Blog - Crediti


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17 giugno 2013

L'OSSERVATORE GENOVESE

Come al solito riporto qui il testo della mia rubrica domenicale di ieri 16 Giugno 2013 apparsa sul "Corriere Mercantile". In attesa di contributi più ampi molti cordiali saluti a tutti.


VISTO CON IL MONOCOLO

SU CLASS TV TORNA IL CRITICO COL PAPILLON

Giovedì scorso ho terminato il mio viaggio nel passato. Ho registrato (a casa mia qui a Genova) le ultime tre presentazioni di film -9 in tutto- che andranno in onda a partire da Settembre su Class TV, rete televisiva milanese rintracciabile al numero 27 del digitale terrestre. E’ un esperienza di ritorno all’indietro che faccio per la seconda volta. L’anno scorso registrai complessivamente 10 presentazioni che andarono poi in onda settimanalmente, sempre su Class TV, a partire dal 05/10/2012. Il mio ritorno dopo tanti anni fu gentilmente salutato nei giornali da vecchie conoscenze come Alessandra Comazzi (La Stampa) e Aldo Grasso (Corriere della Sera) e anche in diverse testate da molti altri colleghi. In questo modo, seppure alle prese con un pubblico infinitamente ridotto rispetto a quello di Rai Due e di Rai Uno, rientravo ufficialmente in un mito cinematografico degli anni dai ‘60 ai ‘90, e cioè quello del critico ufficiale che introduceva la visione di un film, secondo un rito inventato, molti anni prima dell’avvento della televisione, nei Cineguf d’anteguerra e nei Film Club del dopoguerra. Era una sorta di utile scocciatura culturale (Paolo Villaggio rese famoso il suo giudizio sull’Incrociatore Potemkin: a volte, secondo gli umori, egli sostiene che sono io il critico in questione, altre volte che è Claudio Bertieri) a cui pagarono il loro tributo intere generazioni di spettatori. Traslocato di peso in televisione ne divenne, in certo modo, un simbolo (per questo molta gente di una certa età si ricorda ancora delle mie presentazioni in video corredate da cravattina a farfalla). A questo punto, al di là del piacere procurato dal cedere ad  una personale vanità mi chiedo se l’esperienza (mia ma anche di tanti altri, come Rondi, Di Giammatteo, Pintus, Razzini, eccetera) si è portati a chiedersi se l’esperimento può essere tollerato dallo spettatore televisivo di oggi. Abituato non ai pochi film settimanali di un tempo ma al torrente in piena della programmazione cinematografica attuale, che tracima in tutte le televisioni pubbliche e private. Avrà voglia e tempo di ascoltarmi (per tre minuti) o gli sembrerò un fantasma del passato?
Vorrei proprio saperlo.


3 commenti:

Rita M. ha detto...

Sono tra quei molti "di una certa età" che ricordano, con estremo piacere(lo testimoniano le mie frequentazioni del Suo splendido blog)le presentazioni critiche dei film proposti dalla Rai, soprattutto attraverso vari cicli tematici (mitico quello dedicato a Bogart, ma ne ricordo anche dedicati a Marlene Dietrich, a Spencer Tracy, a Deanna Durbin e ad altri, che ho imparato a conoscere appunto grazie a Lei). Magari tornasse questa abitudine! Ammiro soprattutto in Lei la capacità di mirare all'essenziale, compendiando moltissimo in pochi minuti, ma anche il dono importantissimo della chiarezza. Aspetto con impazienza il Suo nuovo ciclo. Grazie!

Unknown ha detto...

Temo si debba soccombere sotto il fuoco della probabilità pessimist(ic)a almeno per quanto riguarda i miei coetanei, generalmente non solo non interessati alla critica cinematografica, ma neanche lontanamente al cinema d' autore di per sé, escluso un manipolo di cinefili che come il sottoscritto vengono irrimediabilmente catalogati sotto l' epiteto di "malati" ( e in effetti non nego essere il cinema per me è una droga più che una passione ); Comprendo peraltro che forse la presentazione "vecchia maniera " poco si addice forse ad una generazione come la mia che è abituata ad una rapidità nel flusso informativo e visivo che per ovvi motivi i nostri padri non hanno conosciuto, e da qui anche la difficoltà forse di adeguarsi ad un cinema dai tempi classici.

Quando posso acquistarne i dvd ascolto sempre volentieri le presentazioni - introduzioni di Vieri Razzini che cura una bella collana di classici e non , " il piacere del cinema ".

Conosco quasi "fisicamente" Class TV che ha appunto - come lei ha scritto - sede a Milano (via Burigozzo), non distante dalla mia abitazione, perché mia sorella vi prese parte per uno stage quando era ancora al liceo ; devo dire che nel milanese è una tv che sembra avere un suo seguito o quantomeno non risulta misconosciuta.

Venni a conoscenza dell' esistenza di Claudio G. Fava (spero non s' offenda) tramite una recensione di Morandini sul bellissimo Bob Le Flambeur del mio (nostro, anzi) amato J.P.Melville in cui il critico milanese diceva che il film era stato acquistato dalla RAI su iniziativa dell' autore del qui presente blog insieme a Le Silence de la mer e Les enfantes terribles, due titoli proposti di recente da FuoriOrario, e messi in onda nel 1979 in un ciclo sul grande regista francese di otto film; Vorrei chiedere al "nostro" se fu lui a curarne la messa in onda con annessa presentazione e , se così fosse, se è ancora possibile rintracciarla da qualche parte.

In ultimo, vista la prolissità che mi affligge in questo intervento, annoto che il papillon in uso odierno si è reso un segno di solennità quasi liturgica.
A memoria mi vengono in mente , a parte Claudio G. Fava, pochissimi altri uomini pubblici che lo indossano con assiduità : P.Daverio, Paolo Poli e Roberto Gervaso. E non ho mai visto nessuno di questi indossare la cravatta.
Nella sua strenua classicità un po' marginale rimanda quasi ad un particolare..."melvilliano".

Rosellina Mariani ha detto...

Sono proprio contenta che riprendi il ciclo di presentazione dei film su Class Tv! L'ho seguito con molto interesse ed entusiasmo e lo aspetto con gioia. Seguo sempre con molta curiosità il parere dei critici cinematografici perchè mi fanno spesso capire e mettere a fuoco aspetti del film che avevo tralasciato. E quindi : evviva il ritorno del grande critico Claudio G. Fava!