Secondo consuetudine e buona educazione mi accingo a rispondere ai post giunti a partire dal 13/05/2013. Se fosse un burocrate fatto e finito direi “mi accingo ad evadere la corrispondenza”, frase che contiene una tonalità, come dire, anti-carceraria che mi è parsa sempre divertente.
Ringrazio Enrico per la precisazione su “robba paccuta” e per l’elenco di film che mi ha inviato, molti dei quali sono prodotti di alta classe tipici di un cinema medio-alto che adesso sembra stratosferico, immagine di un’ Italia totalmente scomparsa nel giro di pochi decenni. Oltre a quelli famosissimi (tipo “I soliti ignoti”, “I mostri”, “C’eravamo tanto amati”, “La grande guerra”, “Una vita difficile”, eccetera) mi fa piacere poter annotare “Audace colpo dei soliti ignoti”, “Fantasmi a Roma”, “L’udienza”, “Quelle strane occasioni”, “Io, io, io…e gli altri”, “Policarpo ufficiale di scrittura”, “Il padre di famiglia”, eccetera.
Per descrivere un rimpianto senza possibilità di riscatto in genovese c’è un bellissimo modo di dire: “Sun messe dite” a cui si risponde “E vespri cantè”. E cioè “sono messe dette” (cioè: celebrate) e “vespri cantati”. Evidentemente è un risvolto verbale nato in un’epoca di maggior dimestichezza liturgica. Ringrazio Enrico per il saluto e Luigi Luca Borrelli il problema calcistico che mi pone non è di facile risoluzione: penso anche io che dietro le squadre importanti della Bundesliga e della Liga (senza Bund) ci sia molta paccottiglia, anche se vedendo certe partite tedesche e spagnole si ha la sensazione che in entrambi i campionati, al di là del valore reale delle squadre, si giuochi con un abbandono e una felicità che noi abbiamo completamente perso.
Ringrazio Enrico e Rosellina Mariani per i loro commenti a proposito dei “femminicidi”.
Per quel che riguarda l’ossessione di apparire in televisione mi ha divertito la citazione riguardante “El besuquero”, che però mi sembra parola più spagnola che portoghese. Chiedo il parere di Rosellina.
Per quel che riguarda la posta del 27 Maggio ringrazio tutti quelli che hanno gustato le “Favole di Framura”. Ho girato a mia moglie i loro commenti. Mi dicono che i commenti (recensioni) possono essere scritti direttamente su Amazon, cliccando su “recensioni clienti” e seguendo poi le direttive.
Passiamo ai post del 30/06/13. Ringrazio Rosellina per la mia “cultura enciclopedica”. Prendo atto delle riserve di Enrico, Giulio Fedeli e Luigi Luca Borrelli a proposito di Gaetano Quagliariello. Ho ordinato il libro, lo attendo e, con il giusto intervallo, vi riferirò le mie impressioni. Su De Gaulle ho letto molto (perfino i due corposi libri di intervista con il figlio, Ammiraglio Philippe De Gaulle) e perciò starò molto attento. Ma non intendo partire prevenuto, come mi sembra facciano i miei lettori.
Venendo ai post del 5/06/13 faccio presente a Luigi Luca Borrelli (vivacissimo in queste ultime puntate) che il libro che sto scrivendo e che contiene parecchi contributi di altri autori è quasi terminato. Per scaramanzia non ne parlerò prima di aver consegnato il testo all’editore. In quanto a Giancarlo Giannini confermo che, non appena avrò un po’ di tempo libero intendo assolutamente realizzare la telefonata promessa. A Rosellina preciso che, in realtà, io ho segnalato il film che Giannini ha recentissimamente diretto e interpretato in America. Ma in senso stretto, non avendolo visto, non ho raccomandato di andarlo a vedere, anche se la segnalazione, in certo senso, può parere quasi una raccomandazione. Sempre a Rosellina ricordo che le segnalazioni dei critici hanno luogo nel periodo in cui si realizza, mensilmente, la cosiddetta Stanza del Cinema. In Luglio, Agosto e Settembre essa è sospesa ed è quindi anche sospesa l’aggiudicazione mensile dei voti. Giusta l’annotazione di Enrico per quel che riguarda Alain Delon e Giancarlo Giannini ne “La prima notte di quiete” diretta da Valerio Zurlini (1972) (fra gli altri attori Adalberto Maria Merli, Renato Salvatori, Salvo Randone, Alida Valli, eccetera). C’è tutta una generazione che è rimasta fulminata da questo film. Il mio amico Natalino Bruzzone, che adesso ha sessant’anni, ne era talmente affascinato che il suo concittadino Antonio Ricci (quello di Striscia la Notizia: sono entrambi albenganesi) lo chiamava: “Natalon Delon”.
