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23 marzo 2012

L’OVVIO MISTERO DI TOLOSA

Anche di fronte alle scadenze più tragiche delle uccisioni e della morte continuano a sopravvivere antiche e (forse) invincibili lotte di competenza fra diverse forze di polizia. Accade in Francia ma anche in Italia, negli Stati Uniti e, forse, in tutti i paesi più avanzati.

Tutti i giornali di oggi sono ovviamente ricchi di commenti sulla clamorosa, in parte fallita e in parte riuscita, azione della polizia francese che ha ucciso nel suo appartamento il terrorista Mohamed Merah, autore delle terribili uccisioni dei bambini israeliani nella scuola ebraica di Tolosa e dell’ assassinio di due genieri paracadutisti di religione islamica. Sui giornali e naturalmente nelle valutazione dei politici francesi tutti si pongono la stessa domanda. Come è possibile che un reparto di specialisti della polizia non sia riuscito a catturare vivo, manovrando opportunamente gas soporiferi, un uomo solo che, seppure armatissimo, era asserragliato nel suo appartamentino di 40 mq?
Le polemiche sono ovviamente in corso, visto che lo stesso Sarkozy (che è stato un combattivo e pubblicizzato Ministro degli interni) si era raccomandato affinché Mohamed Merah venisse catturato vivo, così da poterlo interrogare ed individuare le complicità di cui sicuramente si avvantaggiava. Le stesse polemiche sono di un tipo che gli italiani possono capire molto bene. Riguardano il naturale conflitto di competenze che si è instaurato automaticamente in Francia, visto che l’azione contro il terrorista è stata affidata agli specialisti “Swat” della polizia, e cioè ad un reparto chiamato “Raid”, così da far combaciare le iniziali di “Recherche Assistance Intervention Dissuasion” con una parola, inglese all’ origine ma ormai universalmente adottata, che significa appunto “incursione, assalto, retata” eccetera.  Al Raid si contrappone automaticamente l’ equivalente reparto della Gendarmeria, il “Gign” (Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale). Poiché fra la Polizia e la Gendarmeria – attualmente comandata da un Generale, per la prima volta nel dopoguerra visto che l'incarico spettava sempre a ex-prefetti o a ex-magistrati - esiste tradizionalmente in Francia lo stesso spirito concorrenziale che c’è da noi fra Polizia e Carabinieri (i quali, peraltro, discendono appunto dalla Gendarmerie) si capisce che ogni volta che un intervento a carattere estremo viene affidato a uno dei due reparti fra il Raid e il Gign, nasce immediatamente la polemica. Perché l’uno? Perché l’altro? E via dicendo. Poiché in genere interventi di questo tipo sono decisi dal Ministero degli Interni, è abbastanza naturale il ricorso al Raid, che dal Ministero dipende, piuttosto che l’ utilizzo del Gign, il quale strutturalmente fa capo al Ministero della Difesa, anche se il suo impiego operativo deve essere condotto in stretto accordo con quello degli interni (esattamente come accade in Italia).
Ritengo utile ricostruire qui qual è la struttura della forza pubblica francese che si occupa di coordinare la lotta al terrorismo. E’ stata creata l’8 ottobre 1984 e si chiama UCLAT (Unité de Coordination de la Lutte Anti Terroriste). Collegata al Gabinetto del Direttore generale della Polizia Nazionale è incaricata di procedere quotidianamente all’ analisi e alla sintesi delle informazioni riguardanti il terrorismo a stretto contatto con 4 organismi fondamentali:
1)  La “Direction Centrale du Renseignement Intérieur”, che riunisce tutti i sistemi nazionali di sorveglianza sul territorio affidati alla polizia. Esiste dal 1 luglio 2008 ed è frutto della fusione di due famosi organismi della polizia francese: la “Direction de la Surveillance du Territorie” (DST) a cui era tradizionalmente affidato il servizio di controspionaggio, e la “Direction Centrale des Renseignements Généraux” (RG) che costituiva un servizio molto particolare. Era infatti incaricato di tener d’occhio gli umori prevalenti nel paese e di fornire informazioni di base sugli orientamenti della pubblica opinione. Un compito importante e per lunghi anni decisivo che però è stato completamente sconvolto dal ricorso sistematico alle inchieste demoscopiche di sondaggio e dall’ imporsi della civiltà del Web.
2)  La “Direction Gènèrale de la Sècuritè Exterièure” (DGSE), e cioè il servizio nazionale di spionaggio, che un tempo si chiamava “Sdece” (pronuncia: Sdec) e che, come in fondo accadeva da noi, ha complicati rapporti sia con i militari sia con i civili.
3)  Il “Bureau de la Lutte anti terroriste” esistente  in seno al Comando generale della Gendarmerie Nationale. La sua sigla è BLAT e dipende dalla cosiddetta SDPJ (Sous – Direction de la Police Judiciaire) che è appunto uno degli uffici in cui è articolata la DGGN ovvero la Direzione Generale della Gendarmeria Nazionale. Come si è detto quest’ultima ha una struttura ed un insieme di tradizioni che la rapportano strettamente ai Carabinieri (con i quali, d’altronde, condivide l’ appartenenza ad un organismo internazionale che riunisce i più importanti corpi di polizia del mondo a carattere militare). L’ultimo censimento interno contava 103,866 dipendenti.
4)  “Direction générale des douanes et droits indirects”  (DGDDI) e cioè la Direzione Generale delle Dogane che ha molti compiti, alcuni dei quali sembrano molto simili a quelli della nostra Guardia di Finanza che sono espletati da reparti, anche navali, in uniforme.
In sostanza, come si vede da questi dati che ho cercato di ridurre al minimo, è un’organizzazione burocratica piuttosto complessa, dove però il peso “civile” del Ministero degli Interni è largamente superiore a quello “militare” della Gendarmerie Nationale. Quindi il ricorso al RAID (che per la verità è comandato adesso da un grande nome militare, Amaury de Hauteclocque, pronipote del Maresciallo gollista che 1944 liberò Parigi alla testa della seconda Divisione Corazzata, la famosa 2eme D.B.) è abbastanza nella logica delle cose. Anche se credo che il GIGN possa vantare un “palmarés” migliore di quello dei colleghi della polizia. Naturalmente la potenziale  lotta fra i due grandi organismi non deve stupire nessuno. Dell’affinità con cui il problema si ripete in Italia si è già detto. Ma basta dare un’occhiata negli Stati Uniti per rendersi conto che i conflitti di competenza fra le varie polizie sono ancora più e articolati che in Europa, vista la naturale competizione fra le polizie dei vari Stati, che danno appunto vita agli Stati Uniti, e quelle a carattere federale, come lo FBI e la DEA.
Non credo che questi complessi problemi avranno mai una risoluzione.

1 commento:

RosellinaMariani ha detto...

La tua grande cultura mi continua a stupire !
Quante cose sai e quante cose fai conoscere a noi che seguiamo il tuo blog.
Grazie di questo bell'articolo.