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17 giugno 2013

A DOMANDA RISPONDE

Rispondo qui ai due post apparsi a commento del mio precedente "A domanda risponde" del 12/06/13.
SG conferma anch'egli quel che pensavo già, e cioè che le parole "leggera", "legera" e "lingera" facciano tutti parte, pressapoco con lo stesso significato, del vocabolario semi-comune di tre importanti dialetti gallo-italici: il lombardo, il piemontese e il ligure (naturalmente non entro nell'argomento, vastissimo, dell'articolazione complessa del dialetto, nelle varie città, cittadine, paesi e paesini delle tre regioni). 
Per quel che riguarda Luigi Luca Borrelli su Gennario Quagliariello mi riservo una risposta non appena avrò letto (il mio libro mi occupa ancora molto in questi giorni) l'amplissimo volume dello stesso Quagliariello su De Gaulle. L'ho appena ricevuto via Amazon e cercherò di smaltirlo al più presto. Mi incuriosisce la ricerca di Borrelli su Francesco Giuseppe. Naturalmente avrà già provveduto per conto suo ma le segnalo comunque la voce di google Libri su Francesco Giuseppe, nella quale sono riportate le copertine di una ventina di volumi. In ogni casoecco un aneddoto a proposito di "Cecco Beppe" (come era chiamato con un sottofondo beffardo nell'Italia sino al 1916; molti non sanno che da quella parola "Cecco" proviene "cecchino" nel senso di tiratore scelto, tipico, almeno inizialmente, dell'esercito Austro-Ungarico). Sull'Imperatore mi ricordo il ritratto che vien fuori dalle memorie dell'Ammiraglio Horthy, il quale fu poi per molti anni il quasi ragionevole dittatore dell'Ungheria. Horthy, come ufficiale superiore della marina Austro-Ungarica, fu per diversi anni aiutante di campo di Francesco Giuseppe. Dai suoi ricordi vien fuori il ritratto di un uomo volutamente molto semplice, che riduceva il cerimoniale al minimo indispensabile, in un palazzo immenso e sontuoso dormiva in un lettino da campo e aveva adottato per tutti i suoi incontri e le sue udienze, una regola molto semplice: orari precisi da rispettare in modo ferreo e nessuna cerimonia per annunciare il visitatore all'imperatore. Ovvero esattamente all'ora fissata bisognava aprire la porta e fare entrare l'ospite senza neppure annunciarlo. Non so perché questo particolare, se vuole minimo, mi è rimasto infisso nella memoria. Non mi illudo che possa esserle utile ma la prego lo stesso di gradire i miei saluti

3 commenti:

Gianni Dello Iacovo ha detto...

Il dizionario etimologico dei dialetti italiani del Cortelazzo dice che la parola lingera è usata in trentino, veneto occidentale, veneto giuliano, nel triestino, ladino centrale, friulano, lombardo, emiliano, ligure, piemontese, nel cuneese, con varianti come ligéra, legéra, liséra, lìngia.
Come leggera è usata nel romanesco.

Unknown ha detto...

Ringrazio per la segnalazione e per il ricordo sull' Imperatore d' Austria e ricambio il cordiale saluto.

L' austerità pacata un po' grezza di Francesco Giuseppe è assai nota; c'è un episodio bruciante che invece rimase in mente a me durante il corso di Storia dei Pesi Slavi, nel quale il tempo dedicato a F.G. fu scarso per questioni organizzative : la professoressa lesse in classe le dichiarazioni (private immagino, le memorie forse, non ricordo) dell' Imperatore dopo l' omicidio di Francesco Ferdinando, nipote da lui poco stimato che era stato obbligato per questioni dinastiche a designare come erede contro la propria volontà : egli attribuiva l' episodio di Sarajevo - a dirla in breve- alla mano di Dio che era riuscito, a differenza sua , a fermare un "errore storico"; Dalla narrazione emergeva una certa sincerità. La prima guerra mondiale era alle porte, avanguardie e modernismo si facevano largo in Europa, ma lui rimaneva autenticamente, convintamente e profondamente un uomo legato a un' etica e ad una concezione provvidenzialistica della storia da personaggio di un tempo ormai destinato a scomparire per sempre.

bollicine ha detto...

La storia è sempre stata una materia molto interessante. Ho letto con piacere sia i commenti che il post del Dr. Fava. E proprio a lei vorrei chiederle. Ultimamente ho letto un libro di cui non ricordo l'autore, che parlava di Maria Luisa d'Austria, la duchessa di Parma, amata e benvoluta da tutti e a quanto pare, una donna molto moderna per i tempi. La cosa ha destato curiosità, tanto che ho fatto alcune ricerche fino ad imbattermi in Paolina Bonaparte, la musa ispiratrice del Canova e, stando dai libri di storia, un peperino. Di uomini la storia trabocca, ma anche di donne.