Venendo ai post del 10/06/13 ho già risposto a Rosellina per quel che riguarda la paternità di “Derrick” e “Hill Street”. Ringrazio SG per le precisazioni su alcuni titoli di film polizieschi (“Criminal Minds”, “Justified”, “The Mentalist”, eccetera). Naturalmente se ne potrebbero aggiungere molti altri, ad esempio “The District” (con Craig T. Nelson protagonista) che in America è durato solo 4 anni e che in Italia va ancora in onda adesso. Per non fare troppe ricerche ho attinto ad un unico elenco ma evidentemente la “fornitura” americana è molto più ampia e, quasi sempre, di buono, se non di ottimo, livello. Ma forse, proprio per questa ragione, è un pochino pericoloso, come una sorta di immensa antologia di messaggi subliminali? Me lo chiedo ogni tanto. Penso che Rita M. dimostri buon gusto attenendosi a molti piccoli classici del passato. Non c’è dubbio che in questi ultimi decenni la produzione televisiva sia diventata estremamente più esplicita e violenta di quanto non lo fosse un tempo. Pensi ai diversi seriali ambientati all’interno di servizi specializzati nei rilievi scientifici sulle vittime di crimine: più passa il tempo e più la macchina da presa si muove su corpi umani dilaniati dai proiettili e sventrati dagli anatomisti della polizia (si tratta, e vero, di manichini costruiti in laboratorio, ma la perentoria violenza dell’immagine resta).
Vedo infine con piacere che SG spiega ad Enrico che cosa vuol dire “ligéra”. Proviene dal gergo che descriveva la malavita milanese di molto tempo fa. Ho la sensazione che sia diffusa anche in altri dialetti gallo-italici ma non è ho le prove. Per ricorre a quello della mia città ricordo che in genovese “legera” (o leggera) significa, al femminile anche se si tratta di un uomo, vagabondo, mascalzoncello, persona di costumi discutibili. Sembra che non sia citato nel famoso vocabolario ottocentesco del Casaccia ma io l’ho sentito usare più di una volta (quello li è “una” legera).
3 commenti:
Confermo la sua sensazione. In torinese (penso anche nel resto del Piemonte, ma non ci giurerei) il vocabolo è "lingera", ma il significato è il medesimo.
Non nego di essere prevenuto nei confronti della PERSONA POLITICA di G.Quagliariello , ma specifico ulteriormente che non ho ovviamente tale prevenzione nei confronti del G.Quaglieriello storico, scrittore, politologo o professore ; non conoscendolo come tale non mi permetto assolutamente di giudicarlo. Proprio l' altro ieri sera capitavo alla Mondadori nei pressi di Piazza Piemonte (dove c'è anche una "nota" Feltrinelli che chi abita a Milano immagino conoscerà ) e nella sezione di storia , dove cercavo per motivi universitari una biografia su Francesco Giuseppe che non ho trovato, mi sono imbattuto nel suo volume sul Generale francese.
Grazie a te per i ringraziamenti.
Anche a me risulta che " El busuquero" sia una parola spagnola.
Inoltre in portoghese sarebbe preceduta dall'articolo "o busuquero" e non "El". Almeno se la memoria non mi inganna!
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