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12 aprile 2012

PRIMA PUNTATA SU SCHOENDOERFFER

Qualche informazione su un post legato alla figura del regista e romanziere francese, sicuramente enigmatico per molti lettori. Proprio a causa dei riferimenti a figure e avvenimenti della recente storia di Francia. Mi è parso doveroso, in attesa di rievocare compiutamente la figura di Schoendoerffer, fornire alcuni dati di base.

L’annuncio che avevo dato il 20/03/2012 della morte di Pierre Schoendoerffer per ora ha provocato tre post oltre che una lettera “indiretta”. Mi spiego. Da molti anni io tengo una rubrica di posta con i lettori in una rivista che esce a Genova e che si chiama “Film Doc”. Con un gioco di parole, a cui a suo tempo non sono riuscito a resistere, la rubrica si intitola “La posta di Doc Holliday”, facendo un evidente riferimento cinematografico al dentista diventato pistolero che appare in diversi film, fra cui “Sfida infernale” (My Darling Clementine, 1946) di John Ford e “Sfida all’Ok Corral” (Gunfight at the O.K. Corral 1957) di John Sturges.  Pochi giorni fa mi è arrivata una missiva di un lettore che mi chiede di dargli informazioni su Schoendoerffer. Ha visto nei giornali la notizia della sua morte ma non sa bene chi sia e vuole avere qualche nozione in materia. Credo che lo rinvierò alla lettura del mio Blog.
Ho deciso di scrivere prossimamente un brano su Schoendoerffer (mi sarebbe piaciuto dedicargli una puntata in video ma non ho trovato DVD dei suoi film più importanti). Intanto fornisco alcune informazioni per chiarire i dati contenuti nel dotto post di Giulio Fedeli (Villa Santa, MB) che contiene nomi e fa riferimento ad avvenimenti probabilmente sconosciuti a molti lettori. In sostanza Fedeli, dopo un inizio “d’autore” in francese, cita diverse persone. Una è Bruno Cremer, un attore subalpino ormai molto noto anche in Italia, che avevo commemorato in questo Blog con un piccolo articolo apparso l’11 agosto 2010 in occasione della sua morte. Non era il suo primo film ma “317° battaglione d’assalto” ( La 317e section, 1964) appunto di Schoendoerffer lo rivelò nei panni di un “Adjutant” d’origine alsaziana che combatte in Indocina, (agli ordini del sottotenente Jacques Perrin). Da allora proseguì una carriera intensa e fortunata diventando anche, in televisione, una delle migliori incarnazioni del commissario Maigret che si conoscano. Roger Faulques, ricordato da Fedeli, è un ufficiale francese  che fu comandante in seconda del secondo R.E.P. (Reggimento di paracadutisti della Legione Straniera) e che, dopo esser stato partigiano e aver combattuto in Indocina, divenne uno dei capi dei mercenari che agirono in Katanga (sembra con l’appoggio del ministro francese della Difesa Pierre Messmer) e poi anche nello Yemen. E’ stato in un qualche modo riabilitato perché due anni fa, come ricorda Fedeli ebbe il riconoscimento di diventare “porteur de la main”. Cioè di essere incaricato di recare la mano di legno del capitano Danjou, l’eroe di Camerone, nella sfilata del 30 aprile in cui la Legione Straniera celebra il ricordo della battaglia messicana. Un altro scomparso citato da Fedeli è Pierre Guillaume (1925-2002). Figlio di un generale di divisione fu ufficiale di marina in Indocina e salvò 1614 vietnamiti che volevano sfuggire ai comunisti. Nel 1956 riesce a tornare a Parigi e si arruola nell’esercito per prendere il posto del fratello Jean-Marie, caduto in Algeria. Partecipa al “putsch” del generale Challe, poi si arruola nella OAS (Organisation Armée Secrete), sconta 4 anni di galera e milita fra i mercenari nelle isole Comore e in Birmania. Ormai libero viveva su una sua imbarcazione, L’”Agathe”, a Saint-Malo. Di fatto è il “crabe-tambour” (crabe significa granchio) che viene evocato e celebrato nel grande film di Schoendoerffer “L’uomo del fiume” (appunto “Le crabe-tambour”, 1977). Fra i vivi citati da Fedeli ci sono anche Hélie Denoix de Saint-Marc (ha ora 90 anni) e Jacques Perrin . Il primo è un personaggio romanzesco, militante nella resistenza per cui fu arrestato e deportato a Buchenwald. Poi famoso combattente in Indocina nella Legione Straniera (parlava le lingue dei suoi ausiliari indigeni) e infine combattente in Algeria. Qui aderisce al cosiddetto “putsch” dei generali, schierando agli ordini di Challes l’intero primo reggimento paracadutisti  (I° R.E.P.) di cui era comandante in interim. Processato, condannato a 10 anni di “reclusione criminale” e graziato dopo 5 anni di prigione. Diventa dirigente di una società metallurgica e nel 1978 è riabilitato e reintegrato nei suoi diritti civili e militari. Il 28 novembre del 2011 Nicolas Sarkozy lo ha insignito della Gran Croce della Legion d’Onore. In quanto a Jacques Perrin (non lo vedo da anni, ma un tempo eravamo in ottimi rapporti), che ora più che far l’attore preferisce fare il produttore di splendidi documentari sugli animali, ebbe uno dei suoi maggiori successi appunto nei panni del prima citato sottotenente Torrens, protagonista di “317° battaglione d’assalto”.
Forse è ho un po’ esagerato nel fornire informazioni sulle persone evocate da Fedeli, ma volevo sgombrare il campo in attesa di scrivere un breve ritratto di Schoendoerffer. L’ho conosciuto personalmente e ho fatto organizzare a suo tempo, grazie a Gianluca Farinelli ed a Tatti Sanguineti, un omaggio alla sua figura con la proiezione de “L’uomo del fiume” alla Cineteca di Bologna. Era modellato della terribile tragedia che l’Indocina e l’Algeria avevano causato nelle coscienze di tanti militari francesi. Ma non mi sembrava, pur comprendendo il loro dolore , e quello del “crabe-tambour”, nostalgico dell’OAS e del “putsch” di Challe e colleghi (quelli che De Gaulle definì “un quarteron de generaux felons”). 
Tornerò sulla figura del regista, e romanziere, in occasione del brano che ho intenzione di scrivere e di pubblicare fra poco.

2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Grazie per queste notizie su Schoendoerffer, regista di cui sono digiuna! Aspetto con molta curiosità il prossimo articolo che mi renderà un pò meno ignorante su questo regista ( già ne so di più!)

Anonimo ha detto...

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