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10 marzo 2014

L'OSSERVATORE GENOVESE

Ecco l'abituale puntata della mia rubrica domenicale sul Corriere Mercantile. In questa occasione ho provato un'infantile piacere a vedere che quasi, a caso, avevo fatto centro con la mia citazione su Borges...Prego controllare.

VISTO CON IL MONOCOLO.

AVEVO RAGIONE SU PAPA FRANCESCO.

Sono un po’ spaventato perché, ogni tanto, quel che accade dà ragione a cose che erano frutto di mie fantasticherie. Nella puntata di “Visto con il monocolo” del 22 aprile 2013 avanzavo delle ipotesi sulla psicologia di Papa Francesco (sempre senza numero) in qualche modo influenzata (al di là dell’origine piemontese dei nonni) dal potenziale peronismo che condiziona tutta la vita del suo paese Concludevo chiedendomi se nella mescolanza di “elementi tradizionali e…innovatori” tipici di Papa Bergoglio non agisse “una forma di insolita convivenza…proprio frutto del suo essere argentino (Un po’ Maradona, un po’ Borges)”. Nella chiusura del mio testo il nome del calciatore evocava la palese partecipazione sportiva del Papa, che da sempre – ne è socio con la tessera numero 88.235- fa il tifo per il San Lorenzo de Almagro, una delle cinque squadre più popolari di Argentina insieme con il Boca Juniors, il River Plate, il Racing e l’Independiente (non a caso uno dei soprannomi dei giocatori è “los cuervos”, cioè “i corvi”, per ricordare l’importanza di un sacerdote, padre Lorenzo Massa, nella fondazione del club). Invece il nome del grande scrittore era una mia fantastica evocazione intesa a implicare una delle grandi vette culturali dell’Argentina. Ebbene sul “Corriere della Sera” del 28 di febbraio è apparso un articolo di Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”- famosa rivista quindicinale della Compagnia di Gesù, ancor più importante da quando anche il Papa è un gesuita- in cui vengono rievocate le esperienze del ventottenne Jorge Mario Bergoglio, professore di letteratura presso un liceo gesuita, il “Colegio de la Immaculada Conceptiòn”. Egli nel 1964/65- era ancora un “maestrillo”, cioè un gesuita in formazione- creò per i suoi allievi un corso di scrittura creativa, che culminò in un volume di “Cuentos originales” scritti da otto alunni, con una prefazione di Jorge Luis Borges, che aveva allora 65 anni ed era già famoso nel mondo. Come abbia fatto Bergoglio per contattarlo e per ottenere una sua operosa collaborazione non lo so proprio. Ma certamente è una manifestazione di estrema capacità manovriera, ed anche una prova della mia “preveggenza”. 

3 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Anche preveggente!
Grazie per l'articolo che mi fa amare ancora di più Papa Francesco( la mia adolescenza si è nutrita di Borges)

Rita M. ha detto...

Che dire? Complimenti per la "preveggenza"!

Enrico ha detto...

Non sono credente ma devo dire che un papa che telefona a casa tua un po' mi commuove. E mi ha colpito una frase che mi sembra abbia detto a un giovane la cui famiglia ha sofferto un numero intollerabile di lutti : "Non so dare una spiegazione a tanto dolore ma pregherò per voi".