Blog - Crediti


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5 agosto 2010


IL BLOG E LA POSTA DI “DOC” HOLLIDAY

Per quello che in particolare riguarda “La Posta di DOC Holliday” vorrei precisare che l’ho riprodotta non per torva vanità (anche), ma perché mi sembrava utile sottoporre ai lettori un documento non dico raro ma certamente non tale da imbattercisi di continuo. Sono lettere autentiche giunte attraverso il filtro di una rivista molto bella, e, grazie al talento di Piero Pruzzo, assolutamente superiore a quel che si poteva esigere da una pubblicazione distribuita gratuitamente dalle cassiere dei cinema (quando se ne ricordavano). E’ chiaro che la limitatezza dello strumento ha influito sulla qualità ed il numero delle lettere inviatemi (va detto che, da poco, ho aggiunto il mio e-mail, ma le missive mi giungono ancora esclusivamente per posta). Tuttavia anche così si ha un’idea delle reazioni di una platea relativamente ridotta, ma certamente significativa se si prende il disturbo di scrivermi. Ne vien fuori il ritratto di un piccolo gruppo di lettori sufficientemente invogliati a prendere, come si diceva una volta, carta e penna, ed a chiedermi un parere su questo o quel fenomeno periferico (o centrale) del cinema. E’ un risultato non facile che pongo a credito di una mia antica capacità, che risale a mezzo secolo fa, e cioè proprio a quella di tenere e di alimentare una rubrica di corrispondenza coi lettori. Se ci pensate bene, visto che non sono un uomo politico di successo o un divo dello spettacolo incoronato dalla televisione, è un risultato incoraggiante (scrivo queste righe proprio mentre mi accorgo che ultimamente non è arrivata nessuna lettera all’Agis e per ora i lettori, o all’antica o distratti, non hanno ancora imparato a servirsi dell’e-mail). In sostanza si tratta di un documento, esteso per la durata degli ultimi tredici anni, vale a dire di un periodo in cui ampi cambiamenti si sono verificati nella società che ci circonda. Ecco perché mi auguravo che, nella sua apparente anarchia, la somma della corrispondenza evocasse un momento e fotografasse in particolare un piccolo frammento del nostro mondo. E’ chiaro che ci vuole pazienza per andare avanti nella lettura e per superare questo ostacolo di righe e righe gettato, teoricamente alla rinfusa, negli occhi del lettore. Spero di non avere sbagliato e che, come capita credo in ogni blog, il lettore sia abbastanza astuto per cercare con gli occhi quel che lo interessa e per saltare abilmente ciò che lo annoia.

Giovedì, 5 Agosto 2010

1 commento:

SG ha detto...

Carissimo Sig. Claudio G.,

sono totalmente d'accordo con quanto le ha scritto Davide Barranca, in risposta alla sua "riflessione semitriste sul blog" di qualche giorno fa.

La rete è stracolma di blog dove un sacco di gente si parla addosso commentando le sciocchezze del "tenutario" di turno, ma la quantità di traffico prodotto non è di per sé indice di qualità. Un po' come accade coi programmi televisivi, non so se rendo l'idea.

Personalmente ho apprezzato la pubblicazione della posta di Doc Holliday, che altrimenti non avrei avuto il piacere di leggere.

Concludo con l'ennesima sollecitazione a riprendere al più presto le telefonate. A proposito, sono sempre in attesa della seconda conversazione con lo strepitoso Vincenzoni, specie dopo aver letto il suo libro, che mi sarebbe senz'altro sfuggito se non ne avessi sentito parlare qui.

Saluti,

SG

P.S. Ho anche una copia del suo volume sui film di guerra, acquistata al Salone del libro di Torino. Complimenti, ma come abbia potuto escludere Black Hawk Down a vantaggio di un filmaccio che non nomino, rimane per me un mistero.