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14 ottobre 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come ogni lunedì (sta diventando una consuetudine) riporto il testo della mia rubrica domenicale sul "Corriere Mercantile". Le imprecisate accuse contro gli enti italiani che, bene o male, (ma in linea di massima direi bene) riescono a soccorrere le migliaia di emigranti i quali si aggrappano, esausti o moribondi, alle nostre coste meridionali, mi hanno indignato. Questa è pertanto la mia debole ma onesta risposta a tante parole inutili.

VISTO CON IL MONOCOLO

LE VITTIME DEL MARE DA SALVARE IN SILENZIO
Mentre mi accingevo a scrivere queste righe ho letto una notizia di cui non sapevo niente. Sembra che il 10 Giugno 2008 il battello “Michele Fiorillo” della Guardia Costiera, nel tentativo di salvare i 31 nigeriani fuggiaschi che andavano alla deriva su un barcone fra la Sicilia e Malta, abbia compiuto un errore di manovra. La scaletta laterale sarebbe caduta dall’alto, nel mare agitato, sul barcone, colpendo diversi migranti. Si dice che 10 persone ci abbiano lasciato la vita, ferite dalle eliche e annegate. Io riferisco da lettore, senza essere in grado di sapere se sono notizie fondate oppure no. Ma quel che mi sembra importante non è la notizia in sé ma tutto quello che la circonda e che essa evoca. In questi ultimi giorni ho sentito dire, da Autorità altissime, che i morti approdati a Lampedusa sono una vergogna. Certo, ma sono una vergogna soprattutto per le nazioni da cui le povere vittime provengono e per il Medio-Oriente e ancor più per il Continente Nero furiosamente mal governati, in preda a riprovevoli guerre tribali. Ove molto spesso una popolazione miserabile è ridotta a vivere circondata da territori che traboccano di materiali preziosi. Io non ho nessuna intenzione di vergognarmi di quel che accade a Lampedusa. Se mai sono, come italiano, orgoglioso (e non è retorica) di quel che da anni migliaia di italiani fanno, disciplinatamente e in silenzio, per aiutare quei poveri esseri che si gettano sulle nostre coste sfuggendo a tutte le insidie del mare. Vigili del fuoco, equipaggi della Marina militare, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri della Polizia, sommozzatori di ogni estrazione (sembra che ogni organismo italiano disponga dei suoi propri sommozzatori), senza contare i civili di ogni organizzazione benefica, da anni si sacrificano salvando migliaia di vite umane senza che si senta una voce di lode da parte dei nostri governanti. Altre notizie dicono che dal 1992 ad oggi la sola Guardia Costiera avrebbe salvato 300.000 migranti. Sicuramente, in media, ognuno dei salvatori guadagna molto meno di un ministro o di un deputato. Danno a loro , ed anche  a noi, una grande lezione. E ci fanno provare non vergogna ma, come dicevo, un grande orgoglio.
(TITOLO ORIGINALE: "I NUMEROSI ITALIANI CHE SALVANO IN SILENZIO LE VITTIME DEL MARE")

2 commenti:

Rosellina Mariani ha detto...

Uomo in mare è uomo da salvare. Questa è la regola del mare , ma è anche la regola della vita. Anch'io sono orgogliosa di quello che gli uomini stanno facendo a Lampedusa e in Sicilia. Poco prima del disastro del 3 ottobre sono andata a Siracusa per intervistare la gente e un prete, Don Carlo ,che fanno di tutto per aiutare i profughi ( anche lì sbarcano i profughi) Questa è la gente vera: la pensionata che porta i suoi risparmi al prete per i profughi, la ragazza che cucina per la sua famiglia e per loro....questo sono le persone che ti rendono orgogliosa di essere italiana. Nella meravigliosa terra di Ortiggia i funerali della povera ragazza siriana diabetica morta tra le braccia del padre mentre tentava di arrivare in Italia vengono fatti nella Piazza del Duomo per renderte omaggio a tutti i morti del Medierraneo.
Grazie per questo articolo

Rosellina Mariani ha detto...

Complimenti per la bellissima presentazione a "Jungle Fever" di Spike Lee per Amor di Cinema su ClassTV!
Trovo molto ben fatto anche lo spot dove ci sono diversi Claudio Fava!
Spero di non perdermi le altre presentazioni!