Blog - Crediti


L'audio e i video © del Blog sono realizzati, curati e perfezionati da Lorenzo Doretti, che ha anche progettato l'intera collocazione.
L'aggiornamento è stato curato puntualmente in passato da diverse collaboratrici ed attualmente, con la stessa puntualità e competenza, se ne occupano Laura M. Sparacello ed Elisa Sori.

13 agosto 2010

LA POSTA DI DOC HOLLIDAY (22)


Prima domanda :Nei giorni scorsi (si badi, la lettera è del 17 marzo) sono stati assegnati i premi Oscar. Cosa ne pensa della premiazione ?
Seconda domanda: E’ stato programmato a Genova “La fiera delle vanità”, dal romanzo di William Thackeray , durata 2 ore e 20’. Ai nostri giorni si vuole dilatare tutto – è pur vero che il romanzo è molto corposo – ma 2 ore e 20 minuti sono notevoli. Il raffronto che voglio fare è che questo film è un ”remake” di “Becky Sharp” (1935) con Miriam Hopkins, Frances Dee, Cedric Hardwicke (aggiungo di mia iniziativa l’impagabile Billie Burke, troppo simpatica per essere dimenticata- c.g.f.). Il regista era Rouben Mamoulian, il quale seppe contenere la storia in 85 minuti !!
Terza domanda (riassumo): Lei è il direttore artistico di “Voci nell’ombra”, Festival del doppiaggio che si tiene da 8 anni a Finale Ligure. Ebbene mi piacerebbe sapere i nomi delle varie Società di doppiaggio che sono a Roma.
Ho visto i film “Il mercante di Venezia” di Michael Radford e “Million Dollar Baby” di Clint Eastwood. Ho trovato il doppiaggio eccellente !!
Grazie per le risposte e saluti a tutti quelli di “Film DOC”.
MARIO di NERVI


Nell’ordine:
1) Cerco sempre di non fare troppe considerazioni sugli Oscar perché so quanto sia complesso il meccanismo di funzionamento e di aggiudicazione del premio. L’”Academy of Motion pictures Arts and Science” è un organismo che ormai fa pensare ad un ministero. Più di 6000 soci votanti, circa 160 dipendenti, un vasta sede e diverse dépendences, librerie, cineteche, eccetera. Il premio ha sempre avuto, e naturalmente conserva ancor oggi, un netto carattere corporativo. E’ il cinema americano che premia se stesso attraverso quelli che il cinema lo fanno, grazie ad un sistema di votazioni a due turni (il primo settoriale per le nominations, il secondo globale con tutte le 14 sezioni professionali unificate). Rispecchia, certo, opinioni di gente del mestiere ma è ovvio che fra migliaia di votanti finiscano col prevalere alcuni sentimenti e stimoli - base maggiormente diffusi, esattamente come accade nelle votazioni politiche e nei risultati dell’Auditel televisivo. Adorato dalla corporazione e di grande effetto ovunque sugli incassi, l’Oscar è pur sempre un significativo indicatore di maggioranza (come una votazione alla Camera) e non un verdetto raffinato.
2) Verissimo. Ma è tutto il cinema contemporaneo che tende alla lunghezza, alla retorica turgida mascherata da aggressiva semplicità, all’interminabile ostentazione di sé. Tante volte con Piero Pruzzo abbiamo ricordato straordinari capolavori del passato che difficilmente superano l’ora e mezza. E Mamoulian in particolare, fu uomo geniale, di grande e raffinata vocazione figurativa e narrativa (per anni fu esaltato e celebrato, e poi scacciato di fatto dal mondo del cinema).
3) Per quel che riguarda gli indirizzi delle Società di doppiaggio, rimando ad un’altra puntata.Per i film citati ecco la risposta: in “Million Dollar Baby” Clint Eastwood è doppiato da Adalberto Maria Merli (eccellente attore di cui ci si dimentica troppo sovente), Morgan Freeman da Renato Mori e Hilary Swank - ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile - da Laura Lenghi (le ho telefonato ed ho scoperto che è la figlia di un caro collega, Marcello Lenghi, per molti anni dirigente di Raidue. Come si dice, il mondo è piccolo). Ne “Il mercante di Venezia” Al Pacino (Shylock) è doppiato da Giancarlo Giannini – non si sa se è più bravo come attore o come doppiatore – e Jeremy Irons (Antonio) da un’altra colonna del mestiere , Mario Cordova (pochi anni fa lo premiai a Finale come direttore di doppiaggio). Certo, se chi mi ha scritto, Mario di Nervi, non fosse una delle colonne di questa rubrica,(è presente quasi ogni volta...) sarei stato più conciso !!


Sono un’appassionata, o meglio lo ero perché non ce ne sono più, dei cinegiornali: “Incom”, “Ieri, oggi, domani” eccetera. So già che lei mi risponderà che non ce ne sono più perché ci sono i telegiornali, ma non mi sembra proprio la stessa cosa. E poi, prima di quella sfilza di réclames prima del film, non sarebbe meglio un bel cinegiornale o, al limite, un cartone animato ? Cosa ne pensa ? Grazie !TEA (?) GANDOLFI

Ma è vero. La cronaca spicciola furbesca, e comunque quasi subito superata da fatti nuovi, che fu tipica dei cinegiornali di una volta, non può più esistere, per mille comprensibili motivi. Bisognerebbe, se mai, confezionare dei veri e propri settimanali, calibrati, pensati, redatti, in qualche modo riassuntivi, come lo sono i rotocalchi. Ma i rotocalchi costano e non sono certo i magri incassi dei cinema di oggi in grado di alimentare un mercato del genere.Deve proprio rassegnarsi, glielo scrivo con un po’ di tristezza.


Caro Film DOC,
sono tua lettrice da due anni e non ne perdo un numero. Ho visto con piacere che ci sono anche articoli sulle colonne sonore. Ma tante volte poi non so dove trovare i CD. Non si potrebbe aggiungere, se sono già usciti, dove trovarli ? Grazie.
Per collaborare alla rivista come si deve fare ? Mi piacerebbe scrivere sugli attori americani: Di Capri, Depp e tanti altri. Spero in una risposta. Grazie.GAIA OLANDO


Per quel che riguarda la sua richiesta concernente i CD, giro la domanda alla collaboratrice che si occupa dell’argomento e che sicuramente –in questi numero o nel prossimo – troverò modo di risponderle.Per collaborare bisogna fare come tutti. Scrivere alcuni pezzi (su attori, ad esempio, visto che l’argomento l’interessa) cercando di renderli i più compatti e stringati possibile, ma al tempo stesso ricchi di informazioni e di ragionate comparazioni. E poi spedirli al direttore. Che legge tutto e con attenzione. In questi anni, seguendo questa strada, naturale e in certo modo ovvia, molti lettori sono divenuti collaboratori regolari di Film DOC (in maggioranza son donne; forse le ragazze sono più ordinate e tenaci, non so). Provi anche lei, se ne ha voglia, e accetti poi (senza drammi) riserve e osservazioni di chi ha decenni di mestiere alle spalle.


(Film D.O.C., anno 13, n. 63, Mag.-Ago. 2005)

Nessun commento: