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12 agosto 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Cari amici,
come ogni Lunedì riporto nel Blog il testo pubblicato alla domenica della mia rubrica Visto con il Monocolo che appare nel "Corriere Mercantile".
Fra poco qualche altro contributo più corposo.
Molti saluti a tutti.


VISTO CON IL MONOCOLO

UN GIORNO O L’ALTRO IMPAREREMO L’ITALIANO ANCHE NOI

Vorrei precisare: in ciò che mi accingo a scrivere non c’è nulla di polemico, anzi. Se ripenso agli anni di guerra non ho dubbi. Per sfuggire ai bombardamenti di Genova finimmo (è troppo complicato spiegare purché) col passare l’inverno 1942/1943 ad Arezzo. Dove mi trovai benissimo. Frequentai la terza Media in ambiente molto toscano-quasi tutti i miei compagni di classe venivano dal Casentino- sicché mi arricchii nella voce di venature vernacolari: imparai a dire, ad esempio, “lo vidi anno” per dire “l’ho visto l’anno scorso”, oppure “so di molto” per dire “non ne so proprio nulla”. Ma sono trascorsi settant’anni ed il mio fondo biologico ligure-piemontese ha ovviamente ripreso il sopravvento. Mi affascina sempre la rutilante ricchezza del parlar toscano ma non ho perso la reazione perplessa che tanti italiani del nord provano istintivamente in presenza di uno di loro che parla, ovviamente in modo sciolto (perché la nostra lingua è anche il “suo” vernacolo). Lo stridore è meno forte oggi che molto tempo fa, poiché con il ripudio dei dialetti l’uso dell’italiano come idioma relazionale, da eccezione è divenuto regola. E anche in Toscana ha finito col trionfare lo sciatto “italiese” radio-televisivo, rigonfio di umori romaneschi, che ormai è divenuta la lingua nazionale. Tuttavia il collante toscano resta vivo, con quei facili echi di dialogo che a noi fanno irresistibilmente pensare a prosatori minori dell’Ottocento (mi viene in mente una bambina di contadini che si rivolse alla nostra cameriera di Mortara dicendole: “Oh Maria, dormigliona costì”, provocando una viva stupefazione). Per cui di fronte ad un oratore toscano le mie reazioni restano sempre le stesse, coriacee e antiquate reazioni di un settentrionale. In questi ultimi tempi, dovendo per ragioni di salute restare quasi sempre in casa, ho visto molta televisione, molti telegiornali e perciò molto Matteo Renzi. Ed ogni volta, dopo averlo attentamente ascoltato mi sono chiesto (come per tanti nella storia, da Spadaro a Fanfani e a Benigni): “È anche intelligente o è solo toscano?”.
Quando, dalla Linea Gotica in su, sapremo rispondere accettando la prima ipotesi vorrà dire che l’unità d’Italia sarà compiuta.

2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Amo molto i dialetti e il toscano è uno dei miei preferiti forse perchè da anni vado in vacanza in Maremma ( cosa che mi sto accingendo a fare) e mi è famigliare. Ho la fortuna di sentirlo parlare privo di interferenze romanesche!Nei giorni scorsi sono andata a Firenze e a Livorno per dei servizi per "UnoMattina"; le persone che ho intervistato erano toscane ed intelligenti!
Grazie per questo articolo ti seguirò con attenzione anche in vacanza!a

Enrico ha detto...

"E' arguto o grullo?".Ho parenti ad Arezzo ("Aretini botoli ringhiosi" disse l'Alighieri) e ad Empoli;da bambino ero affascinato dal "parlar fiorentino" dei parenti : "ti do una labbrata" (il manrovescio sulla bocca) "ti do un nocchino" ("il pugno in testa) nelle zuffe fra bambini, e poi gli insulti "bischero,grullone,bietolone".Mi piace la parlata toscana e penso che chiacchierando del più e del meno con uno di loro si possa capire (come per ognuno di noi) se è intelligente.Col vantaggio per loro che anche un citrullone ci sarà comunque simpatico proprio per come parla.Perfino un'anima nera come Pacciani ogni tanto strappava un sorriso.Il perfetto toscano grullone lo interpretava il romano Raimondo Vianello : ricordo il personaggio di Osvaldo Bracaloni,nato a Brozzi,carrelista di "Studio Uno",sempre in lotta col capo macchinista Taracchi.E l'impareggiabile sketch con Tognazzi,imperniato sullo scioglilingua "Tito! Te tu t'hai ritinto il tetto ma un tu t'intendi tanto di tetti ritinti!".Quando Vianello,nella parte del figlio di mamma Tognazzi lodava "le tue mani,che fanno il pane saporoso" mi sbellicavo : anche i miei parenti usavano "saporoso" per "saporito".