempi nostri” di Blasetti, nel 1955 cinque film fra cui “Il bigamo” di Luciano Emmer e “Bravissimo” di Luigi Filippo D’Amico e “Le signorine dello 04” di Gianni Franciolini, sei film nel 1956 fra cui “La banda degli onesti” di Mastrocinque e “Souvenir d’Italie” di Pietrangeli, nel 1957 quattro film fra cui “La legge è legge” con Totò e Fernandel, “Il medico e lo stregone” e “Padri e figli” di Monicelli. Nel 1958 tre film fra cui il fondamentale “I soliti ignoti” di Monicelli, nel 1959 quattro film fra cui “L’audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy, “La grande guerra” di Monicelli e “Policarpo, ufficiale di scrittura” di Mario Soldati, nel 1960 l’eccezionale “Tutti a casa” di Comencini, “Il mattatore” di Risi e il malinconico “Risate di gioia” di Monicelli (naturalmente in tutti questi film essi non sono gli unici sceneggiatori, uniti spesso a colleghi famosi che vanno da Amidei a Sonego, da Scola a Maccari a Vincenzoni; eppure praticamente quasi in tutti si ritrova l’unghiata della coppia, ove la struttura drammaturgica fa forse più capo a Scarpelli e la vocazione della irresistibile parafrasi linguistica ad Age). Due film nel 1961, tre nel 1962 e cioè “Il commissario” di Comencini, “Il mafioso” di Lattuada e “La marcia su Roma” di Risi. Quattro film nel 1963, fra cui “I compagni” di Monicelli e “I mostri” di Risi. Nel 1964 tre film, fra cui “Sedotta e abbandonata” di Germi. Nel 1965 due film, fra cui “Signore e Signori” sempre di Germi. Il 1966 vede quattro film, fra i quali “L’armata Brancaleone” di Monicelli e “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone. Tre film nel 1967, uno solo nel 1968 ma è “Straziami ma di baci saziami” di Risi. Dei due film del 1969 più una mini-serie Tv, “Quel negozio di piazza Navona”, ricordo “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” di Scola. Il 1970 è l’anno di due film (più una serie TV) e cioè “Brancaleone alle crociate” di Monicelli e “Dramma della gelosia-tutti i particolari in cronaca” di Scola. “In nome del popolo italiano” viene nel 1971. Passando al 1973 troviamo due film fra cui “Vogliamo i colonnelli” di Monicelli. Del 1974 sono “C’eravamo tanto amati” di Scola e “Romanzo popolare” di Monicelli. Il 1975 (due film) vede il fondamentale incontro fra Age e Scarpelli e Fruttero e Lucentini con “La donna della domenica”. Nel 1977 (due film) fra i quali “I nuovi mostri” di Monicelli, Risi e Scola, nel 1979 due film fra cui il raffinato “Temporale Rosy” di Monicelli. Dei due film del 1980 ricordo la “Terrazza” di Scola e del 1983 “Ballando ballando” sempre di Scola. Poi, negli anni’80 la collaborazione fra i due è quasi terminata e mi par giusto fermarmi qui. Alla fine di una lunga elencazione, che forse finirà col parere noiosa, ma che mi sembrava doverosa per poter ricordare un momento quasi decisivo della nostra storia recente-e non solo di quella cinematografica in senso stretto- nella quale l’apporto creativo di Age e Scarpelli è stato incalcolabile.
Passiamo ai due post giunti il 25 Marzo. La proposta di Gianni Dello Iacovo di parlare dei gesuiti nel cinema mi sembra interessante, anche se in questo momento non ho purtroppo a disposizione il tempo necessario per una ricerca sistematica. Faccio però presente che vi sono diverse pubblicazioni che riguardano, più generalmente, i sacerdoti nel cinema.
Per quel che riguarda in particolare Padre Arpa potrei scriverne a lungo perché, con un gruppo di amici ormai sparpagliati per il mondo o scomparsi (Gianni Amico, Franco De Salvo, Amos Segala, eccetera) collaborai con lui nella conduzione del Cineforum Genovese, fondato all’inizio degli anni’50 dallo stesso padre Arpa e dal professore Carlo Cormagi. Seguii padre Arpa nella fondazione di un Ente chiamato “Segretariato di cultura” a cui fece seguito il “Columbianum” che godette di una certa notorietà e, fra l’altro, dette vita a un Festival del Cinema Latino-Americano fra Santa Margherita, Sestri Levante e Genova, che durò complessivamente cinque anni e che credo sia stata la prima manifestazione europea ad interessarsi di cinematografie allora lontanissime con in testa un pianeta totalmente sconosciuto, che era l’Argentina… Io me ne disinteressai quasi subito perché ero diventato il critico cinematografico titolare del Corriere Mercantile e non avevo più molto tempo a disposizione. Del resto su Padre Arpa, su quel che contò nella Genova degli anni ’50 e ’60 e sui suoi rapporti con l’allora potentissimo Cardinal Siri, è già stato scritto molto e con conoscenza di causa. Sempre sullo stesso tema ringrazio Bollicine. Il sito da lui segnalato, che riguarda la “confezione” dei titoli, mi è parso piuttosto interessante. E in un qualche modo famigliare perché in quasi sessant’anni di attività non ho fatto altro che inventare titoli: nei giornali, nelle riviste, in televisione ed in ogni altro luogo possibile e immaginabile. Per i post del 13 Marzo soliti ringraziamenti a Rosellina e molti saluti a Giorgio di Roma (sono contento di avergli fornito dati interessanti). Per quel che riguarda i post dell’11 Marzo ovvi saluti a Rosellina. Forse giusta l’osservazione di PuroNanoVergine ma il fondo di quel che ho scritto mi pare pur sempre giustificato. Certo Torino capitale sarebbe risultata nel Sud ancora più “marziana” di Roma ma sarebbe diventata egualmente una meta, come lo fu poi negli anni’ 50 e ’60 a causa della Fiat.
Infine per quel che riguarda i post del 6 Marzo mi fa piacere che la Stanza del Cinema abbia avuto successo! Del funzionamento dello streaming non so niente e perciò non posso pronunciarmi! Ricambio di cuore i saluti di Rosellina e di Giorgio, entrambi di Roma. Spero che in futuro continueranno a leggermi.
A tutti i corrispondenti auguri di buona Pasqua!
4 commenti:
Grazie e auguri di Buona Pasqua tanti a te e Elena!
Auguri di Buona Pasqua anche a Lei (e consorte) nell'attesa di ulteriori post primaverili :-)
Buona Pasqua e grazie per i suoi scritti,sempre molto interessanti
Buona Pasqua anche a Lei e grazie per tutto ciò che scrive.
Saluti
Giorgio
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