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20 luglio 2010

LA POSTA DI DOC HOLLIDAY II

Caro Doc Holliday. Ha visto "L'esorcista"? Secondo lei è stato ridoppiato o il doppiaggio è lo stesso del '74? Lo chiedo perché mi ha colpito il turpiloquio che contiene. Francamente, mi sembra strano che all'epoca potessero passare certe terminologie nei film. Grato per la risposta la saluto cordialmente e invio a lei ed a tutti di "Film Doc" cari auguri di buone feste e felice 2001.
MARIO DI NERVI

Caro Mario, quando queste righe appariranno, le festività saranno largamente trascorse e ci saremo già ampiamente inoltrati nel 2001. Tuttavia non ho voluto privarmi del piacere di risponderle. Per far, come si dice, mente locale sulla sua domanda, sono andato al cinema, deciso a rivedere (e soprattutto a riascoltare, dopo tanti anni, poiché è un'opera del 1973)) una decina di minuti dell' "Esorcista", così da poterle scrivere qualche cosa di ragionevole. Ho finito invece col rivedermi , e naturalmente col risentirmi, tutto il film, apprezzandolo forse più adesso che allora, soprattutto nella la parte iniziale ove entra in scena lo straordinario Max von Sydow (è del 1929, allora aveva soltanto 44 anni eppure riesce a sembrare, senza sforzo apparente, un vecchissimo sacerdote) e si pongono le basi di quel che sarà poi la parte propriamente "diabolica" del racconto. Anche io sono stato colpito da alcuni frammenti del dialogo, che mi sono parsi tributari di quelle consapevoli volgarità che il cinema e le televisione hanno ereditato dalla vita (o viceversa) e che sono ormai diventate obbligatorie dappertutto (e non solo in Italia; in questi giorni, rileggendomi le memorie del generale Colin Powell, non pubblicate in Italia ma secondo me di estremo interesse, vedevo che anche lui notava come il tipo di vocabolario che ai tempi della sua giovinezza sembrava essere confinato in ambienti maschili giovanilistici e ristretti, sia ora di uso comune a tutte le età e in tutti i luoghi).
Per capire bene quel che poteva essere successo ho telefonato a Mario Maldesi, che è forse il più noto direttore di doppiaggio d'Italia (nel mondo del doppiaggio il direttore è, di fatto, l'unico, insieme all'adattatore, che, abbia visto per intero il film da doppiare, ed è lui, in genere, che sceglie le voci più adatte e poi, battuta dopo battuta, controlla e sovrintende alla registrazione del dialogo italiano) . La fama di Maldesi è tale che molto spesso importanti registi stranieri hanno preteso e pretendono che sia lui a curare il doppiaggio dei loro film - ad esempio Kubrick accettava solo Maldesi- e non è quindi un caso che a suo tempo abbia anche quello de "L'esorcista" e che ora Friedkin si sia rivolto a lui per curare l'edizione della nuova versione del film, appunto quella che abbiano rivista adesso, arricchita di una decina di minuti di inquadrature e sequenze non montate nell'edizione vista allora. Sembra che in altre nazioni europee si sia proceduto ad un nuovo doppiaggio totale, ed è quello che si pensava di dover fare anche in Italia. Ma Maldesi si è opposto. Non voleva rinunciare alla splendide voci della prima edizione ed in particolare a due di esse, purtroppo scomparse per sempre. E cioè a quella del grande Corrado Gaipa che doppiava Lee J.Cobb nella parte del tenente Kindermann e di un altro protagonista dello spettacolo italiano, Giancarlo Sbragia, che doppiava lo stesso von Sydow nella parte di padre Merrin (per quanto possa essere ridicolo ricordarlo qui, io ho avuto il privilegio di recitare in palcoscenico, diciamo così, se non è un verbo eccessivo, al fianco dei due Sbragia padre e figlio, come una sorta di voce di commento, in un testo di Guido Fink dedicato a rievocare la figura di Orson Welles, che andò in scena in un importante teatro di Venezia, mentre al Lido si svolgeva la Mostra del cinema. Era presente Mauro Manciotti che può testimoniare).
Maldesi mi ha confermato che ha fatto acrobazie di ogni sorta - ed ha doppiato solo una sequenza nuova, dovendo qui cambiare voci per forza - per conservare lo scheletro di un doppiaggio di alta classe, che contava anche sulle voci di Valeria Moriconi per la madre Chris MacNeil e cioè l'attrice Ellen Burstyn, di Giancarlo Giannini per padre Karras (Jason Miller). La voce della ragazzina (l'attrice Linda Blair) quando è posseduta dal demonio fu doppiata da Laura Betti. Maldesi mi ha raccontato anche una storia curiosa. Friedkin gli aveva telefonato che preferiva che il doppiaggio fosse effettuato a Los Angeles perché avevano comprato una macchina speciale per la distorsione della voce. Maldesi pregò quindi Laura Betti, che non aveva mai volato e aveva una paura folle, di accompagnarlo in America. La Betti esitò molto, poi chiese di essere" scortata" da un medico, senza il quale non avrebbe avutosalire su un aereo. La Casa americana glielo concesse. Ma tre giorni prima della partenza la Betti telefonò a Maldesi dicendo che praticamente non chiudeva più occhio e che se la sentiva di partire. Maldesi telefonò a Friedkin ed ottenne finalmente di poter effettuare il doppiaggio a Roma. La Betti rimase con i piedi per terra e se la cavò splendidamente. Maldesi mi ha raccontato anche un mucchio di altri aneddoti (ad esempio la madre greca di padre Karras è stata doppiata dalla madre di Oreste Lionello, che è greca veramente, mentre Lionello ha doppiato il regista ubriaco) ma qui non ho più spazio per riassumerli. Mi auguro di averla in qualche modo soddisfatta...
A Linda che mi ha inviato una e-mail dalla Versilia chiedendo come si fa a diventare doppiatori, ricordo che prima di ogni cosa si tratta di diventare attori. Il doppiatore è un attore che, in piedi ed al buio, presta la sua voce ad un altro attore (o un'attrice che presta la voce ad un 'altra attrice, ovviamente). Perciò prima di tutto bisogna imparare ad essere attori: dizione, fiato, recitazione, mimo, ginnastica, eccetera. Il problema è di riuscire a frequentare una scuola seria e poi di rivolgersi a chi può dare del lavoro. E' un problema enorme, me ne rendo conto, ma in diversi ci sono riusciti.
Claudio G.Fava
(Pubblicato sul n° 42 - Marzo-Aprile 2001)

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